Sport e diritti… chi non merita la medaglia d’oro?
Beijing 2008 / 8 - Il rapporto di Amnesty International sulla Cina / Islam: donne e sport
Valeria De Simone Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Agosto 2008
AMNESTY INTERNATIONAL BOCCIA LA CINA: NON MERITA ‘LA MEDAGLIA D’ORO’ IN DIFESA DEI DIRITTI UMANI
Dal Rapporto Annuale 2008 di Amnesty International emerge che ‘nonostante il cambiamento di approccio diplomatico, la Cina ha ancora un lungo cammino da compiere’. Negli ultimi anni, infatti, la Cina è stata il maggior fornitore di armi per il Sudan; ha posto il veto a una risoluzione di condanna del Consiglio di sicurezza nei confronti delle violazioni dei diritti umani in Myanmar e non ha ancora dato seguito alla promessa di provvedere alla difesa dei diritti umani in vista delle Olimpiadi. Al contrario ‘la preparazione dei Giochi olimpici’ sembra che ‘abbia prodotto meno passi avanti e più divisione sul tema dei diritti umani in Cina’. Secondo Amnesty è necessaria una collaborazione della comunità internazionale anche dopo la conclusione dell’evento sportivo, affinché ‘il dialogo sui diritti umani con Pechino’ si sposti ‘su un piano più concreto e produttivo’.
Lo scopo principale che Amnesty si prefigge è il riconoscimento da parte del governo cinese del suo ruolo di leadership globale e della responsabilità che, in quanto tale, gli spetta nella tutela dei valori e dei principi che formano l’identità collettiva.
ISLAM: DONNE E SPORT
Le donne islamiche praticano sport, purché adeguatamente coperte e non in presenza di uomini. Sciano tra le montagne a nord di Teheran, giocano a tennis da tavolo, a pallavolo, fanno jogging e dal 1990 possono partecipare a competizioni sportive. Negli stati in cui vige la shari’a, però, le donne che prendono parte ad attività agonistiche sono severamente punite dalla legge. In occasione delle Olimpiadi di Pechino, molto dura è stata la reazione del vicepresidente della Commissione Olimpica iraniana, Abdolreza Savar, che ha vietato alle atlete iraniane (tra le migliori del Medio Oriente) di partecipare a discipline in cui fosse possibile qualsiasi contatto fisico con arbitri uomini. Novità assoluta per le atlete islamiche alle Olimpiadi 2008 è il burquini, costume da bagno con velo incorporato, realizzato dalla designer Aida Zanetti. La notizia più importante giunge, però, dall’Iraq: l’unica donna ammessa ai Giochi di Pechino, con un record di ventiquattro secondi e ottanta centesimi, è la velocista Dana Abdul Razzaq. Anche se non vincesse le Olimpiadi, ha comunque vinto la battaglia per la vita. Allenarsi con la guerra, senza una dieta equilibrata e un abbigliamento adeguato alla corsa, lottando ogni giorno per la sopravvivenza è già un gran traguardo.
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