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Stand up. Take action

Stand up. Take action

Presentate le Raccomandazioni della società civile al governo italiano in vista del Summit ONU sugli Obiettivi del Millennio

Venerdi, 17/09/2010 - La Campagna del Millennio delle Nazioni Unite, la Coalizione Italiana contro la povertà, la Caritas Italiana, la Federazione Italiana dello Scautismo e Uisp-Sportpertutti hanno presentato ieri a Roma, in vista del Summit delle Nazioni Unite sugli Obiettivi del Millennio (20,21,22 settembre a New York), il documento "Raggiungere gli Obiettivi del Millennio. Le raccomandazioni della società civile al governo italiano” e il programma delle giornate di mobilitazione "Stand up! Take action!" (17,18 e 19 settembre). A dieci anni dalla dichiarazione degli Obiettivi del Millennio, sottolinea il dossier della Campagna, si sono “registrati risultati senza precedenti nella lotta contro la povertà” ma ci sono ancora “ritardi inaccettabili”. Inoltre, la crisi alimentare, ambientale ed economica mondiale sta “ulteriormente aggravando la situazione, rischiando di compromettere i risultati fino ad oggi raggiunti e rappresentando una seria minaccia per i Paesi in via di sviluppo ed il futuro di tutti noi”.

Laura Ciacci e Sergio Marelli, portavoci della Coalizione Italiana Contro la povertà (GCAP Italia) hanno chiesto al al governo e al Parlamento italiani un segnale chiaro e concreto e un rilancio degli impegni assunti che fino ad oggi non sono stati compiuti. "L'Italia arriva al Vertice ONU sugli Obiettivi del Millennio priva di un piano per recuperare i propri ritardi nel raggiungere gli impegni presi verso i più poveri. Così facendo il Governo italiano non rispetta i suoi impegni internazionali e rischia di essere responsabile del mancato raggiungimento dei risultati dell'intera Unione Europea.” Sergio Marelli ha anche voluto mettere in evidenza come le statistiche degli ultimi giorni, in particolare quelle diramate dalla FAO e dal PAM che nel 2010 hanno rilevato 98 milioni di persone sottonutrite in meno rispetto al miliardo e 23 milioni registrato nel 2009, rischiano di far pensare che i problema sia superato. “Bisogna saper leggere con attenzione il dato. – avverte Marelli – La diminuzione si è avuta in paesi 'emergenti' come la Cina e l'India ma l'Africa Sub-Sahariana rimane affamata”.

“Alla vigilia del Summit delle Nazioni Unite sugli Obiettivi del Millennio - rileva Marta Guglielmetti, coordinatrice per l'Italia della Campagna del Millennio dell'Onu – i dati ci mostrano risultati incoraggianti ma manca ancora molta strada da percorrere. C'è poi da sottolineare che mentre alcuni dei Paesi più poveri hanno raggiunto gli obiettivi intermedi, i Paesi ricchi (tra cui alcuni membri dell'Unione Europea e in particolare l'Italia), sono ancora molto indietro nel mantenere gli impegni.”

Le Raccomandazioni al governo italiano contenute nel documento riguardano soprattutto gli aiuti allo sviluppo che, negli ultimi anni, sono diminuiti allo 0,10% del Pil anziché aumentare, come promesso, allo 0,7% entro il 2015. La società civile chiede poi “maggiori finanziamenti per la lotta alla povertà”; migliorare “l’efficacia degli aiuti”; trovare “meccanismi innovativi di finanziamento” (come la tassazione delle compravendite di titoli); iniziative per la riduzione del debito estero (a livello globale risulta aumentato da 2.152 miliardi di dollari nel 2000 a 3.719 miliardi nel 2008); “riformare le politiche agricole e commerciali, a partire dall’Ue”; rispettare gli impegni presi per il diritto alla salute, anche “versando i contributi 2009 e 2010 al Fondo globale per la lotta all’Aids”; giocare un “ruolo forte” per la “sostenibilità ambientale, la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici”; impegnarsi per il diritto all’istruzione, il diritto al cibo, il diritto all’occupazione.

La direttore generale della Cooperazione allo Sviluppo della Farnesina Elisabetta Belloni, intervenuta in rappresentanza del governo ha anticipato alcuni contenuti del documento finale che sarà discusso durante la conferenza di New York e in particolare l'ammissione dei paesi donatori a non potersi impegnare finanziariamente con più risorse, data la crisi economica mondiale. Proprio per questa ragione, ha proseguito, occorre identificare i cardini del nuovo contesto di intervento, a partire da una maggiore responsabilità dei Paesi emergenti che devono diventare gli attori del proprio processo di sviluppo.



(17 settembre 2010)

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