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Stranieri ovunque, anticipazioni sulla Biennale d’Arte di Venezia 2024

Stranieri ovunque, anticipazioni sulla Biennale d’Arte di Venezia 2024

Dal 20 aprile al 24 novembre 2024 la 60esima Esposizione Internazionale d’Arte che si terrà ai Giardini e all’Arsenale

Giovedi, 01/02/2024 - La 60esima edizione, curata dal brasiliano Adriano Pedrosa, con la partecipazione di 332 tra artiste e artisti, sarà una celebrazione dello straniero, dello “strano”, del lontano, del queer.
Nella conferenza stampa tenutasi nella Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian, e in diretta streaming, il presidente uscente della Biennale di Venezia, Roberto Cicutto, e il direttore artistico, il curatore brasiliano Adriano Pedrosa, hanno svelato come sarà la 60esima Esposizione Internazionale d’Arte che si terrà ai Giardini e all’Arsenale dal 20 aprile al 24 novembre 2024.
Nella storia della Biennale, Adriano Pedrosa, direttore del Museo d’Arte di San Paolo del Brasile, è il primo curatore a provenire dal Sud America. Per oltre un secolo, infatti, si sono avvicendati alla guida dell’Esposizione Internazionale d’Arte più prestigiosa al mondo, critici d’arte europei o statunitensi, salvo il caso del compianto Okwui Enwezor, nigeriano, ma vissuto tra New York e Monaco di Baviera, che curò la Biennale di Venezia nel 2015. Non è un caso, perciò, se in questa edizione della Biennale uno dei temi centrali sarà quello della decolonizzazione, come già avvenuto con la Biennale di Architettura, appena conclusa, curata dall’architetta e scrittrice ganese Lesley Lokko, e nel 2022 con l’ultima, controversa edizione di Documenta, curata dal collettivo indonesiano Ruangrupa.
La decolonizzazione, intesa soprattutto come una critica alla tradizione eurocentrica dell’arte, sarà quindi una parola chiave di questa 60esima edizione, un tema che ricorrerà anche nelle scelte autonome di numerosi Padiglioni nazionali (quest’anno sono 90 le partecipazioni nazionali), quasi ubbidendo a una sorta di “spirito del tempo”, come ha osservato Pedrosa.
Venendo al titolo, Stranieri ovunque (Foreigners Everywhere), che rimanda a una condizione politica, sociale ed esistenziale molto comune nella nostra epoca, è tratto da una serie di sculture al neon con la scritta “Stranieri ovunque” realizzate in varie lingue, a partire dal 2004, dal collettivo Claire Fontaine, nato a Parigi e con sede a Palermo. L’espressione è stata ripresa a sua volta dal nome di un omonimo collettivo torinese che nei primi anni Duemila combatteva contro il razzismo e la xenofobia in Italia. Si tratta dunque di un tema universale di grande attualità, osservato dal Sud del mondo. “A livello personale – ha raccontato Pedrosa – mi sento molto coinvolto dai temi della mostra. Ho viaggiato e vissuto a lungo all’estero dove, seppure da una condizione privilegiata, ho sperimentato spesso il trattamento riservato agli stranieri del Terzo Mondo. Mi identifico, inoltre, come queer, il primo curatore dichiaratamente queer della Biennale di Venezia”.
Nelle lingue latine, infatti, generalmente lo straniero è anche lo “strano”, perciò, oltre all’emigrazione e alla decolonizzazione, un altro aspetto centrale della mostra riguarderà gli individui queer (“strano”, in inglese, un termine usato in passato in senso spregiativo nei confronti degli omosessuali, ma che oggi è rivendicato con orgoglio da chi rifiuta le convenzionali etichette di orientamento sessuale). In particolare, il tema dell’artista queer, e più in generale di chi è stato messo ai margini dal mondo dell’arte, attraverserà dunque in modo trasversale tutta la mostra, ma avrà anche una sezione specifica alle Corderie dell’Arsenale.

I visitatori saranno introdotti nell’atmosfera della mostra tramite due opere di grande impatto visivo, che li accoglieranno nelle due sedi: ai Giardini, la facciata del Padiglione Centrale sarà decorata da un murale del collettivo brasiliano Mahku, mentre all’Arsenale la prima sala ospiterà un intervento del collettivo maori Maataho, dalla Nuova Zelanda.
Come principio guida, Pedrosa ha seguito quello di privilegiare artisti che non abbiano mai partecipato alla Biennale di Venezia. L’esposizione si articolerà quindi in un “nucleo storico” e un “nucleo contemporaneo”. Il nucleo contemporaneo presenterà alle Corderie una sezione speciale dedicata all’Archivio della Disobbedienza (Disobedience Archive), un progetto composto da video realizzati da 39 artisti/e attivisti/e, dagli anni Settanta a oggi, raccolto e curato da Marco Scotini. Il nucleo storico, invece, attraverso opere del XX secolo di artisti/e provenienti dall’Africa, Asia, Medio Oriente e America Latina, offrirà una rilettura del fenomeno del modernismo visto da una prospettiva differente, quasi del tutto inedita. In particolare, sono state individuate tre macro-aree per indagare il fenomeno: l’arte astratta, il ritratto e la cosiddetta “diaspora italiana”, ossia artisti italiani che si sono affermati all’estero, come la pittrice argentina Lidy Prati (figlia di italiani emigrati) o l’architetta Lina Bo Bardi, nata a Roma ed emigrata a San Paolo.
Pedrosa ha evidenziato infine come, all’interno della mostra, siano emersi due motivi affascinanti, che appaiono ricorrenti nelle diverse sezioni: da un lato l’importanza dell’arte tessile, dall’altra la numerosa presenza di artisti, molti dei quali indigeni, legati fra loro da vincoli di sangue.
Per quanto riguarda il Padiglione Italia all’Arsenale, curato da Luca Cerizza, presenterà il progetto Due qui / To hear dell’artista Massimo Bartolini, con contributi appositamente ideati da musicisti/e e scrittori/scrittrici.
Infine, su proposta di Pedrosa e in sintonia con lo spirito della mostra, i leoni d’oro alla carriera della Biennale Arte 2024 sono stati attribuiti all’artista brasiliana (italiana di nascita) Anna Maria Maiolino e all’artista turca (residente a Parigi) Nil Yalter. Entrambe esporranno alla Biennale quest’anno per la prima volta. La cerimonia di premiazione si terrà il giorno dell’inaugurazione della manifestazione, sabato 20 aprile 2024 a Ca’ Giustinian, sede della Biennale di Venezia.

Per ulteriori informazioni si rimanda al sito ufficiale della Biennale Arte 2024: www.labiennale.org
 

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