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Stupro Montalto di Castro: PRESIDIO !

Stupro Montalto di Castro: PRESIDIO !

Fissato per l'8 e 9 luglio il presidio davanti al Tribuale dei Minori (Roma) dopo 6 anni dallo stupro di Montalto di Castro

Domenica, 30/06/2013 - Stupro Montalto di Castro

l’8 e il 9 luglio dalle 20.30 alle 21.30 - Lungotevere davanti al Tribunale dei minori di via dei Bresciani presidio per chiedere che la “messa in prova” non sia una ulteriore presa in giro dell’idea stessa di giustizia.




L'iniziativa è promossa dall'Udi Romana La Goccia e dall'Udi Monteverde

con l'adesione di PuntoD, NOIDONNE, Casa Internazionale delle donne di Roma, Be Free, Solidea, Le Esquilinde, El Mirabras



Per adesioni:

udimonteverde@gmail.com udiromanalagoccia@gmail.com

Tel. 06 5814072 – 328 7640733 Tel. 06 70475078




31 Marzo 2007 - 11 Luglio 2013

SEI ANNI PER OTTENERE INGIUSTIZIA


Giovedì 11 luglio 2013 è prevista la prossima e ultima udienza di quello che ormai viene chiamato il processo per lo stupro di Montalto di Castro, avvenuto nella notte tra il 31 marzo e il 1° aprile 2007 da parte del branco di otto ragazzi (allora minorenni) che usarono violenza e infierirono brutalmente sulla allora quindicenne M. “colpevole” di indossare una minigonna.

Con ordinanza del 25 marzo 2013, pur riconoscendo la colpevolezza degli imputati, il Tribunale dei Minori non ha accolto la richiesta del PM Carlo Paolella per una pena di 4 anni e ha disposto per una seconda “messa in prova” con un programma i cui termini verranno comunicati dai servizi sociali durante questa nuova udienza dell’11 luglio prossimo.

Se il riconoscimento oggettivo da parte del tribunale dello stupro ai danni della ragazza ha sancito in maniera definitiva la colpevolezza degli imputati, la decisione dei magistrati rappresenta una nuova ferita inflitta a M., alla sua famiglia e alle donne tutte. M. è stata stuprata quella notte dal branco e poi ancora vilipesa, in questi lunghi anni in cui non è stata creduta, subendo così un’altra violenza psicologica, quella sociale.



L ’8 e il 9 luglio dalle 20.30 alle 21.30 sul Lungotevere davanti al Tribunale dei Minori di via dei Bresciani promuoviamo un presidio per chiedere che la “messa in prova” non sia una ulteriore presa in giro dell’ idea stessa di giustizia. Troviamo inaccettabile questa nuova “messa in prova” che qualora, a differenza della precedente (successivamente revocata dalla Cassazione) durante la quale non si vide negli imputati alcun segno di ravvedimento, dovesse dare esito “positivo”, (a giudizio di chi? Di chi dovremmo fidarci?) porterebbe alla estinzione del reato.

E i colpevoli ne usciranno forse “riabilitati”, ma comunque impuniti, magari fino a convincersi di non aver fatto "nulla di male". E sentiremo ancora parlare di " bravi ragazzi che hanno sbagliato”, sentiremo ancora parlare delle minigonne come “istigazione a delinquere”, sentiremo ancora contrabbandare la gioia, la fiducia nel mondo e il sorriso di una quindicenne come una “provocazione”.

Chiedevamo verità e giustizia, la verità è accertata ma giustizia non è stata fatta.



Costituzione Art.3 “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”



Bisogna intendersi sul significato di “persona umana”.

L’ entità di questa minima “pena” che verrà assegnata, con la concessione della “messa in prova” agli otto colpevoli chiediamo che almeno rappresenti un massimo risarcimento socialmente riconoscibile nei confronti della persona umana M. Oppure dovremo concludere che si intendono persone umane solo i colpevoli o presunti tali, stupratori da branco, e di dover eliminare gli ostacoli che impediscono il loro pieno sviluppo? Quindi aiutarli a riabilitarsi?

E infine chi garantirà la libertà e il pieno sviluppo di quella che era allora una bambina? Chi le ridarà la dignità a cui ogni persona umana ha diritto? Chi potrà cicatrizzare quella ferita esistenziale nel suo divenire donna? Così, tradita dalla giustizia, diventerà anche lei una di tante che hanno come compagna fedele solo la paura.



Questa sì è una grande colpa, non farsi carico del destino di una giovane vita di donna.

Questo è il diritto naturale della persona umana, senza distinzione o differenza.





Per adesioni:

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Tel. 06 5814072 – 328 7640733 Tel. 06 70475078

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