Abbiamo in Italia un bene prezioso di cui non siamo sempre tutti a conoscenza. È l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. Nata nel 1994, ha sede in Torino ed esegue i suoi concerti nell’Auditorium Rai Arturo Toscanini di Torino, dove recenti interventi di restauro hanno migliorato strutture, acustica e visibilità della sala. Di anno in anno migliore, questo eccellente complesso non solo si è rivelato una compagnia amata e fedele per chi apprezza la musica o vuole accostarsene, ma ha assunto un’importanza e un riconoscimento internazionale di cui possiamo andare orgogliosi.
La stagione 2009-2010, molto ricca, si è appena avviata con un’inaugurazione tutta dedicata a Ludwig van Beethoven. Ma si è trattato di un Beethoven straordinario, di una fantastica scoperta per il pubblico: le musiche di scena di “Egmont” ispirate al compositore di Bonn dal dramma di Goethe. Klaus Maria Brandauer, uno dei migliori attori di lingua tedesca con la sua voce narrante ha imposto una vibrante e commovente intensità al personaggio di Egmont, il politico fiammingo del XVI secolo che fino al sacrificio della vita ha difeso la libertà delle popolazioni dei Paesi Bassi a fronte di una ostilità cieca. Ma quella composizione, di cui è notissima l’ouverture e non i brani successivi, con la bella voce dell’attore e il canto della soprano sloveno Bernarda Bobro ha acceso i cuori del pubblico che non si aspettava tanta emozione. La Terza Sinfonia beethoveniana, l’Eroica, diretta con impeto e slancio da Anton Recked, ha completato l’esecuzione di questa nostra orchestra che ha reso smagliante e diversa dal solito la compatta materia sonora delle due composizioni.
Citiamo questo evento per ricordare che i 22 concerti vanno in onda su Radiotre il giovedì alle 20,30 e per più di un terzo saranno trasmessi dalla televisione. E poiché il pubblico purtroppo è diminuito, il direttore Cesare Mazzonis per questa stagione ha puntato sul richiamo del grande repertorio, su compositori noti e amatissimi come Chopin, Schubert, Mozart e Schumann, Haydn e Mendelssohn, Brahms e Èajkovskij, sulla fama di direttori della potenza di Frühbeck de Burgos e Jeffrey Tate, sull’attrazione esercitata dai attori noti come Paolo Poli (che accompagnerà con la sua ineffabile voce Pierino e il Lupo di Prokof’ev). Ma anche su solisti eccellenti: pianisti come Radu Lupu e la violoncellista Natalia Gutman. Se la musica di ascolto più immediato avrà un ruolo preponderante, composizioni più complesse e meno frequentate offriranno, come questo “Egmont”, scoperte inattese e commoventi. Quello che conta é avvicinarsi alla musica e “coglierla sul fatto”, perchè l’arte dei suoni più di ogni altra induce l’armonia con se stessi e con il mondo.
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