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Strategie e sinergie per le donne

Strategie e sinergie per le donne

Bologna / Intervista a Milli Virgilio - Un nuovo stile di lavoro, la creazione dell'Ufficio per le Politiche delle differenze e il rilancio dell'edilizia scolastica. L'opinione dell'Assessora comunale alla Scuola, Formazione e Politich

Daniela Ricci Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2007

Maria (Milli) Virgilio, nata a Bologna nel 1946, è avvocata e docente di diritto penale. Nella giunta Cofferati ha la titolarità delle deleghe: Scuola, Formazione e Politiche delle differenze. Prima della nomina ad assessora era presidente dell’Associazione Nazionale "GIUdIT - Giuriste d'Italia" e socia dell’Associazione Orlando.

Una valutazione del percorso amministrativo di medio termine?
La situazione di discontinuità ereditata dal passato aveva creato dei vuoti. L’ufficio per le Politiche delle differenze non esisteva, né una delega alle pari opportunità e, inoltre, si era creato uno sfaldamento nel rapporto tra la Casa delle Donne per non subire violenza e il Centro di Documentazione delle donne e il Comune. Nell’ambito della scuola nei cinque anni precedenti. si era puntato molto sull’appoggio forte del privato. Nessuna risposta, invece, era stata fornita alle richieste di una città in trasformazione che ha segnato una ripresa delle nascite, un forte aumento dei migranti e un aumento della propensione all’utilizzo degli asili nido. I nostri primi interventi si sono concentrati in questo ambito, oltre che sulla creazione dell’Ufficio per le Politiche delle differenze e sul rilancio del piano di edilizia scolastica, per riprendere una pianificazione assente da decenni.

Quali gli interventi avviati?
La modalità sinergica avviata in alcuni ambiti comuni, è stata la base per dare forma ad un nuovo stile di lavoro che ci ha permesso di far fronte alle richieste differenziate dei/delle bolognesi. I nuovi servizi di accoglienza riservati alle donne che si trovano in stato di necessità, ne sono un esempio. Il servizio, in precedenza, si rivolgeva in modo indifferenziato, a uomini e donne.
Il punto di forza di questa modalità di lavoro consiste nella condivisione e nella partecipazione di importanti settori della società, alla formulazione di una politica che riguarda tutti e che è sentita da tutti. Il gruppo di lavoro intersettoriale interno al Comune sul tema della violenza è’ nato seguendo questa impostazione e da qui siamo partiti per la creazione di un coordinamento cittadino per il contrasto della violenza sulle donne e sui minori, un nuovo soggetto che riunisce le associazioni e le istituzioni al fine di programmare e valorizzare in modo coordinato l’insieme già ricco delle singole iniziative cittadine.

In concreto quali sono le iniziative?
Il lavoro comune ha già condotto alla definizione di alcune tappe. Come l’apertura del Punto Unico di Accesso al Pronto Soccorso per le donne e, a breve, del Pronto Soccorso Unificato, un luogo dedicato presso l’Ospedale Maggiore in cui accogliere le vittime di violenza sessuale, assicurando loro tutte le cure necessarie, tra cui l’assistenza psicologica. Quest’ultimo servizio vede la partecipazione diretta di: Autorità sanitaria, Università – Medicina Legale e Magistratura. Anche l’Osservatorio metropolitano sui casi di violenza (fisica, sessuale, morale, economica, tra sconosciuti o di prossimità, di strada o domestica), in corso di definizione, è frutto di questo lavoro. Sarà un utile collettore di dati e consentirà la consultazione di precise informazioni sulle dimensioni complessive del fenomeno. Qui confluiranno, infatti, le rilevazioni effettuate da diversi soggetti (Procura, Questura, Carabinieri, Associazioni, Magistratura e Ausl) che saranno raccolte ed elaborate secondo criteri condivisi, per renderne più facile la lettura. Questa iniziativa, realizzata in collaborazione con la collega della Provincia di Bologna, avrà uno slancio provinciale.
Intanto la convenzione con la Casa delle Donne per non subire violenza è stata riattivata e si va ora verso la convenzione unitaria tra Comune di Bologna, Provincia e tutti i Comuni della provincia per garantire il mantenimento e la continuità del servizio, sia di accoglienza sia di ospitalità in casa rifugio. Inoltre, verrà ampliato il servizio di consulenza e di assistenza legale. E’ da segnalare, poi, l’adesione di Bologna, insieme alle città di Pescara, Napoli, Venezia e Palermo, al Protocollo Arianna (Attivazione Rete nazIonale ANtivioleNzA) promosso in sede nazionale dal Dipartimento delle Pari Opportunità che sta determinando un dinamismo nei rapporti tra istituzioni e associazioni.

