Spettacolo teatrale "Come un giglio in un campo" liberamente ispirato a “Diario 1941-1943” di Etty H
Lo spettacolo è un monologo che prova a indagare l'essenza delle parole della giovane Etty Hillesum, raccontando
la sua passione e la sua curiosità per la vita nella Amsterdam del 1941.
Mercoledi, 17/01/2024 - “Come un giglio in un campo” è un monologo che si ispira alla figura e alle parole di Etty Hillesum e vorrebbe incarnarne l'essenza, onorarne la memoria, raccontando la sua passione e la sua curiosità per la vita, qualità che l'hanno spinta a guardare all'altro con spirito di amore e di uguaglianza. Sempre intensa e forte, ironica e umile anche nei momenti di debolezza e persecuzione, Etty riesce a farsi sentire vicina a noi, una di noi. La sua scrittura è piena di domande e riflessioni universali ed estremamente attuali, prima fra tutte quella relativa all’ “odio incondizionato” che ci fa schierare gli uni contro gli altri.
La fede per Etty non ha molto a che vedere con la religione o con l’ebraismo, ma più con un “dialogo pazzo e serissimo” con la parte più profonda di sé che “per comodità” chiama Dio.
Una voce fuori campo scandisce i passaggi temporali in cui si ripercorrono le pagine del diario di Etty Hillesum, il suono dal vivo di una fisarmonica e di una chitarra segna il fluire emotivo di Etty-personaggio attraverso le vicende. Due gli spazi entro cui Etty agisce: lo studio di S. con una poltrona e molti libri e la stanza di lei con uno scrittoio e una lampada.
Un leggio e un microfono segnano il luogo della “pagina scritta”. L’attrice si muove dentro questi luoghi dell’agire scenico alternando al ruolo di Etty quello prettamente narrativo. La valigia è un altro elemento simbolo, custode di ricordi, vestiti e compagna di viaggio.
<< Sempre e da capo rimandata a te stessa. Ma doverlo riconoscere, ogni volta! Soprattutto come donna. >>
In un momento storico come quello che stiamo vivendo, in cui le campagne di sensibilizzazione sul tema della parità di genere sembra stiano portando sempre maggiore attenzione sull’innegabile divario influenzato da retaggi obsoleti e stereotipati della società di un tempo, portiamo in scena il personaggio di una donna che, più di ottant'anni fa, scrive sulle
pagine del suo diario riflessioni di una straordinaria modernità. Una donna che difende la sua indipendenza e unicità: << [...] due vite non possono combaciare, perlomeno non per me >> in un’epoca ancora molto condizionata dal matrimonio come legame unico e indissolubile. Lei indaga, sperimenta, ascolta il suo cuore appassionato << mai per una persona sola, per tutte le persone >> e sceglie di emanciparsi dalla tradizione e dalla convenzione culturale che alla soglia dei trent’anni probabilmente la vorrebbe sposata. È una donna colta, che ha compreso quanto occorra studiare per poter sviluppare un pensiero critico e divenire artefici del proprio destino. Un percorso tra i più originali, profondi e illuminanti del Novecento che vede la scrittura come atto di vita e affermazione esistenziale contro la morte collettiva che investe l’Europa e il mondo.
Nel tempo inquietante e buio della persecuzione Etty esorta a essere una ‘generazione vitale’, capace di riconoscere nella vita tutto ciò che essa è capace di offrire: il buono e il cattivo, la luce e l’ombra, le vesciche ai piedi e il profumo del gelsomino bianco, capaci di arricchire l’essere umano di ‘nuove e inedite prospettive’.
Lascia un Commento