Note di lettura - L'antiburattinaio. Pasolini e le ragioni del dissenso di Maria Laura Gargiulo / Le tribolazioni di una cassiera di Anna Sam / Carafa Di Noja. Tre storie di famiglia di Chiara De Natale Maurri / Vite Intrecciate di Lucia Manolescu /
Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2009
Pasolini, letto al femminile
Nell’appassionante saggio Maria Laura Gargiulo analizza l’intera opera di Pierpaolo Pasolini (letteraria, poetica e cinematografica, oltre agli interventi sui quotidiani) e ne emerge con forza un uomo intero, integro, onesto (soprattutto dolorosamente onesto con se stesso), polemico e rabbioso, ed infinitamente amorevole e compassionevole verso l’umanità. Nelle belle pagine si alternano poesie e testi che restituiscono il ritratto di una persona spesso ricordata per le sue trasgressioni, giudicata per le sue scelte sessuali, ma che, da vero artista, non nasconde nulla del sé e rivendica la sua unità. L’autrice, con un punto di vista tutto femminile, fa partire le narrazione dalla vita familiare del poeta, dalla quale emerge un universo antitetico in cui il padre oppressore esercita la propria autorità violenta sulla madre. Da questo dualismo Gargiulo ne fa derivare tutte le scelte future: spirituali, intellettuali, politiche. Tra gli innumerevoli spunti di riflessione appaiono illuminanti le considerazioni fatte sulla figura dell’intellettuale che dovrebbe “allargare senza fine il proprio orizzonte visivo, su tutti i campi, in tutti i sensi”, infatti “la libertà si manifesta forse soprattutto nell’operazione del ‘capire’ e tale operazione non ha limiti”. Le riflessioni sul Potere, sul neocapitalismo, sull’imborghesimento del mondo, sull’omologazione culturale e l’appiattimento politico di Destra e Sinistra, entrambe risucchiate dalle lusinghe edonistiche della società consumistica, sono così cocenti nella loro dolorosa attualità che ci si ritrova nello stesso disincanto di Pierpaolo Pasolini: “Così scompare l’ultima speranza di un rinnovamento dei valori attraverso la rivoluzione comunista. Questa speranza è diventata utopia, almeno per me”. (nadia angelucci)
L'antiburattinaio. Pasolini e le ragioni del dissenso.
Maria Laura Gargiulo
Edilet, pp 152, euro 12
Hostess di cassa? No, cassiera
Il mondo visto dalla cassa, o meglio dalla cassiera. Dal punto di vista di quel tipo di donna che il senso comune vorrebbe sempre passiva, obbediente, anche un poco stupida. Anna Sam, divenuta un caso editoriale in Francia - anche grazie al suo blog caissierenofutur.over-blog.com - ha deciso di svelare quel che si cela dietro lo stereotipo. La scrittura per uscire dalla frustrazione di un lavoro ripetitivo ma anche per ribadire che la “cassiera” è intelligente e capace come tutti gli altri. Nel suo libro appena tradotto in Italia si presenta così: “Il mio nome è Anna, ho ventott’anni, una laurea in lettere e un’esperienza della vita particolare e banale al tempo stesso. Ho lavorato otto anni nella grande distribuzione, prima per pagarmi gli studi e guadagnarmi l’indipendenza economica, e poi, non riuscendo a trovare un lavoro nel mio campo, per diventare, come si suol dire elegantemente: hostess di cassa. Una cassa che non mi consente grandi scambi tranne i bip che emette con regolarità quando passo al lettore ottico i diversi articoli. A forza di sentire questo rumorino mi sembrava di essere diventata io stessa un robot”. Un robot che in un giorno si ritrova a dire in media 250 “Buongiorno”, 250 “Arrivederci-Buona giornata”, 500 “Grazie”, 200 “Ha la Fidelity Card?”, 70 “Il suo codice per favore” etc.
