Cattolici di governo - Associazionismo cattolico, autonomia e rivendicazioni delle donne. Una triangolazione impossibile
Stefania Friggeri Domenica, 03/02/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2013
I media lo hanno presentato come “il governo dei tecnici” e, come prova di laicità, hanno sottolineato che Monti, quando è andato in Vaticano, non ha baciato l’anello papale. E invece la lobby vaticana, indotta dal disgusto dei fedeli a non più tollerare l’intollerabile, ha sistemato nel governo del professore ben sei ministri, più personale di fiducia a vari livelli di responsabilità (vedi Elena Ugolini, preside di una scuola “privata”, nominata sottosegretario all’Istruzione). Eccoli in rassegna. Corrado Passera nel 2009, in qualità di presidente di Banca Intesa S. Paolo, con 100 milioni di euro ha permesso alla CEI di realizzare il “Prestito della speranza”, raccolta di fondi destinati alle famiglie indigenti; Andrea Riccardi: prezioso mediatore per la soluzione di alcune crisi internazionali, ma anche promotore di iniziative per aiutare i poveri, vedi il Forum della Cooperazione. È vero che la Chiesa in Italia svolge una funzione di supplenza preziosa in vari campi, ma Gotor, riflettendo sul “volontariato e la solidarietà, cuore pulsante del tessuto civile italiano”, denuncia “la zona grigia presente nell’attuale normativa che consente di trasformare la solidarietà in business…Si ha l’impressione che alcune finalità commerciali si nascondano sotto il mantello dell’attività sociale o religiosa, un’impressione che…la recente parabola di don Verzè rende particolarmente acuta”; Lorenzo Ornaghi: ciellino e membro del Consiglio d’Amministrazione dell’Avvenire, ha introdotto nei ranghi dei beni culturali falcidiati da Monti, dei personaggi a lui vicini non raccomandabili per merito, ma di chiara impronta cattolica; Renato Balduzzi: presidente del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale, presiedeva la Commissione ministeriale per la riforma sanitaria nel ministero della Bindi, cui è tuttora politicamente legato. La sua nomina rappresenta un riconoscimento all’ala ulivista; Paola Severino: il suo nome non è ignoto nelle stanze vaticane poiché, quando la procura romana ha sequestrato 23 milioni di euro, la Severino ha difeso lo IOR incriminato di violazione delle norme antiriciclaggio. Norme che in effetti lo IOR non ha mai rispettato. E se poi nel luglio 2012 la Santa Sede, già bocciata dal Moneyval, ha superato, anche se malamente, l’esame sulla trasparenza finanziaria, lo si deve sia agli adeguamenti normativi, sia al mutismo del governo Monti: a Strasburgo gli inviati del governo hanno scelto di non parlare e il rappresentante del ministero della Giustizia (che avrebbe potuto riferire cose imbarazzanti per l’Oltretevere) non si è presentato. E infatti la struttura della Banca d’Italia che si occupa di antiriciclaggio per protesta ha ritirato la propria delegazione. Anche se non ce ne siamo accorti, il governo Monti aveva un ministro del Turismo e dello Sport: Piero Gnudi, cattolico doc. Come stupirsi, dunque, del benvenuto con cui la gerarchia ha salutato il progetto nato intorno all’Agenda? dopo che la Commissione Europea (dove Monti gode di autorevolezza) ha condonato alla Santa Sede il pagamento dell’IMU (milioni di tasse non pagate dal 2006 al 2011)? dopo che nell’Agenda il professore non ha messo una parola sui diritti civili, che vuol dire sposare la posizione del Vaticano sulle coppie di fatto, sul testamento biologico o sulla legge 40? Infatti il governo Monti, fedele al magistero ed insensibile alla sofferenza delle donne, ha fatto ricorso contro la sentenza con cui la Corte Europea ha condannato la legge disumana e stupida. Il professore però ha il merito di avere rimarginato la frattura fra Cei e Vaticano dal momento che fino a ieri Bagnasco aveva sperato che Angelino Alfano riverniciasse il PDL, liberato da Berlusconi. Il quale però è entrato di nuovo in scena costringendo le voci più autorevoli della Chiesa ad esprimersi con toni duri ed espliciti, cui il cavaliere ha risposto in modo piccato ricordando tutte le sue benemerenze. Arriva dunque tardivo il rinsavimento della Chiesa ufficiale che, non ancora libera dell’atavico pregiudizio verso la sinistra, manifesta chiaro di non gradire un governo di centrosinistra e comunque avverte Bersani: se il pareggio al Senato spinge ad una coalizione, Vendola è improponibile. E questo anche se frange del sindacato cattolico e delle Acli contestano il progetto di sponsorizzare Monti sia perché, essendo ormai smorzato anche a sinistra il carattere conflittuale fra capitale e lavoro, nella soluzione dei problemi sindacali può trovare spazio la composizione; sia perché l’alleanza con Montezemolo, anziché col centrosinistra, vuol dire rinunciare a portare nella piattaforma programmatica i contenuti propri della cultura cristiano-sociale. Non è detto che in una società “liquida” i cattolici si orientino verso il cosiddetto centro, ma l’idillio fra Monti e le gerarchie fa prevedere con quale difficoltà l’associazionismo cattolico impegnato può convergere in autonomia con forze laiche e di sinistra, e dunque sostenere le rivendicazioni delle donne.
