Martedi, 28/03/2017 - E' la storia di un uomo, per giunta di un prete. Ma l'ha scritta una donna amabile che non lo ha conosciuto ma l'ha scelto per una narrazione affettuosa. Mariangela Maraviglia è una studiosa che, scelto un oggetto di ricerca, ne fa subito un soggetto suo. Aveva già scritto un libro su don Primo Mazzolari, un altro dei preti del secolo scorso importanti non solo per la storia della Chiesa. Oggi torna anche l'interesse per don Milani che, anche lui, dà ai contemporanei la misura di come si arrivi presto ad essere datati, ma anche il bisogno di fare storia per non restare a scoprire perennemente l'acqua calda. Infatti la famosa "Lettera a una professoressa" - a partire dalla scelta femminile della destinazione (perché non a un professore, se voleva criticare l'istituzione?) è un documento, non più una guida: oggi anche Gianni è laureato, mentre quel Pierino, che sapeva le parole "di classe" che emarginavano i poveri, ha oggi bisogno di essere alfabetizzato come l'ex-proletario: il lessico si è impoverito per entrambi. E la responsabilità è certo della scuola, ma anche del nonno che andava a Barbiana ma che poi si perdeva a guardare la tv, mentre suo figlio si sta perdendo sui social, i cinguettii e le faccine.
David Maria Turoldo è certo meno conosciuto fuori dal mondo cattolico progressista, mentre è un personaggio che ha percorso a grandi passi non solo metaforici (era un gigante) il secolo scorso, quello in cui sono nati tutti quelli che nel 2017 hanno l'uso di ragione e votano. Avendolo conosciuto so che sarebbe furioso: uno come lui, che si era fatto la lotta partigiana ed era stato sempre presente in tutte le posizioni critiche più ardite fuori e dentro la sua chiesa, sgriderebbe il mondo, noi auropei in particolare, per i nazionalismi, la xenofobia, gli egoismi e l'indifferentismo, contento, forse, della globalizzazione del mondo e sicuramente della presenza di papa Francesco. Ma, ancora una volta, sarebbe pronto a non perdere occasione di interpellare tutti, predicando a viso aperto. Era così quando, sul pulpito con voce tonante, predicava in Duomo a una Milano occupata dai tedeschi la guarigione del cieco, invito ad aprire gli occhi: dovettero piantonare la porta della chiesa. Ma anche dopo la liberazione rivolgeva le parole non ambigue del Vangelo ai milanesi conservatori del dopoguerra. Il card. Martini che ne celebrò il funerale lo ha consegnato alla storia definendolo, come era, "poeta, profeta, disturbatore delle coscienze, uomo di fede, uomo di Dio, amico di tutti gli uomini". L'ho conosciuto e, seguendo l'appassionata ricerca di Mariangela, mi rendo conto che testimonianze così non debbono andare perdute. P.Davide si collocava a sinistra dal tempo del Fronte della Gioventù "per un bisogno di precisa giustizia" e "perché non è vero che l'amore, e tanto meno quello cristiano, sia imparziale". Voleva tuttavia essere solo un prete: essere definito prete di sinistra, moderno,scomodo erano "chiodi di una crocifissione non riuscita"; forse gli piaceva di più "prete di strada", se anche i poeti percorrono le strade. Comunque "scomodo" lo era davvero, per prima cosa anche a se stesso: per la sua insopprimibile voglia di sapere, per la curiosità rivolta a tutto ciò che è umano. L'Uomo (intitolò così una rivista) era il suo fine e l'oggetto della salvezza; anche se non poteva identificare "la Donna" nell'umano maschile, l'Uomo era per lui la verifica di Dio da incrociare nella storie. L'ordine dei Serviti dovette più volte trasferirlo, senza condannare mai un temerario che, come disse il card: Schuster, era "il buono e ingenuo e candido p.David (con) il suo gran cuore e la bella intelligenza": con sua gran meraviglia finiva per cacciarsi nei guai solo perché voleva essere un prete "fedele". Come tale Mariangela Maraviglia ce lo racconta, con la stessa amicizia che si deve avere anche per chi appartiene già alla storia ma è un amico e, come dice il poeta Turoldo, "Sorridendo nella dolcezza dell'amicizia / Poiché nella rugiada delle piccole cose / il cuore ritrova il suo mattino e si ristora".
cfr. Mariangela Maraviglia, David Maria Turoldo, Morcelliana, 2016
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