Uisp - Si è tenuto ad Imola il primo Seminario Nazionale Politiche di Genere
Lanzon Paola e Ferraguti Isa Lunedi, 13/09/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2010
Rappresentanti e dirigenti di 8 regioni (Marche, Sardegna, Emilia Romagna, Piemonte, Trentino, Toscana, Lazio, Lombardia) hanno dedicato le giornate di un caldo fine settimana (25, 26, 27 giugno) allo studio, allo scambio di esperienze, alla condivisione, e soprattutto ad immaginare e disegnare un futuro diverso. Per le donne, per la società, anche attraverso lo sport.
Stiamo parlando ovviamente delle donne, del loro ruolo oggi nella società in tutti suoi ambiti;
Monica Lanfranco, docente e giornalista, ha condotto per mano il gruppo per tre giornate, durante le quali le ore sono volate via, come la sabbia sulla spiaggia quando il vento arriva all’improvviso.
Cosa possiamo fare per riaccendere il fuoco delle tante battaglie per i diritti delle donne, che in fondo non chiedevano altro che rispetto, dignità, pari opportunità?
Perché in Italia, a differenza del resto dell’Europa, l’immagine e il ruolo delle donne viene trascinato ogni giorno indietro nel tempo senza che nessuno si indigni? Dove è la politica?
Cosa fare affinché le donne italiane possano essere orgogliose di essere donne nel loro Paese?
Cosa possono fare le donne dell’Uisp per riattualizzare il tema dei diritti delle donne nella società italiana, della loro immagine, del loro posto nel mondo?
Anche sui temi che riguardano le donne è fondamentale ricostruire il ruolo della politica. E’ necessario condividere tra donne di generazioni diverse la consapevolezza dei diritti acquisiti e la conoscenza del percorso difficile, articolato dei movimenti femministi e delle donne che hanno condotto anche per noi quelle battaglie.
Quello che è accaduto ad Imola è stato prezioso anche per questo motivo: le diverse generazioni, le diverse culture di provenienza, i diversi mestieri rappresentati hanno arricchito la sostanza del percorso formativo, permettendo la costruzione di un sapere collettivo che rappresenta un mattone che ognuna di noi ha portato a casa.
Chi vuole può da questo momento iniziare a costruire qualcosa. Partiamo dalla politica. Partiamo dai saperi. Incidiamo sulla cultura.
La Uisp nei suoi sessant’anni di storia è sempre stata un’avanguardia nelle battaglie per i diritti.
Da oggi per la Uisp un ulteriore impegno, in un momento in cui anche quei diritti che sembravano acquisiti sembrano essere messi in discussione.
Ogni regione, ogni gruppo sportivo, ogni educatore della UISP sarà portatore della cultura del rispetto tra i generi. Ogni educatore della UISP saprà che frasi del tipo “non piangere come una femminuccia, o comportati come un uomo!” (quante volte abbiamo sentito questo luogo comune? ) producono diseducazione e condizionano la cultura profonda di una intera società.
Parliamo, studiamo, condividiamo, attiviamoci affinché anche una Associazione grande e diffusa come la Uisp, che incontra nelle proprie attività, nelle piscine, nei campi di calcio, nelle palestre, giovani, uomini, donne, famiglie, istituzioni, possa seminare cultura positiva, e nello specifico, cultura positiva per le donne, quotidianamente, in ogni luogo in cui è presente, come una goccia che giorno dopo giorno scava nella roccia.
Paola Lanzon* Responsabile nazionale Coordinamento Donne Uisp
Partecipare al Seminario nazionale dell’UISP è stato anche un modo per ringraziare una associazione alla quale mio marito ha dedicato il suo tempo libero, attraverso la Lega calcio, ed in particolare nei confronti dei bambini e delle bambine tra i 6 e 10 anni per contribuire ad affermare il valore dello sport come elemento di crescita individuale. Alla sua morte (1993) l’UISP gli ha dedicato un memorial, che ancora coinvolge migliaia di giovani. “Sport per tutti - ripeteva spesso Danilo - non soltanto per crescere sani, ma soprattutto per arricchirsi sul piano sociale e culturale”. Insisteva spesso sul rispetto delle regole, sull’amicizia e sull’importanza di una sana competizione. Una cosa amava ripetere ai bambinibambine (ma anche ai loro genitori e soprattutto agli allenatori): ”Ricordate: lo sport è cosa diversa dal tifo. Il tifo, come ci ricorda il dizionario italiano è il nome di diverse malattie infettive, mentre lo sport deve essere divertimento”.
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