I media lo hanno presentato come “il governo dei tecnici” e, come prova di laicità, hanno sottolineato che Monti, quando è andato in Vaticano, non ha baciato l’anello papale. E invece la lobby vaticana, indotta dal disgusto dei fedeli a non più tollerare l’intollerabile, ha sistemato nel governo del professore ben sei ministri, più personale di fiducia a vari livelli di responsabilità (vedi Elena Ugolini, preside di una scuola “privata”, nominata sottosegretario all’Istruzione). Eccoli in rassegna. Corrado Passera nel 2009, in qualità di presidente di Banca Intesa S. Paolo, con 100 milioni di euro ha permesso alla CEI di realizzare il “Prestito della speranza”, raccolta di fondi destinati alle famiglie indigenti; Andrea Riccardi: prezioso mediatore per la soluzione di alcune crisi internazionali, ma anche promotore di iniziative per aiutare i poveri, vedi il Forum della Cooperazione. È vero che la Chiesa in Italia svolge una funzione di supplenza preziosa in vari campi, ma Gotor, riflettendo sul “volontariato e la solidarietà, cuore pulsante del tessuto civile italiano”, denuncia “la zona grigia presente nell’attuale normativa che consente di trasformare la solidarietà in business…Si ha l’impressione che alcune finalità commerciali si nascondano sotto il mantello dell’attività sociale o religiosa, un’impressione che…la recente parabola di don Verzè rende particolarmente acuta”; Lorenzo Ornaghi: ciellino e membro del Consiglio d’Amministrazione dell’Avvenire, ha introdotto nei ranghi dei beni culturali falcidiati da Monti, dei personaggi a lui vicini non raccomandabili per merito, ma di chiara impronta cattolica; Renato Balduzzi: presidente del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale, presiedeva la Commissione ministeriale per la riforma sanitaria nel ministero della Bindi, cui è tuttora politicamente legato. La sua nomina rappresenta un riconoscimento all’ala ulivista; Paola Severino: il suo nome non è ignoto nelle stanze vaticane poiché, quando la procura romana ha sequestrato 23 milioni di euro, la Severino ha difeso lo IOR incriminato di violazione delle norme antiriciclaggio. Norme che in effetti lo IOR non ha mai rispettato. E se poi nel luglio 2012 la Santa Sede, già bocciata dal Moneyval, ha superato, anche se malamente, l’esame sulla trasparenza finanziaria, lo si deve sia agli adeguamenti normativi, sia al mutismo del governo Monti: a Strasburgo gli inviati del governo hanno scelto di non parlare e il rappresentante del ministero della Giustizia (che avrebbe potuto riferire cose imbarazzanti per l’Oltretevere) non si è presentato. E infatti la struttura della Banca d’Italia che si occupa di antiriciclaggio per protesta ha ritirato la propria delegazione. Anche se non ce ne siamo accorti, il governo Monti aveva un ministro del Turismo e dello Sport: Piero Gnudi, cattolico doc. Come stupirsi, dunque, del benvenuto con cui la gerarchia ha salutato il progetto nato intorno all’Agenda? dopo che la Commissione Europea (dove Monti gode di autorevolezza) ha condonato alla Santa Sede il pagamento dell’IMU (milioni di tasse non pagate dal 2006 al 2011)? dopo che nell’Agenda il professore non ha messo una parola sui diritti civili, che vuol dire sposare la posizione del Vaticano sulle coppie di fatto, sul testamento biologico o sulla legge 40? Infatti il governo Monti, fedele al magistero ed insensibile alla sofferenza delle donne, ha fatto ricorso contro la sentenza con cui la Corte Europea ha condannato la legge disumana e stupida. Il professore però ha il merito di avere rimarginato la frattura fra Cei e Vaticano dal momento che fino a ieri Bagnasco aveva sperato che Angelino Alfano riverniciasse il PDL, liberato da Berlusconi. Il quale però è entrato di nuovo in scena costringendo le voci più autorevoli della Chiesa ad esprimersi con toni duri ed espliciti, cui il cavaliere ha risposto in modo piccato ricordando tutte le sue benemerenze. Arriva dunque tardivo il rinsavimento della Chiesa ufficiale che, non ancora libera dell’atavico pregiudizio verso la sinistra, manifesta chiaro di non gradire un governo di centrosinistra e comunque avverte Bersani: se il pareggio al Senato spinge ad una coalizione, Vendola è improponibile. E questo anche se frange del sindacato cattolico e delle Acli contestano il progetto di sponsorizzare Monti sia perché, essendo ormai smorzato anche a sinistra il carattere conflittuale fra capitale e lavoro, nella soluzione dei problemi sindacali può trovare spazio la composizione; sia perché l’alleanza con Montezemolo, anziché col centrosinistra, vuol dire rinunciare a portare nella piattaforma programmatica i contenuti propri della cultura cristiano-sociale. Non è detto che in una società “liquida” i cattolici si orientino verso il cosiddetto centro, ma l’idillio fra Monti e le gerarchie fa prevedere con quale difficoltà l’associazionismo cattolico impegnato può convergere in autonomia con forze laiche e di sinistra, e dunque sostenere le rivendicazioni delle donne.
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