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Streghe o befane ?

Streghe o befane ?

Il difficile rapporto fra turismo e memoria storica della caccia alle streghe

Martedi, 17/08/2010 - Quest’estate le mie due settimane di montagna le passo in Sud Tirolo, allo Sciliar, unico lembo di terra sul versante meridionale delle Alpi coinvolto a suo tempo nella caccia alle streghe.



Il turismo ha le sue esigenze, e le streghe sono state trasformate, a beneficio dei bambini, in una sottospecie edulcorata di befane. Per iniziativa delle aziende del Turismo, imperversano sedili delle streghe, corsi di cucina con le streghe, mascheramenti vari. La locale Cassa di Risparmio regala anche bamboline di pezza a forma di strega, riconoscibili dal tipico cappello conico. Ne ho trovata una – forse lasciata lì da un bambino - su una panchina in riva al Laghetto di Fiè (dove - qualche secolo fa - le streghe le bruciavano sui roghi).



Viene spontaneo pensare che - se di stregoni si fosse trattato, anziché di un vero e proprio genocidio di decine di migliaia di donne contadine in tutta Europa - nessuno ci avrebbe trovato niente di divertente.



Peraltro, davanti all’ingresso del Castello di Prosels-Presule, dove si svolgevano i processi e le torture, è disponibile un’informazione più corretta sulla natura dei fatti. Un memoriale in quattro lingue del Comune di Fié ricorda dal 2006 “le concittadine e i concittadini” che nei secoli passati hanno perso la vita a causa di superstizione e intolleranza, augurando che il loro ricordo impedisca in futuro il ripetersi di analoghe violenze.

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