Media/ Televisione inglese - Le dichiarazioni del signor Michael Buerk, giornalista della Bbc, hanno provocato un brivido di orgoglio nel maschilismo britannico
Giulia Salvagni Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Agosto 2005
Il signor Michael Buerk è un volto noto della Bbc, è un giornalista ed è soprattutto un attempato british man che ha buttato alle ortiche il suo tradizionale “self control” davanti allo schermo pochi giorni fa.
Sembra che il gran numero di incarichi di rilievo ottenuto dalle sue colleghe nella televisione ammiraglia del regno, non gli sia andato affatto a genio.
Nel corso di un’intervista ad una nuova trasmissione “Five series. Don't Get Me Started!” avrebbe dichiarato: “Sono le donne che oggi decidono quello che dobbiamo vedere e ascoltare”. Aggiungendo inoltre che: “Tutta la nostra vita sta cambiando secondo il loro modo di pensare”.
Ha citato personaggi famosi, Tim Henman e David Beckham, come esemplari effeminati frutto della rivoluzione culturale in corso. Ed alla comunità dei maschi britannici ha dichiarato: “Affrontiamo il problema, guardiamo la realtà dei fatti. Oggi sono rimasti pochi lavori dove è necessaria la forza fisica. L’industria realizza qualsiasi oggetto. Non ci sono più le grandi miniere di una volta. Le abilità più richieste sono di tipo femminile: socievolezza, capacità di concentrazione su più cose insieme. Ma qualità maschili come stoicismo e concentrazione approfondita, si stanno perdendo”.
L’anchorman ha ammesso che negli ultimi anni la società è cambiata verso il meglio, però ora si esagera perché le donne dominano anche il mercato. Persino le automobili vengono costruite secondo le loro esigenze. In pratica, a suo dire, sembra che oggi nella società inglese gli uomini non contino più come prima e il domani lo vede nero: “Neanche come donatori di sperma potremmo avere un gran futuro, perché le donne non amano i nulla facenti che ciondolano per casa mettendo tutto in disordine. Piuttosto preferiscono vivere da sole”.
C'è da dire che sullo stoicismo misconosciuto delle donne nel corso della storia si potrebbero scrivere libri, anche se forse non è un genere che il signor Michael Buerk leggerebbe.
Italiane in Tv
In Italia, dove le donne sono davvero in maggioranza perché più numerose, la situazione come si presenta? Vale la pena fare il punto, con una certa invidia per le colleghe d’oltre Manica, citando le dichiarazioni rilasciate al quotidiano la Stampa da Barbara Scaramucci, prima donna a ricoprire l’incarico di direttore giornalistico nella tv di Stato nel 1994, alla guida del telegiornale regionale. Dal ‘97 dirige “Rai Teche”, dove sono raccolti i materiali d’archivio della tv pubblica.
«In Italia non si può di certo parlare di preponderanza femminile nei posti di potere, insomma il ribaltamento dei ruoli è ancora di là da venire. Rispetto a vent’anni fa le cose sono cambiate, c’è una maggiore presenza giornalistica femminile in video, è aumentato il numero delle conduttrici di Tg e questo ha provocato una svolta. Il cambiamento, però, riguarda solo la visibilità e non corrisponde a una reale evoluzione dal punto di vista manageriale. I numeri parlano chiaro, alla Rai la percentuale è tuttora di 5 direttori donne su 50 direttori uomini. Ci sono stati dei presidenti donne, Moratti e Annunziata, e anche qualche membro del consiglio d’amministrazione di sesso femminile, ma questo non ha mutato gli equilibri di fondo. Per esempio non ci sono ancora mai state donne alla guida delle reti, l’unica eccezione è stata Radiotre, a suo tempo guidata dalla Carlotto ».
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