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Storia di Lia

Storia di Lia

Lia Pensabene - "...è un viaggio, è una spezia, è un racconto"

Borrelli Marika Lunedi, 26/04/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2010

Lia è un viaggio, è una spezia, è un racconto. È un alfabeto, è un sarhi, è una foglia di tè. Lia dai lunghi orecchini, unico segno esotico esterno, Lia dalla vita traboccante di esperienze multiculturali. Lia Pensabene, da Forino, Irpinia, entroterra appenninico meridionale, eppure terra di rivelazioni femminili di successo e realizzazione. Si è laureata all’Istituto Orientale di Napoli, specializzandosi in linguistica indiana. Parla e scrive l’Hindi una delle lingue componenti quel melting pot culturale e glottologico che è l’India moderna, luogo dell’anima, con i suoi residui kiplinghiani e colonialisti ricoperti ormai dalla straripante spiritualità del suo popolo. Organizza il suo primo viaggio a Delhi nel 1983 e poi torna ancora in quella nazione per altre sette volte. Per dodici anni è stata insegnante precaria di lingue, fino a che il Ministro dell’Istruzione ha deciso di poter fare a meno anche di lei. La scuola le manca come occasione di scambio e di confronto con le persone e con i ragazzi, ma riesce a vivere questa sua condizione di neo-disoccupata con molto distacco zen, anche perché da quando ha realizzato il suo progetto di associazione culturale “Satya-Yuga” (www.satya-yuga.net) si confessa molto appagata e piena di idee ed iniziative. Satya-Yuga significa “Epoca della Verità” ed è un vero e proprio tributo alla terra cui sente di appartenere, quale fosse una passata reincarnazione. Scopo dichiarato dell’Associazione è la diffusione della multiculturalità. Obiettivi che raggiunge attraverso una serie di iniziative già realizzate. È un’associazione creata da donne alle quali si è rivolta principalmente, ma è stata ed è seguita anche da tanti uomini. Ha cominciato con l’evento intitolato “La Bottega delle Spezie”, che è una sorta di incontro culturale tra diversità, osservate attraverso la scoperta delle innumerevoli spezie ed aromi del mondo, simbolo di viaggi e di viaggiatori. La via del tè o la via del pepe hanno segnato le tappe della civiltà e delle scoperte. Poi, la giornata del “Chae-Cheye” (si legge ciaie-ceiè e letteralmente significa “Desidera un tè”, un’esortazione), che rende un po’ il nostro “Ti posso offrire un caffè?”. È il refrain nazionale che nelle strade dell’India ne compone la soundtrack, il mormorio, dalla pronuncia lieve come l’acqua dei ruscelli, che invita la gente alla convivialità lungo le affollate strade di Goa, come di Delhi o Madras. La più importante delle iniziative di Lia ha per titolo “Fiabe dal Mondo”. Una due-giorni nei suoni di altre lingue – esotiche e non – attraverso la lettura di favole e racconti fatta da tante persone nella loro madre lingua: spagnolo, hindi, ukraino, russo, albanese, polacco, tanto per citare. L’emozione è al top quando i lettori, davanti a bambini magicamente attenti, hanno per poco o per tanto ritrovato un pezzo della loro storia, della loro terra e della loro infanzia. Alle fiabe, come corollario, sono seguiti gli “Alfabeti del Mondo”, una mostra di tabelloni con gli alfabeti umani. Inoltre, una exhibition, “Come indossare un sarhi”, arte in cui Lia è brava ed infine una “Cena Indiana”. Vorrebbe impegnarsi nell’artigianato. Ha ora davanti a sé l’immagine di un telaio da cui ripartire con la sua voglia di manualità, che è poi una costante nell’universo femminile. Possiede qualche nozione di tessitura e vorrebbe poter tingere i filati da utilizzare. Vorrebbe creare un laboratorio per la pratica di ogni altra manualità che fondi la creatività con le varie esperienze del mondo, ma vorrebbe anche ritornare in India con un altro dei suoi viaggi.





(26 aprile 2010)

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