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Stop a ogni tipo di violenza

Stop a ogni tipo di violenza

Emilia Romagna - Due iniziative della Regione per contrastare la violenza sulle donne

Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2006

Stop ad ogni forma di violenza
Una risoluzione in Regione

«La violenza sulle donne è un fenomeno che sta crescendo in modo devastante, basata su di una cultura prevaricatrice, che nega alle donne pari opportunità e pari diritti e legittima la violenta appropriazione o soppressione del loro corpo».
Così la pensa Gabriella Ercolini, del gruppo Uniti nell’Ulivo Ds della Regione Emilia-Romagna, che ha presentato sull’argomento una risoluzione (che sarà discussa prossimamente) in cui sollecita la Giunta a potenziare le azioni rivolte a contrastare la violenza sulle donne e invita il Governo a contrastarla in ogni modo, ponendo questo obiettivo tra le priorità nel definire politiche di uguaglianza e pari opportunità fra i due generi.
L’iniziativa prende le mosse dal drammatico elenco di episodi che, nelle ultime settimane, hanno portato alla morte una serie di donne: ben nove sono i casi che vengono ricordati nella risoluzione.
«La maggior parte di questi episodi di violenza – prosegue Gabriella Ercolini – è stata perpetrata all’interno del contesto familiare. Basti qualche statistica: addirittura un omicidio su quattro avviene, ogni due giorni, fra le mura domestiche e il 70 per cento delle vittime sono donne. Non solo: la prima causa di morte violenta delle donne, fra i 16 e 44 anni, sia nei Paesi ricchi che nei Paesi poveri, è la violenza che subiscono in famiglia o da uomini con i quali hanno stabilito legami affettivi. Mi pare che ce ne sia abbastanza per giustificare l’inserimento di questo triste fenomeno tra le priorità dell’attività del Ministero della Famiglia».
Alla Giunta regionale la consigliera diossina chiede invece di potenziare i finanziamenti alla “Casa delle donne per non subire violenza” e ad attivare un maggiore collegamento fra scuola, servizi territoriali e consultori per adolescenti, al fine di intervenire nelle politiche educative sulla relazione fra uomo e donna; a concertare con gli organismi che tutelano l’ordine pubblico le strategie di accoglienza della denuncia della violenza subita; a consolidare una politica sanitaria delle ASL che si faccia carico del supporto e della cura delle vittime di violenza; a procedere verso l’effettiva applicazione della Legge che prevede l’allontanamento del convivente in caso di maltrattamenti.


La violenza si combatte in treno
Un No alla violenza sulle donne detto in otto lingue. L’appello, affisso sui portapacchi dei treni regionali ed interregionali dell’Emilia-Romagna, è una tappa della campagna di sensibilizzazione e informazione lanciata dalla Regione con il titolo “La violenza sulle donne. Un fenomeno invisibile”.
Il messaggio multilingue (le locandine sono stampate in italiano, inglese, francese, spagnolo, russo, arabo, rumeno e polacco) ha un obiettivo molto importante: informare le donne che usano il treno per andare al lavoro, soprattutto extracomunitarie o neocomunitarie, dell’esistenza di Centri antiviolenza e servizi mirati al sostegno di quelle che subiscono abusi e soprusi, facendo così emergere il triste fenomeno dal sommerso in cui spesso resta relegato. La maggior parte delle violenze, infatti, si consuma a livello familiare, parentale o amicale e le vittime difficilmente trovano il coraggio di ribellarsi.
Per contrastare ogni tipo di violenza nei confronti delle donne e dei loro bambini – violenza fisica, sessuale, psicologica, di costrizione economica – sono attivi nel territorio regionale 11 Centri antiviolenza, riuniti in un Coordinamento regionale: la Casa delle donne di Bologna, SoS donna di Bologna, SoS donna Faenza, Centro donna giustizia di Ferrara, Filo donna di Forlì, La cicoria di Imola, Centro contro la violenza alle donne di Modena, Centro antiviolenza di Parma, Telefono rosa di Piacenza, Linea rosa di Ravenna, Casa delle donne-Associazione Non da sola di Reggio Emilia. A questi si aggiunge il Centro donna del Comune di Forlì. Gli interventi possono essere di semplice ascolto, di consulenza, di sostegno a vari livelli, fino all’accoglienza.
I Centri antiviolenza offrono, in modo particolare, servizi di prima accoglienza, percorsi di sostegno come i colloqui per aiutare le donne a sostenere le difficoltà causate dalla situazione di violenza, ospitalità temporanea nei Centri dotati di case rifugio e forme personalizzate di sostegno psicologico, gruppi di sostegno e consulenza legale.
L’iniziativa di sensibilizzazione e informazione è promossa dalla Regione e dal Coordinamento regionale delle Case delle donne e dei Centri antiviolenza, in collaborazione con Trenitalia e Ferrovie Emilia-Romagna.

A cura di Gabriella Ercolini e Laura Salsi, Consigliere regionali Gruppo Ds-Uniti nell'Ulivo Regione Emilia Romagna
(21 luglio 2006)

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