Russia, nuove povertà - Le famiglie monoparentali sono quasi sempre composte di donne sole o con figli
Cristina Carpinelli Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2006
Divorzi, aumento dei figli nati da relazioni extramatrimoniali, crescita delle vedovanze per via dell’alto tasso di mortalità degli adulti maschi in età da lavoro e diminuzione dei matrimoni ripetuti sono tra i fattori che determinano la prevalenza delle donne capofamiglia nelle famiglie monoparentali in Russia (13,4% di tutti i nuclei familiari). Questo tipo demografico di famiglia ha maggiormente sofferto la deprivazione durante la transizione. Il Rapporto sulla povertà femminile in Russia (2002) dimostra che i tassi più alti di povertà si riscontrano tra i bambini nella fascia d’età 7-15 anni (41,9%) e tra le donne nella fascia d’età 31-54 anni (36,4%). La causa principale della femminilizzazione della povertà è la posizione delle donne russe sul mercato del lavoro. Nel corso della transizione tutta la popolazione femminile si è impoverita: le donne percepiscono salari più bassi di quelli degli uomini e hanno tassi più bassi d’uscita dalla condizione di disoccupate e d’ingresso in quella di occupate. Tuttavia, le madri sole capofamiglia sono le più svantaggiate. Costoro hanno uno status economico inferiore determinato dal basso reddito e dalle scarse quote dei trasferimenti, che dovrebbero compensare almeno parzialmente l’assenza della seconda fonte di reddito. Contribuiscono, inoltre, all’impoverimento delle madri sole capofamiglia, le minori possibilità lavorative dovute a maggiori difficoltà nella redistribuzione dei carichi di lavoro familiari. La quota delle famiglie povere monogenitore con la donna capofamiglia è di due volte superiore rispetto a quella delle famiglie povere complete.
Le riforme degli anni Novanta avevano danneggiato lo status socio-economico di questo tipo di famiglia. Vi era stato un declino degli standards di vita in tutti i gruppi di popolazione. La forbice dei redditi nei diversi tipi demografici di famiglia si era ridotta, avvicinando nel loro livello di vita le famiglie complete a quelle monoparentali. Tuttavia, le famiglie monogenitore e i pensionati soli si erano collocati al di sotto della linea di povertà già subito dopo la riforma dei prezzi (estate 1992): oltre la metà delle famiglie monogenitore e i due terzi dei pensionati soli. Nonostante fossero state intraprese nel 1993 alcune misure per fronteggiare l’inflazione, che avevano consentito di ridurre negli anni successivi la quota di povertà in tutti i tipi demografici di famiglia, il gap di reddito tra famiglie monogenitore e famiglie complete con figli era aumentato: nel 1992, la quota delle famiglie povere monogenitore era più grande di 1,55 volte rispetto a quella delle famiglie complete, nel 1993 - di 2,5 volte. La crisi finanziaria dell’agosto 1998 aveva di nuovo livellato tutti i tipi demografici di famiglia su un tasso eccezionalmente alto di povertà, con il maggiore incremento nelle famiglie monoparentali con la donna capofamiglia e in quelle unipersonali con le anziane sole.
Il trend positivo dell’economia russa registrato dal 1999 non ha sostanzialmente modificato questo scenario. Ancora oggi le madri sole capofamiglia soffrono la deprivazione sotto diverse dimensioni, e ciò dipende dal fatto che non sono stati risolti i nodi strutturali che ne sono la causa diretta o indiretta. La prima vera risorsa designata ad attenuare la perdita materiale sofferta dalla madre sola con figli a carico, dopo la separazione, è quella di rendere efficace il disposto del codice russo di famiglia (1995), che obbliga i padri divorziati a pagare gli alimenti per i figli nei tempi stabiliti e nella somma pattuita. Ovviamente, per rendere operativa la legge è necessario che i redditi da cui si calcolano questi alimenti siano trasparenti, regolari e di una certa entità (la legge stabilisce che gli alimenti per i figli di genitori divorziati siano detratti in quota percentuale fissa dal salario ufficiale). Di conseguenza, è necessario risolvere i problemi connessi ai redditi incontrollati dell’economia informale, che in Russia costituisce il 35-45% del volume degli affari.
La compressione dei salari nominali ai minimi livelli ha inciso sulle famiglie monogenitore con la donna capofamiglia. Solo di recente si è provveduto a modificare la soglia ufficiale del salario dell’ex-coniuge, oltre la quale è calcolato l’importo degli alimenti per i figli di genitori divorziati. Tale soglia, per effetto del crollo dei salari nominali, era rimasta, nel corso degli anni Novanta, su un livello alto: due volte il minimo di sussistenza. Di conseguenza, la madre divorziata non solo percepiva una scarsa quota ma rischiava di perderla a causa della caduta dei redditi ufficiali.
La cronica non indicizzazione di pensioni e salari si è riflessa sui contributi da destinare ai fondi pubblici di consumo. Il basso reddito della madre sola e le scarse quote dei trasferimenti possono crescere di valore se parallelamente sono adottate misure tese ad allineare i redditi nominali al costo crescente della vita (i prezzi aumentano di circa 3,4 volte, mentre salari e pensioni di 2).
E’ importante, infine, accrescere l’interesse nei confronti del salario sociale, soprattutto in Russia dove l’espulsione dei lavoratori dal mercato del lavoro ha significato non solo la perdita del salario monetario ma anche di beni e servizi erogati direttamente dalle imprese statali. Molte donne, colpite più degli uomini dalla contrazione della forza-lavoro, hanno concentrato i propri redditi nel settore informale. E poiché questo mercato consente una forte flessibilità, esso agevola innanzi tutto le madri sole. Alta è la loro quota tra coloro che svolgono lavoro nero a domicilio. La scelta “obbligata” delle donne di lavorare nel sommerso ha avuto su di loro due conseguenze: 1) percepiscono salari più bassi; 2) non possono accedere ai social benefits. L’assegnazione e gestione dei sussidi è affidata solo alle imprese che fanno parte del sistema ufficiale d’impiego. Possiamo immaginare cosa significhi per una madre sola non poter contare su nessuna garanzia sociale. Va detto che, in Russia, sono stati recentemente introdotti sistemi assicurativi privati. Ma le persone con capacità contributiva sono poche e non rientrano tra queste le madri sole capofamiglia.
(24 marzo 2006)
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