Venerdì, 20 Maggio 2011 ore 17 Sala Consiliare XVI Municipio Roma, Via Fabiola, 14
Mercoledi, 18/05/2011 - I messaggi pubblicitari che offendono le donne dalla cartellonistica stradale e che sono quelli più visibili e ingovernabili iniziano il loro cammino da lontano. La stereotipizzazione di genere si insinua già nei messaggi rivolti all’infanzia. Lo svantaggio è sempre tutto al femminile, ad esempio, una bambina che faccia “giochi da maschietto” viene considerata come più sveglia delle altre (maschile, con accezione positiva) mentre un bambino che giochi con le bambole viene visto come effeminato (femminile, bollato come comportamento debole). Di questo tiene conto il messaggio della pubblicità, il cui scopo è creare un bisogno per vendere un prodotto e anche la persona bambino è potenziale soggetto di consumo; in questa logica non c’è spazio per l’etica e questo consente che già nell'infanzia si inizi un percorso di induzione all'accettazione e “digestione” di stereotipi discriminanti.
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