'Suonare forte' e dare voce agli ultimi. Lisetta Carmi a Villa Bardini a Firenze
In mostra a Firenze fino all'8 ottobre le fotografie di Lisetta Carmi, scomparsa lo scorso anno, famosa per i suoi reportage di impegno sociale, realizzati negli anni Sessanta e Settanta
Domenica, 25/06/2023 - Nella splendida cornice di Villa Bardini, sul colle di Costa San Giorgio, da cui si gode una delle vedute più belle sull'Arno e sulla città, 'Suonare forte' è il titolo suggestivo della mostra dedicata alla fotografa Lisetta Carmi, che ne rievoca la formazione di pianista e il coraggio di intraprendere nuovi percorsi espressivi, con la volontà di dare voce agli ultimi. Aperta al pubblico fino a domenica 8 ottobre (orario: martedì-domenica 10-21) l’esposizione si articola in 9 sezioni tematiche e 180 fotografie, in gran parte in bianco e nero, scattate fra gli anni '60 e '70, e include alcune tra le opere più innovative del lavoro dell’artista: il reportage sui travestiti di Genova (1965-1971), diventato un libro di culto negli anni '70, le foto dedicate al porto di Genova, al lavoro dei camalli e agli operai dell'Italsider (1962-1976) e la sequenza fotografica sul parto di una giovane donna, scattata nel 1968 all'Ospedale Galliera, posizionando l 'obiettivo frontalmente, con immagini forti e dirette, prive di ogni retorica sulla nascita.
Fra il 1962 e il 1977 Lisetta viaggia molto: Italia, Europa, Israele, India, Nepal, Afghanistan, Messico, Venezuela, Marocco. Le donne sono spesso al centro della sua attenzione, colte nelle fatiche e nei gesti della vita quotidiana, con un senso di dignità che trasforma la lotta per la sopravvivenza e il lavoro di cura in una dimensione etica.
Lo si vede nelle immagini delle giovani operaie nei sugherifici di Calangianus, o delle contadine di Oaxaca e di Orgosolo, nei ritratti delle donne siciliane di Favara e delle madri arabe, o nelle foto delle donne afghane nascoste dietro lo chador.
La fotografia è lo strumento per capire e far capire il mondo senza pregiudizi, come il lungo racconto per immagini sui travestiti del centro storico genovese, iniziato la notte di San Silvestro del 1965, un reportage che creò scandalo per l’epoca ma fece comprendere a Lisetta ‘che tutto ciò che è maschile può essere anche femminile, e viceversa, che non esistono comportamenti obbligati, se non in una tradizione autoritaria'. Fortemente provocatoria anche la sezione 'Erotismo e autoerotismo a Staglieno' (1966) dove Lisetta coglie in alcune statue del cimitero monumentale di Genova il desiderio patriarcale della ricca borghesia di eternarsi nel marmo, anche attraverso la rappresentazione erotica del corpo femminile.
Mentre il reportage sulla metropolitana di Parigi, Métropolitain (1965), che ha dato origine a un libro d'arte, è ricco di scatti vivaci sui passeggeri che popolano il sottosuolo della città. L’ultima sezione espositiva, inedita, dedicata all'alluvione del 1966, è un omaggio alla città di Firenze, con le immagini delle strade devastate dal fango, i libri messi ad asciugare fra le panche della Sinagoga, le centinaia di giovani accorsi da ogni parte d’Italia e i gesti quotidiani di solidarietà, colti con quell’empatia che caratterizza tutta la produzione artistica della fotografa, come nei ritratti di Ezra Pound e del musicista Luigi Dallapiccola. Scendere per strada, fotografare per conoscere, osservare per imparare, questo ha animato Lisetta, una donna forte con gli occhi azzurri e un'energia spirituale vivissima, anche da anziana, come ci racconta nella video intervista con Giovanni Battista Martini, curatore della mostra e del suo archivio, ripresa nel 2017.
Nata a Genova nel 1924, da famiglia agiata di origini ebraiche, nel 1938 Lisetta fu costretta ad abbandonare la scuola e a rifugiarsi in Svizzera con la famiglia. Tornata in Italia nel 1945 si diploma in pianoforte al conservatorio di Milano e inizia la sua carriera di concertista.
Un viaggio in Puglia nel 1960 con l'etnomusicologo Leo Levi cambierà la sua vita, avvicinandola alla fotografia e facendole scoprire una terra, dove si stabilirà dalla fine degli anni '70 nel trullo di Cisternino, trasformato in ashram per diffondere gli insegnamenti del suo maestro Babaji, conosciuto alcuni anni prima a Jaipur, in India. Si è spenta l’estate scorsa, all’età di 98 anni.
‘Lisetta Carmi. Suonare forte’ è il primo appuntamento che porterà a Villa Bardini le mostre del progetto ‘La Grande Fotografia Italiana’, delle Gallerie d’Italia di Torino, affidato a Roberto Koch, editore, fotografo e curatore di eventi culturali sulla fotografia del Novecento: una scelta significativa ed un’occasione in più per visitare il centro espositivo immerso nella bellezza del suo giardino.
Lascia un Commento