Come a Bologna si affronta il tema della sicurezza?
Più che di sicurezza preferisco parlare di contrasto alla violenza sulle donne, per ricomprendere gli interventi sia a sostegno delle donne che hanno subito violenza sia quello più di prevenzione e di ambito culturale.
L’ampio programma di intervento, coordinato tra tutti gli assessori, contiene anche molte soluzioni concrete finalizzate a restituire una sensazione di sicurezza a chi vive in città.
Penso, ad esempio, all’attrezzatura fornita agli assistenti civici, al completamento degli impianti di videosorveglianza al potenziamento dell’illuminazione nei parchi cittadini.
Gli interventi sono stati avviati a partire dal Parco di Villa Spada, un luogo che è stato teatro di uno degli episodio più drammatici di violenza sulle donne. Nell’ambito della mobilità, sono state create delle aree rosa nei parcheggi pubblici cittadini, spazi di utilizzo preferenziale, riservati alle donne, soprattutto in prossimità delle uscite. Mediante una sperimentazione avviata all’interno dei percorsi di formazione rivolti agli autisti del trasporto pubblico, è stata inserita la tematica della violenza di genere tra gli argomenti dei corsi, mentre si è sviluppato un ulteriore confronto con le organizzazioni di categoria dei tassisti e degli autisti, per favorire una maggiore attenzione e sensibilità al problema. Dopo aver disegnato la mappatura delle zone a rischio nei vari quartieri, sono stati avviati dei progetti-pilota con alcune associazioni delle donne, già approvati dai quartieri, come il progetto “Macho free zone. Desideri, esperienze, strategie contro la violenza alle donne” nei quartieri di San Vitale, Savena e San Donato o i corsi di autodifesa rivolti alle donne. Numerose le iniziative e gli incontri rivolti alle scuole e i dibattiti cittadini, con la partecipazione di scrittori e scrittrici, come Dacia Maraini, mentre, oltre all’inserimento di nuove pagine sul tema nel sito del Comune (www.iperbole.it), si è avviato un dialogo con l’Ordine e l’Associazione dei Giornalisti per studiare nuove modalità di comunicazione sul tema. Ma è nodale il Coordinamento cittadino istituzioni e associazioni.

E gli investimenti in programma?
La domanda di servizi per la prima infanzia a Bologna è molto alta e le liste di attesa sono alquanto lunghe, sia per l’incremento demografico, sia per la maggiore propensione al servizio di nido. Nel 1999 la richiesta riguardava 31 bambini su 100, oggi il numero è salito a 46. L’adozione di un nuovo regolamento ha consentito la regolazione dell’accesso secondo criteri di maggiore equità. Inoltre non lasciamo intentata nessuna opportunità per ampliare l’offerta. Per migliorare la gamma delle opportunità del servizio è stata prevista la realizzazione di nidi, in luogo di lavoro aperti anche al territorio, con la partecipazione dell’azienda alla copertura dei costi di gestione. Di recente è stato firmato il protocollo d´intesa tra il Comune e la Ducati per la realizzazione di un nido d´infanzia a gestione pubblica in luogo di lavoro. Il nido, che aprirà entro il 2009, si chiamerà "Cucciolo", in onore della prima moto realizzata dalla nota azienda di Borgo Panigale.
Più in generale sono previsti interventi a sostegno delle madri e dei padri, come l’assegno per la maternità e paternità, e sempre nell’ambito 0/6 anni, la creazione di un “Albo delle baby sitter” che raccoglie le numerose esperienze di formazione nate sul territorio, qualificate mediante percorsi tirocinio da svolgere presso le nostre strutture.
Mancano ancora le risorse per attuare i bilanci di genere, tuttavia abbiamo già segnato significativi passi in quella direzione, anche adottando alcune procedure gendeer-oriented - l’analisi di genere - per una lettura di genere dei dati del bilancio sociale del Comune. Inoltre insieme con la Vicesindaca Adriana Scaramuzzino, stiamo realizzando un’analisi dei servizi comunali in un’ottica di genere. Altre pubblicazioni, che comunicano a madri e padri, tutte le opportunità per i figli e le figlie da 0 e 3 anni, vengono inviate periodicamente ai cittadini.

Come sono i rapporti con le altre amministratrici?
La qualità delle relazioni è determinante: ci si intende solo dove esiste già un tessuto comune o dove lo si costruisce. Solo in questi casi è più agevole operare in sinergia con altre amministratrici.

Che cosa di sé ha portato?
Si è trattato di una scelta nuova di vita. Finora avevo guardato il mondo da altri punti di vista, quello della politica delle donne, quello di avvocata, di studiosa; per la prima volta mi sono misurata con i problemi della concreta gestione dei bisogni della città attraverso la mediazione politica. Ho portato in questo ambito il mio vissuto, le mie idee, le mie esperienze politiche e professionali.

Quali le maggiori difficoltà incontrate?
Il bilanciamento e la linea di confine tra la dimensione politica e quella tecnico-amministrativa non è sempre facile, soprattutto in un momento di grandi limitazioni di spesa che costringono più a difendersi dall’emergenza che a sviluppare pratiche innovative.

D. La politica è un piacere o un dovere?
Piuttosto una sfida. Malgrado il tentativo di cogliere i lati più piacevoli di questa esperienza per me nuova, ho vissuto molte tensioni e difficoltà rispetto alle logiche della “politica tradizionale”. La politica è un dovere che dovrebbe indurci a muoverci tutte e tutti insieme, in squadra, superando per l’interesse pubblico i protagonismi personali. Il piacere è dato dalla capacità di saper raccogliere la coralità delle tante differenti voci della città e di tradurle in iniziative incisive di cambiamento.
(11 aprile 2007)

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