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Sport, un mondo al maschile

Sport, un mondo al maschile

UISP - 'Noi proponiamo un modello culturale in cui la dignità della donna è un valore in sé, non in discussione'

Lanzon Paola Lunedi, 28/02/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2011

Dire a grazie a Berlusconi? Mai... ma devo riconoscere che con le note vicende del bunga bunga e via discorrendo (tutte da dimostrare, ovviamente) Mister B. ha aiutato a rendere evidente ciò che molte di noi denunciano ormai da troppo tempo: le degenerazione del sistema culturale, politico, etico che pervade l’intera nostra società. La dignità e i diritti delle donne sono da sempre indice infallibile che misura il livello di civiltà di un gruppo sociale. Quello dello sport è un mondo tutto al maschile, esattamente speculare alla società cui si riferisce nei vizi e nelle virtù. È lo spaccato di mondo che i sociologi e le sociologhe hanno studiato e analizzato nei suoi vari aspetti. Un mondo che Mister B. ha saputo usare con grande precisione, ad esempio. Lo sport, e nella fattispecie il calcio, è in Italia l’argomento più sentito e mediamente più diffuso. Non tutti sono praticanti ma tantissimi sono i tifosi. Quando Mister B. decise di “scendere in campo” nella politica chiamò il suo partito con la maggiore espressione di tifo sportivo della nazione “Forza Italia”, scippando a tutti noi tutti la gioia di poter esultare liberamente senza nominare il suo partito.

Mister B. fu da subito ‘Il Presidente’, perché era il Presidente del Milan. Niente fu lasciato al caso.

La sportivizzazione del linguaggio della politica fu certamente una scelta vincente, perché ebbe una grande presa sull’elettorato e avvicinò la politica all’immaginario sportivo, più familiare e conosciuto.

Al contrario, la politica della sinistra ha storicamente snobbato lo sport, non credendoci veramente fino in fondo, e non lo ha utilizzato politicamente. Peccato.

Dallo sport chiunque può prendere comunque buoni spunti e cattivi esempi.

Il mondo sportivo è un governato da uomini, a livello nazionale e internazionale: nelle federazioni, come nelle realtà della promozione sportiva, le donne che ricoprono incarichi di vertice sono presenti in percentuali inesistenti e quindi ininfluenti. I grandi eventi sportivi sono occasione di massicci fenomeni di prostituzione, anche minorile, come hanno documentato i mondiali di calcio in Germania, prima, e in Sudafrica poi.

Per rilassarsi e festeggiare dopo una fatica sportiva le donne, comprate, sono in molti casi uno dei divertimenti più usati. Il turismo sessuale accompagna il turismo sportivo senza soluzione di continuità. Il doping è un fenomeno che non scandalizza più nessuno. Per tutti e tutte coloro che ancora si indignano, lo sport è educazione, socialità, salute, prevenzione, integrazione, multiculturalità, economia, lavoro onesto.

La UISP ha la pretesa di fare cultura attraverso lo sport.

Il Coordinamento Nazionale delle Donne UISP si impegna con tenacia per promuovere e radicare una corretta cultura di genere anche all’interno della sua base associativa, nelle attività, nei progetti nazionali, nella formazione dei e delle dirigenti, degli educatori e delle educatrici.

In palestra, in piscina, correndo dietro ad una palla e faticando insieme, uomini e donne, si può crescere nel rispetto oppure no: dipende dal modello culturale che si propone.

Noi proponiamo un modello culturale in cui la dignità della donna è un valore in sé, non in discussione.

Su questo principio le donne gli uomini della UISP sono al fianco di tutti e tutte coloro che intendono rivendicare la cultura del rispetto, dei diritti e della nostra Costituzione.



*Paola Lanzon è Responsabile Nazionale Coordinamento Donne Uisp



(28 febbraio 2011)



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