L'esposto dell'UDI - Esposto al Procuratore Generale della Repubblica di Roma
Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2007
Noi donne dell’Udi, di fronte al ripetersi di delitti contro le donne,
chiediamo
al Suo Ufficio di attivare tutte le forme di indagine conoscitiva nei confronti di un fenomeno allarmante:
ci riferiamo
espressamente al comportamento omissivo di Presidii deputati alla tutela delle cittadine autrici di denuncie ed esposti, e
chiediamo
inoltre al Suo Ufficio di verificare se in tutto ciò sia da ravvisarsi l’esistenza di fattispecie penalmente rilevanti.
E’ penoso assistere alla morte di tante donne che, pure, pensando di vivere in una società civile, si erano in precedenza rivolte a coloro che ci devono difendere, parlando e denunciando.
Ricordiamo:
Debora Rizzato, morta a Trivero di Biella il 21 novembre 2005, dopo reiterate denunce, alla locale stazione dei carabinieri, delle persecuzioni di cui era fatta segno dal soggetto che aveva già scontato una pena per averla violentata minorenne, dieci anni prima.
Hina Saleem l’11 Agosto 2006 viene uccisa in Villa Carcina (BS) dal padre, dopo aver ripetutamente denunciato violenze e maltrattamenti. La prima denuncia sporta dalla vittima risale all’anno 2003, quando, essendo minorenne, per i reati subiti è prevista dal codice la procedibilità d’ufficio.
Antonella Russo il 20 febbraio 2007, dopo aver sporto denuncia alla locale stazione dei carabinieri, è stata barbaramente assassinata in Solfora (Av) dal convivente della madre che lei aveva già denunciato.
Solo tre casi, uno per ogni anno, ma le cronache sono piene di vicende come queste, dove le donne sono sottoposte alla continua tortura della paura della violenza, prima ancora che alla violenza stessa.
La concezione diffusa per cui a una donna si chiede di reggere tutto, in nome del quieto vivere, compresa la paura, compresi i rischi a cui è continuamente esposta ci pare una vera barbarie. Se poi una donna trova il coraggio di denunciare, si ritrova più sola di prima e anche più esposta perchè non dare credito alle parole di una donna, soprattutto da parte di istituzioni che dovrebbero tutelarla, legittima un uomo a passare dalle parole ai fatti.
Sottovalutare le parole delle donne, le loro denunce, i loro esposti, sono delle vere e proprie omissioni a carico del Comando Generale dell’Arma e del Ministero degli Interni che riteniamo responsabili della mancata salvaguardia delle cittadine e della loro prole.
Ci chiediamo se sia azzardato ritenere che nei casi appena descritti si delineino i contorni di una vera e propria omissione d’atti d’ufficio.
Chiediamo, pertanto, di individuare, con la finalità di perseguire, quei comportamenti che si delineano anche solo come concorrenti alla mancata salvaguardia, prevenzione del femminicidio nel nostro paese, che si traduce nei fatti in una vera e propria impunità.
Roma, 8 marzo 2007
Per le donne dell’UDI
Pina Nuzzo
Rappresentante legale Udi nazionale
UDI - Unione Donne in Italia, Sede nazionale, via dell’Arco di Parma 15, 00186 Roma Tel 066865884 www.udinazionale.org udinazionale@tin.it
(03 aprile 2007)
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