Alienante è dire poco, ma si può uscirne con ironia raccontando “tutti i piccoli incidenti che accadono quotidianamente nella vita di una cassiera qualunque” e soprattutto smascherando le poche virtù e i molti vizi dei clienti. Ce ne sono di tutti i tipi: “i ricchi e i poveri, i complessati e gli sboroni, quelli che ti trattano come se fossi trasparente e quelli che ti dicono buongiorno, i fanatici che smaniano in attesa dell’apertura e quelli che sistematicamente aspettano l’ora di chiusura. Ci sono quelli che cercano di rimorchiare e altri che insultano. Chi osa dire che nella vita di una cassiera non succede mai niente?”. (barbara romagnoli)
Le tribolazioni di una cassiera
Anna Sam
Ed Corbaccio, pp 182, euro 12,60
Non solo ‘storie di famiglia’
Si tratta di tre storie di famiglia, come dicono il sottotitolo e la dedica, la quale specifica che la madre dell’autrice è la pronipote di quel Tommaso, protagonista della storia più consistente per numero di pagine. Poteva derivarne un libro entusiasmante solo per chi l’ha scritto, invece la narrazione mantiene un tono vicino all’ironia, alla distanza scientifica e a quelle forme d’oggettività storica e creativa insieme, che sanno tenere a bada e scansare qualsiasi tentazione di memorie melense. I lettori sono coinvolti poiché i personaggi e le oro azioni sono narrati con un interesse speciale per il particolare e per l’intreccio tra le singole storie e la Storia, producendo due vantaggi. Da un lato le singole persone agiscono in un ambiente storico, conosciuto dai più, i quali vengono messi in condizioni di accomodarsi e di sentirsi a proprio agio, fino a lasciarsi coinvolgere dalla quotidianità inedita di certi personaggi. Dall’altro il Risorgimento, l’Illuminismo e le lotte tra famiglie nella Sicilia del ‘500 s’animano d’una luce speciale, attraverso l’interpretazione originale della De Natale: se non ci sono dubbi sul luogo e sul tempo (il Regno delle due Sicilie e la corte del re Ferdinando in particolare, dall’illuminismo all’unità d’Italia, nel primo racconto; la Parigi di Jean Jacques Rousseau nel secondo e Sciacca di Sicilia nel 1550 nel terzo) poi tutto si complica, seguendo le avventure dei protagonisti, Tommaso, Giovanni e Francesco, della casa Carafa Di Noja. Perché questi ragazzi, descritti nel momento della giovinezza, quando il corpo, la mente e lo spirito raggiungono il massimo dello splendore, ci portano in mezzo ai fatti, ai personaggi e ai vari movimenti della Storia, fuori dagli stereotipi, che ciascuno si è fatto sugli illuministi francesi, sui Borbone, sui Papi, sui liberali, sui rivoluzionari e sui siciliani. (marilena menicucci)
Carafa Di Noja. Tre storie di famiglia
Chiara De Natale Maurri
Ed Flegias, euro 9,90
L’importanza della parola
Il romanzo - che si basa su fatti realmente accaduti, tristi ma a volte non più della realtà - è scritto prevalentemente per le donne, riflette un passato e un futuro del loro mondo. La giovane protagonista Gena, originaria di un paesino di campagna rumena si trasferisce con i genitori nella Capitale e qui incontra l’amore, ma la sua natura delicata, la sua purezza d’animo, l’amore sincero di cui solo lei sembra portatrice saranno fonte di invidia, incomprensione ed equivoci, che condurranno la sua vita, e quella di chi l’ama, verso una rovinosa caduta. Si intrecciano le storie dei figli con quella dei genitori, le vicende dei ragazzi con quelle degli adulti. L’importanza della parola, non detta o detta troppo, portatrice di malintesi, si rivela essere il filo conduttore della sorte umana, fino al tragico epilogo finale.
Vite Intrecciate
Lucia Manolescu
Ed Thyrus, pp 344, euro 21,00
L’intervista / Elisabetta Pasquali
“Il gusto del Picchio” (ed Robin, pp384, euro 16,00) è primo romanzo il Elisabetta Pasquali. Un esordio importante per intensità: si parla di malattia mentale in maniera profonda e appassionante. Un debutto raro, per una autrice briosa e nello stesso tempo avvincente, rappresentativo di un “nuovo laboratorio di scrittura di donne”. Le protagoniste sono due donne che entrano in relazione a partire da un rapporto psicoterapeutico che si trasforma in un vincolo affettivo. Le vuoi descrivere?
Elena, psichiatra/ psicoterapeuta, già dalle prime pagine si svela domandandosi “chi sono io”, e la risposta si comprenderà solo nelle ultime pagine, dopo una esperienza di relazione profonda e preziosa con Clara, la sua paziente. E’ un’anomalia perché Elena dovrebbe essere quella che dà sicurezze per aiutare Clara a uscire dalla malattia. E’ una donna insicura, anche se professionalmente preparata e competente.
Clara è una giovane donna bulimica e alcolista. Nasce e cresce in una famiglia dell’alta borghesia, figlia di una madre palesemente tradita dal marito, che sfoga il suo dolore trasferendolo costantemente nel rapporto con la figlia, rendendole la vita assolutamente insostenibile. La costringe ad abortire, la fa arrivare al tentato suicidio. Clara non ha bisogno di una psicoterapia, bensì di una persona che per la prima volta le insegni ciò che nessuno le mai trasmesso: l’amore. E’ un’altra donna, Elena, che comprende la sua angoscia e le dona quello che Clara non ha mai avuto: l’amore e l’affetto. Questo rapporto simbiotico le aiuta reciprocamente, ma non salva Clara, mentre rende palesi le insicurezze di Elena che saranno svelate nelle ultime pagine del libro.
Il libro affronta anche la violenza familiare, intesa come causa di devastazione che può provocare nei suoi componenti. Non accade spesso che la famiglia sia nominata per la violenza che contiene e rovescia sul sociale.
Nel mio libro questo concetto è rappresentato in modo sotteso e si comprende proprio nel malessere che le due protagoniste vivono. Attraverso il loro rapporto riescono a trasmettere completamente tutta la loro sofferenza che si che non si risolve per una protagonista, ma che libera finalmente l’altra. Si tratta di una violenza che è maschile e domestica non tanto perchè praticata da uomini ma perché è il retaggio di una struttura familiare con ruoli cristallizzati e piuttosto rigidi. Le due protagoniste vivono in un mondo mutato, nonostante ciò appartengono a un certo ambiente culturale ancora presente e quindi devono vivere nella clandestinità. Pur non essendo un libro che parla di lesbismo, racconta, in modo, credo, originale e forse anche nuovo la relazione di rispecchiamento e riconoscimento fra donne che non esiste fra gli uomini. (maria grazia negrini)
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