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Sono bella, dunque sono

Sono bella, dunque sono

Dico dunque Sono - Il martellamento mediatico a tutto tondo ha prodotto i suoi frutti: i condizionamenti sessisti si sono radicati nel tessuto sociale

Morselli Gianna Domenica, 23/05/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2010

“...più che femmine sono replicanti. La funzione della loro anonima e stereotipata bellezza non è accendere l'eccitazione, ma rafforzare le difese contro l'angoscia e contro la consapevolezza dell'angoscia. Sono difese ‘maniacali’, tipiche della nostra epoca, che negano la depressione, la colpa, l'impotenza, la coazione a ripetere sempre gli stessi errori della storia. Così come è finto l'eros, rischia di essere finta l'indignazione. L'esibizione di quei corpi - anche se sono sempre corpi femminili - serve sia agli uomini che alle donne, per costruire un massiccio diniego della mortalità e della vecchiaia in una sorta di ‘blob’ mentale in cui tutto si mescola (tette e tangenti, mafia e culi) e la confusione può essere utilizzata per tenere a bada dentro di noi il sentimento dell'orrore. È questa collusione, questa inconscia malafede che troppo spesso ci consente di indignarci senza cambiare niente e di conservare la nostra autostima senza patire la contraddizione tra il nostro comportamento e i nostri ideali.” Simona Argentieri - estratto dal volume “Esca nuda” 1994 Edizioni Cooperativa Libera Stampa. L'indagine, che inizia nel 1990, è a cura di Telefono Rosa.

Da oltre vent'anni il martellamento mediatico a tutto tondo, ha prodotto i suoi frutti, i condizionamenti sessisti si sono radicati nel tessuto sociale.

Ma le voci delle donne non stanno in silenzio, piuttosto sono zittite, censurate, negate.

Concita De Gregorio parla, e con lei tante altre voci autorevoli, sul web il mormorio e le urla sono tantissime, l'UDI lancia la Campagna “ Immagini Amiche” per contrastare ovunque la pubblicità e gli stereotipi che offendono le donne. E le Amministrazioni Comunali, Provinciali e Regionali iniziano a rispondere con Odg che hanno come oggetto: Moratoria alle pubblicità lesive delle donne e dei bambini. Rispetto delle regole del codice di autodisciplina nella pubblicità, accogliendo la risoluzione approvata dal Parlamento Europeo nel 2008. Sta a noi tutte, vigilare, denunciare, pretendere il rispetto delle regole e dei diritti. Mavis Bulelwa, contadina sudafricana, afferma che se vuoi vedere una cosa succedere, ti alzi e la fai.



(24 maggio 2010)

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