Mercoledi, 11/07/2012 - "Intisar Sharif Abdallah, la ventenne condannata a morte in Sudan per lapidazione, è stata rilasciata". Lo comunica Italians for Darfur che aveva raccolto l'appello di Amnesty International con cui lo scorso 12 giugno aveva lanciato anche una petizione per chiedere la liberazione della giovane accusata di adulterio, sostenuta in Italia da GIULIA, Articolo 21, Associazione delle donne migranti che hanno raccolto 15mila firme.
La notizia è stata confermata ufficialmente dagli avvocati difensori della giovane donna e dai volontari di "Strategic Initiative for Women in Horn of Africa" che hanno supportato Intisar e i suoi familiari durante la detenzione. La giovane è stata rilasciata senza condizioni e senza alcuna spesa ulteriore.
La Corte d'Appello di Karari, Omdurman - Khartoum, ha annullato il precedente verdetto e ha ordinato la scarcerazione immediata di Intisar. Secondo Siha, il caso non è stato rinviato al Tribunale locale, come avvenuto per altri procedimenti, sancendo di fatto la fine dell'iter processuale.
Intisar era detenuta in isolamento, con il suo bambino di 5 mesi dal 22 aprile, con l'accusa di adulterio e condannata senza rappresentanza legale. La vicenda era stata denunciata da Human Rights Watch e Amnesty International e rilanciata in Italia da Italians for Darfur che insieme ad Amnesty Italia ha raccolto decine di migliaia di firme.
"Siamo prima di tutto felici per Intisar, i suoi figli e tutta la sua famiglia - ha sottolineato Antonella Napoli, presidente di Italians for Darfur - attraverso SIHA rimarremo in contatto per accertarci che riprenda un'esistenza normale e serena e la sosterremo per quanto possibile - ricorda la Napoli - Questa vittoria è solo una piccola goccia in un mare di violazioni dei fondamentali diritti umani. Centinaia di donne di cui non conosciamo i nomi e le storie non sono fortunate quanto Intisar. E muoiono nel silenzio e nella indifferenza delle loro comunità. E' per questo che continueremo il nostro lavoro per evitare che qualsiasi donna sia costretta a vivere esperienze come questa".
"Esprimiamo, anche a nome di GIULIA, Amnesty e tutti coloro che hanno supportato la nostra azione - conclude la presidente di Italians for Darfur - il nostro ringraziamento a quanti abbiano condiviso le nostre preoccupazioni per Intisar e abbiano dato il loro sostegno per la soluzione di questa terribile vicenda".
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