Stagioni poetiche, di Antonio de Lieto Vollaro, Cristina Parente, Lorenzo Traggiai e Gabriele Fabian
“Stagioni poetiche”, edita nel gennaio 2012 dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni per la collana editoriale “Trasfigurazioni”, è una raccolta poetica formata da quattro piccole e delicate sillogi “Vibrazioni Poetiche” di Antonio de
Venerdi, 23/03/2012 - “Odo, il gocciolar dei miei pensieri,/ a volte tenebrosi, altri leggeri,/ gioiosi o intriganti/ li sento,/ a volte cadere,/ come gocce pesanti,/ di un acquazzone estivo,/ o come cristalli di neve,/ poggiarsi soffici,/ dentro il mio ego.// […]” – “Nel silenzio…”
Antonio de Lieto Vollaro accarezza i suoi pensieri assimilandoli all’acqua, elemento necessario per la vita. Pensieri mutevoli, pensieri che si travestano nelle stagioni, ora in temporali estivi ora in quelli inverali; pensieri che cercano di comprimersi in diverse dimensioni per nascere ancora sotto il segno dell’Io poetico.
“Stagioni poetiche”, edita nel gennaio 2012 dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni per la collana editoriale “Trasfigurazioni”, è una raccolta poetica formata da quattro piccole e delicate sillogi “Vibrazioni Poetiche” di Antonio de Lieto Vollaro, “Graffiti Notturni” di Lorenzo Traggiai, “Polvere Poetica” di Gabriele Fabiani ed “Urla la vita” di Cristina Parente. Brevi raccolte che accedono alla realtà naturale per modificarla piegandola con le svariate possibilità del verso e, dunque, della comunicazione.
“Schizzano/ miriadi di luci ai/ bordi di occhi/ fissi su sfuocati/ punti rossi./ La leva è spinta/ decisa avanti/ tirata./ Il vento/ allunga le gocce/ di rugiada/ mentre il calore del maglione/ asciuga gocce/ di rabbia/ […]” – “08-10-2005”
Brevitàs, concisione del verso, ogni parola è razionata abilmente con durezza per affermare la possibilità di movimento, di immersione nelle modalità della musicalità. Vediamo come Gabriele Fabiani riesca a giocare abilmente con le parole narrando attentamente ed in poche lettere l’ambiente descritto.
“Presenza lontana/ annidata in giorni di luce/ quando mi sedevo sulle tue gambe/ e ascoltavamo il suono delle parole/ la paglia ora è spenta, luccica l’erba,/ profuma la lavanda mossa dal vento/ È rimasto il nostro libro di fiabe/ che tu mi leggevi d’estate/ […]” – “La sedia vuota”
Un’amabile malinconia si intravede nelle parole di Cristina Parente, “La sedia vuota” celebra il ricordo lontano, ma ancora ben presente, di un’estate mai scordata e che si annida nella mente come se fosse l’oggi. Un’estate nella quale la parole d’ordine era: ascoltare la dolcezza della fiaba ed assorbirla per il futuro.
“i neon ronzanti/ insegnano allo straniero/ locali tipici e artigianali// era un po’ che non avevamo/ un sabato per noi due/ da spendere in cena e in centro/ con la notte che scioglie/ le luci nelle pupille/ e il molo che rimedia all’odore dell’acqua/ […]” – “Città chimica”
Una poetica moderna ed accattivante portata avanti da Lorenzo Traggiai, che ci intrattiene con la sua “Città chimica” colma di luci e di arcaiche zone nelle quali innamorarsi nuovamente. Un autore descrittivo e discorsivo che abilmente colora gli ambienti e le condizioni sociali senza lasciarsi trasportare dall’enfasi della sua giovane età.
La copertina di “Stagione Poetiche” è una creazione del fotografo Fabio Costantino Macis.
http://fabiocostantinomacis.carbonmade.com/
Per leggere un’intervista ai quattro autori presenti in “Stagioni Poetiche”:
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