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'Sulle vie della parità' al secondo appuntamento

'Sulle vie della parità' al secondo appuntamento

Venerdì 29 maggio cerimonia di premiazione dei vincitori della seconda edizione del concorso 'Sulle vie della parità'

Martedi, 26/05/2015 -
Venerdì 29 maggio, nell'Aula Magna del Rettorato, Università ROMA TRE, dalle h 11 alle 16,30, vedrà la conclusione, con la cerimonia di premiazione dei vincitori, il concorso "Sulle vie della parità", seconda edizione 2014/2015, che Toponomastica Femminile ha bandito insieme a Fnism.



A Maria Pia Ercolini, presidente di Toponomastica Femminile, abbiamo chiesto informazioni sull'appuntamento. "Il concorso era rivolto a tutte le scuole di ogni ordine e grado, a centri di formazione e ad atenei. Finalità era quella di riscoprire e valorizzare il contributo offerto dalle donne alla costruzione della società, e per questo invitava a tracciare percorsi che nel tessuto cittadino seguissero le testimonianze femminili e proponessero nuove intitolazioni di spazi geografici. Nel bando si indicava la possibilità di scegliere una sezione tematica, tra A. PERCORSI CULTURALI E ITINERARI URBANI (aree di circolazione, luoghi di riunione, di servizio, di studio, di lavoro, di cultura...); B. PERCORSI CULTURALI E ITINERARI AMBIENTALI (piste ciclabili, sentieri, parchi...); C. PERCORSI CULTURALI E ITINERARI TRASVERSALI (urbani/ambientali). Si dava anche libertà di sviluppare il proprio elaborato scegliendo tra diverse modalità espressive: letterarie, artistiche, multimediali o miste".



Che adesioni avete avuto?

Le adesioni sono arrivate da tutta Italia, dalle scuole primarie all’Università, ad associazioni femminili; è stata registrata una preferenza verso la modalità digitale: tantissimi i lavori in ppt e i video, in cui gli stessi ragazzi si sono improvvisati giornalisti e speaker televisivi e ci hanno raccontato la storia di tante donne ingiustamente dimenticate. Tanti anche gli elaborati artistici, disegni, dipinti, collages, manifesti, plastici, sempre accompagnati da ricerche approfondite sulla biografia delle donne riscopertea cui si chiedeva di intitolare vie, giardini, piste ciclabili, rotonde. Una giuria scelta ha esaminato i lavori pervenuti e più di 300 tra alunni, docenti, dirigenti scolastici e genitori arriveranno a Roma nella giornata conclusiva per ricevere il premio. Sono stati premiati gruppi universitari, scuole superiori, scuole medie inferiori, scuole primarie, circoli interculturali.



Perché avete pensato di aggiungere, quest'anno, anche una mostra?

Perché l’obiettivo del gruppo va ben oltre la semplice dedica di una strada, e vorremmo fosse chiaro. Una mostra sul lavoro femminile ha l’aria di un evento serio, oserei dire serioso, ma chi visiterà l’esposizione si troverà davanti collegate dal filo conduttore della riemersione, foto storiche, foto attuali e targhe stradali di donne che da sempre agiscono nell’ombra e in piena luce, davanti a una metà del mondo ipovedente. Questa nuova mostra, che apre il 29 maggio in contemporanea con la giornata di premiazione del nostro concorso, presso la sala espositiva della Centrale Montemartini, ha per tema Il lavoro delle donne ed espone foto, documenti d’epoca, immagini di archivi, accompagnate da brevi testi, scritti da tante associate al nostro gruppo o semplicemente da simpatizzanti. Testimoniano i tanti lavori che le donne hanno svolto e svolgono nella società, dalla cura della famiglia al lavoro in fabbrica, dai mestieri più umili, lavandaie, stiratrici, ricamatrici, corallare, contadine, balie a quelli più gratificanti come educatrici, giornaliste, politiche, donne di legge, poliziotte. Mestieri antichi che non esistono più accanto a quelli moderni, come le astronaute. Sono una settantina di pannelli che rimarranno alla Montemartini fino al 2 giugno, ma è previsto che la mostra sia itinerante e porterà in giro l’idea che l’impegno della donna nella nostra società è in famiglia, come sempre, ma ancora di più fuori, nella comunità di appartenenza, ma anche nella ribalta internazionale.



Come spiegate questa grande adesione al vostro progetto e con una larga platea che vede una risposta così attiva un po' in tutta Italia?

Aprendo una riflessione sul tema, è stato facile far percepire a educatrici e insegnanti che toponomastica e odonomastica raccontano in breve la volontà di trasmettere nomi, azioni e modelli. Attraverso inclusioni ed esclusioni dalla memoria collettiva, le targhe stradali sono in grado di far riemergere storie rimosse e contribuiscono ad aprire gli orizzonti a nuove generazioni alla ricerca di una propria identità.

Al di là di ogni ideologia, cercando le intitolazioni in ottica di genere, risulta palese e capillare, in tutte le epoche storiche, l’invisibilità dell’operato femminile. Tutto ciò si traduce nell’associazione uomo/attività/mente e donna/passività/corpo.

Le conseguenze di questo istintivo sentire sono evidenti. Riportando a galla il vissuto e l’agito delle donne si combattono quindi stereotipi e violenze.

Anche per l’edizione dello scorso anno, la prima, era stata registrata un’adesione rilevante e inaspettata. I motivi di questa massiccia e appassionata risposta, da parte delle scuole soprattutto, a parer mio sono da attribuire a diversi fattori

1. la questione della parità di genere è direi di moda, giornalisti, politici, opinion makers si fanno vanto di inserirla tra i problemi di loro interesse e nelle campagne per cui si battono, anche se la disparità rimane e ancora lungo è il cammino per raggiungere, non dico la parità, ma almeno un equilibrio

2. la nostra forza è nella rete che abbiamo creato, con referenti in tutta Italia che a titolo assolutamente volontario si impegnano per sollecitare l’interesse verso le nostre tematiche e smuovere anche le istituzioni

3. premiano anche la varietà delle nostre iniziative, dai progetti fatti con le istituzioni locali, alla nostra presenza costante nelle testate online e cartacee, ai convegni annuali, ai concorsi nazionali e locali, ma soprattutto alle mostre fotografiche

Il gruppo di Toponomastica femminile ricerca e fotografa le targhe stradali dedicate a donne in Italia, ma anche fuori dall’Italia, e poi le espone in mostre tematiche. Ad osservarle esse ci restituiscono storie femminili dimenticate o non raccontate, e contribuiscono a mantenere vivo il ricordo di grandi donne per le nuove generazioni. Negli anni passati ne abbiamo fatte tante, dall’Università romana La Sapienza, alle biblioteche della capitale ai centri culturali di periferia.E poi a Genova, Torino, Trieste, Palermo e la lista è lunga.



 

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