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Stai attenta: la parola ciclo la devi solo sussurrare

Stai attenta: la parola ciclo la devi solo sussurrare

Erano i giorni delle mestruazioni, che vivevo con le mie compagne quasi come una vergogna

Giovedi, 24/03/2022 - Mi ricordo gli anni di scuola da adolescente: io che stringevo in un pugno un piccolo fagotto bianco, che non dovevo far vedere a nessuno. Erano i giorni delle mestruazioni, che vivevo con le mie compagne quasi come una vergogna. Quasi come se dovessi chiedere scusa di averle con me. Di essere parte di me.
E guai se non avevi un assorbente con te. Era la fine, dovevi sussurrare a qualcuno se per caso nella borsa…nella piccola borsa di cuoio avessero l’aiuto richiesto.
Certamente eravamo alla fine degli anni ’70 e quindi non eravamo pronte a manifestarci in tutto il nostro essere, a dire che non c’era nulla di vergognoso nel mostrare i nostri giorni del ciclo, anzi potevamo dirlo con orgoglio, visto che il nostro essere donne si esprime nella bellezza di tutte le sue forme. Ma forse i tempi non erano maturi, anche se avevamo raggiunto grandi risultati sui diritti civili: divorzio, aborto, riforma del diritto di famiglia, pillola anticoncezionale. Ma sul diritto di dire con naturalezza “ho il ciclo” niente da fare.
E finalmente oggi… è rimasto tutto uguale, proprio così. Le nostre figlie continuano a stringere quel fagotto in un pugno con vergogna, sussurrano di andare in bagno al proprio insegnante. E guai se lo dicono ad alta voce o se chiedono alla scuola di avere gratuitamente un assorbente, come si riceve la carta igienica o il ghiaccio per il ginocchio sbucciato. Qualche ragazza ha avuto il coraggio di chiederlo ma si è sentita rispondere in segreteria che non avrebbero mai fatto quella richiesta così indicibile al dirigente. Un altro gruppo di ragazze ha chiesto tramite il rappresentante di classe al dirigente di avere assorbenti gratuiti solo per estrema necessità, ma si sono sentite rispondere che questo non avviene in nessuna parte del mondo, e non per cattiva volontà, ma proprio perché la voce nei titoli di spesa non c’è, anche a volere la crocetta dove la metto?
E dove la può mettere questa crocetta signore o signora preside, sul nulla chiaramente, perché scompariamo come ragazze anche sui titoli di spesa.
Per non parlare del fatto che gli assorbenti risultano un bene di lusso con una IVA sul prodotto molto alta. E anche qui come donne siamo invisibili, un costo che ci accolliamo in più senza nessuno che se ne prenda cura; ma che vuoi, è solo un fatto di donne.
Invitiamo le dirigenti a farsi carico di questa piccola battaglia, è più facile come inizio.
Elena Manigrasso

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