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Stupro medicalmente assistito

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Eluana Englaro / 2 - “Chiedo a tutte le donne la forza di rivendicare la dignità di persone, non di contenitori biologici per la continuità della specie”

Marina Petroni Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2009

È ancora presto per le mimose, manca ancora un mese, la primavera è lontana, ma forse, quest’anno non arriverà.

Non è la neve sulle montagne intorno, così alta da coprire ogni asperità, non è la pioggia qui in pianura, così insistente da rendere un regalo ogni piccola schiarita, neanche fossimo uno dei passeggeri dell’Arca di Noè.

È la sensazione di nebbia, di sporco, di melma che assale ogni “benpensante democratico”.



Il pretestuoso assalto alla Costituzione e al suo difensore più alto ci appare ogni giorno più inverecondo e strumentale.

Infatti anche un ascolto distratto di TG non politicizzati, anche i semplici telegiornali di RAI3-Regione, ci dà l’idea del disastro economico che sta per riversarsi addosso a tutti noi e la conferma che a livello governativo si sta curando la polmonite con i pannicelli caldi.



Mi colpisce ancora di più che la vittima di questa campagna mediatica sia l’immagine, il simulacro di una giovane donna che non c’è più.

A tutt’oggi (domenica 8 febbraio), non so quali saranno le ulteriori “trovate” per avere l’attenzione dell’opinione pubblica.

Decreti legge ad personam, ispezioni sanitarie, sciacalli che affermano amicizie mai supposte prima, fiaccolate e … dichiarazioni, dichiarazioni, dichiarazioni.

Di tutti, ma soprattutto di Berlusconi.

Ma in Italia non c’è mai limite al peggio, così nessuno si è scandalizzato o indignato per il commento del Presidente del (s)Consiglio riguardo ad una possibile MATERNITÀ della nostra vittima.

Vorrei almeno poter esprimere il mio personale disgusto verso lo STUPRO MEDICALMENTE ASSISTITO che questa frase rivela.

…………………………

Questa riga vuota, riempita solo di puntini di sospensione vuole rendere l’immagine della totale impossibilità di rendere, con parole accettabili e comprensibili, l’assoluto furore e l’assoluta disperazione per il futuro democratico del nostro Paese, che mi hanno colto.



Chiedo a tutte le donne la forza di rivendicare la dignità di persone, non di contenitori biologici per la continuità della specie.

Diamo un senso al nostro essere cittadine, sia pure nella diversità di posizioni etiche.

Fermiamo l’imbarbarimento della vita sociale, prima che la crisi economica, di cui le prime vittime sono proprio le lavoratrici, travolga ogni senso di solidarietà e di rispetto del meno forte.



Marina Petroni

Vicenza



(9 febbraio 2009)

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