Login Registrati
Storie d’amore inventato

Storie d’amore inventato

UDI - L'associazione compie 65 anni. In occasione della festa a Roma presentato il libro di Loredana De Vitis

Colanicchia Ingrid Martedi, 30/11/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2010

“Riconoscere le origini è sempre utile per non perdere di vista da dove si è partite e per sapere meglio dove si vuole approdare”. Così scriveva quest’estate la delegata nazionale Pina Nuzzo in una lunga Lettera al tempo di mail in cui, spiegando perché l’Udi l’anno prossimo andrà a Congresso, ne ripercorreva la storia: 65 anni che l’associazione ha festeggiato il 2 ottobre scorso a Roma, nella sede dell’Udi nazionale, con la presentazione, tra le altre cose, del libro Storie d'amore inventato di Loredana De Vitis.

Di seguito pubblichiamo un estratto dell’intervento con cui la giovane autrice, dell’Udi Macare, ha presentato il suo volume fresco di stampa (il libro è disponibile su http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=516605 e a richiesta nelle librerie Feltrinelli).



“Buongiorno a tutte e buon compleanno all’Udi. Mi piacerebbe compiere 65 anni proprio come lei: con un passato ricchissimo, la capacità di leggere il presente, il desiderio di agire nel futuro. (…)

Un giorno d’agosto ho chiesto a Pina (Nuzzo, ndr) di fare quattro chiacchiere davanti a un caffé. Quel giorno le ho parlato del mio desiderio di presentare per la prima volta ufficialmente il mio primo lavoro narrativo qui, all’Udi. Sentivo di dovere all’Udi molto, in definitiva di dovere all’Udi l’averlo pubblicato e l’averlo pubblicato nel modo che vi racconterò. (…)

Veniamo al punto: cosa devono all’Udi le mie storie d’amore inventato? Per molti anni ho sentito come un peso difficile da sostenere tutto il mondo attorno a me. Mi sentivo costantemente inadeguata, per i motivi più svariati. A un certo punto me ne sono stancata. Ho cominciato a far leggere i racconti. Le donne dell’Udi Macare, nel Salento, mi hanno detto subito di trovarli interessanti. Forza, pubblicali! Era come essere stata ‘autorizzata’ a scommettere definitivamente su di me.

Venivo fuori da anni intensi di lavoro politico con le donne a me vicine, ma anche di esperienze nazionali che mi hanno messo in contatto con aspetti molto profondi di molte donne e di me. Mi riferisco alle scuole politiche, all’essere stata componente del gruppo che ha promosso il comitato nazionale Quando decidiamo noi, e più di recente a uno dei finesettimanadipolitica (organizzati dall’Udi nella sede nazionale, ndr).

Ho avuto la possibilità di ascoltare storie, ho riflettuto su queste storie e sulla mia, ho capito cosa intendessi per amore, ho pensato al rapporto tra la realtà e l’immaginazione e tra la realtà e l’immaginario. Alla fine mi sono sentita capace di essere me nel mondo. Ho fatto scelte molto personali, poi ho tirato fuori i racconti su cui da tanto lavoravo e… li ho pubblicati da me. Li ho impaginati e revisionati, ho impostato la copertina, scelto uno dei miei disegni per illustrarla, pubblicato il tutto con un servizio on line di autoproduzione e scelto la distribuzione.

Arrivato il momento della dedica, un altro gesto politico. Storie d’amore inventato non è la mia prima pubblicazione, tra l’altro anche il mio reportage Welcome to Albània è stato presentato qui, all’Udi. Ma per questi racconti, per questo primo lavoro d’altro genere rispetto alla mia attività consolidata, per questo sogno cui tengo moltissimo, ci voleva una dedica speciale. Per questo ho deciso di dedicarlo a me. A chi lo devo? A me, solo a me. (…)

Cosa è successo poi? È successo che, per promuoverlo, ho pensato di realizzare un booktrailer. In questo video, che trovate su youTube, lettori e lettrici che hanno letto in anteprima i racconti li raccomandano per qualche ragione. Divertente. Uno dei ragazzi intervistati dice: ‘Li regalerei a donne femministe’. Non ho voluto indagare su cosa intendesse esattamente, ma ho trovato e trovo la cosa molto interessante. E poi è successo che un giovane uomo, dopo aver letto i racconti, mi abbia scritto: ‘Non condivido fino in fondo, ma capisco’. Ho pensato: cosa? Poi ho capito che non m’importa saperlo, che già questo è qualcosa e va bene così. E poi è successo che i commenti delle lettrici mi facciano ancora riflettere, ancora interrogare, a volte mettere in crisi.

Insomma ho capito che tutto questo significa, nel mondo, essere me”.



(29 novembre 2010)

Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®