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Società respingente

Società respingente

Libertà o sicurezza?
- "Fino a che punto gli italiani sono davvero così egoisti e impauriti? Qual è il limite della tensione che possono tollerare?"...

Bartolini Tiziana Martedi, 02/06/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2009

Forse anche questa volta andrà così: passate le elezioni il chiasso intorno ai respingimenti dei barconi degli immigrati finirà insieme alla muscolare campagna elettorale che ha visto in competizione la Lega e il Pdl sul terreno della sicurezza, il governo dovrà in qualche modo riconciliarsi con l’ONU perchè è impensabile per un Paese dell’Unione europea chiamarsi fuori dalle regole condivise dalla comunità internazionale, le stringenti norme che condannano onesti e laboriosi immigrati a diventare loro malgrado dei clandestini fuorilegge non saranno applicate come spesso capita alle leggi in Italia. Forse andrà così, ma non è detto perchè la destra al governo sfrutta la popolarità del Presidente del Consiglio e i numeri in Parlamento per imporre provvedimenti che ridisegnano un Paese che fa dell’egoismo e della paura i suoi tratti distintivi. Il quesito è: fino a che punto gli italiani sono davvero così egoisti e impauriti? Qual è il limite della tensione che possono tollerare? Ci sarà pure una soglia oltre la quale quella persona, che generosamente è solidale nel quartiere o nella catastrofe nazionale e che conversa cordialmente con l’egiziano che gestisce la pizzeria all’angolo, non è disposta ad annullarsi in vista di una minaccia ossessivamente narrata. Ecco, forse dobbiamo solo aspettare che l’aggressività e la pervasività trabocchi e sommerga i fautori stessi di questa schizofrenia. Nel frattempo il da fare non manca valorizzando, ostinatamente, pratiche di solidarietà e generosità coltivate in una certa idea di democrazia che si richiama alla Costituzione e a quanto fu pagato per averla. Le donne dell’ANPI, recentemente riunite a Roma nella Conferenza nazionale con una vivace partecipazione di giovani, rimettevano al centro del vivere civile la forza della Resistenza, declinata ad un oggi che richiede presenza attiva e protagonismo positivo, possibilmente collettivo. Delle donne in particolare, abituate a resistere alle molte avversità che incontrano e dalle quali non si fanno domare.



 

(1 giugno 2009)

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