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Slovacchia. L’oscurantismo si fa largo in Europa

Slovacchia. L’oscurantismo si fa largo in Europa

Slovacchia - La battaglia per la moneta da 2 euro con le immagini sacre, vinta dalla Slovacchia. Un arretramento per la laicità dell’UE

Cristina Carpinelli Domenica, 22/09/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2013

La Conferenza episcopale della Slovacchia ha organizzato in aprile, a Bratislava, un incontro internazionale sull’atteggiamento della Chiesa cattolica verso l’ideologia di genere, dal titolo “Comprensione della dignità umana”.

Erano presenti alla Conferenza alcuni rappresentanti della Santa Sede. Il presidente della Pontificia Accademia per la Vita, monsignor Ignacio Carrasco de Paula, che ha affrontato il tema della parità di genere e delle sue conseguenze, Monsignor Jean Laffitte, segretario del Pontificio Consiglio per la famiglia, il cui intervento si è incentrato su matrimonio e famiglia nella cultura del relativismo.

I partecipanti sono stati accolti dal nunzio apostolico in Slovacchia, monsignor Mario Giordana, e dal presidente della Conferenza episcopale slovacca (KBS), monsignor Stanislav Zvolenský. Quest’ultimo, dopo aver espresso la sua preoccupazione per la crescita del numero di persone che “non credono nella possibilità di conoscere la verità, e credono soltanto nella libertà”, ha sostenuto che due fattori influenzano, in particolare, la diffusione dell’ideologia della parità di genere in Slovacchia: La secolarizzazione, “….che nella sua forma radicale cerca di spingere la religione ai margini della società. Questo processo ha fatto sì che difficilmente possiamo trovare qualsiasi grande valore che non venga messo in discussione”, e l’adesione della Slovacchia all’Ue: “Da un lato apprezziamo il processo d’integrazione europea. Ci rendiamo conto che la Slovacchia può svolgere un ruolo significativo nelle relazioni con i Paesi dell’Europa centrale e orientale, soprattutto in questi tempi di crisi finanziaria, ma la nostra adesione presenta anche alcuni svantaggi”. Questi svantaggi sono rappresentati, per il presidente della Conferenza episcopale, “dalla pressione esercitata dalle strutture europee sulla regolamentazione giuridica in materia di questioni culturali ed etiche”.

Dunque, il processo di secolarizzazione e l’ingresso della Slovacchia nell’Ue sarebbero, per mons. Zvolenský, le con-cause di un’ideologia della parità che si starebbe annidando nel paese, con ricadute negative sulla società, la quale, appunto, “tende a credere solo nella libertà piuttosto che nella possibilità di conoscere la verità”. Riaffiora il vecchio spauracchio di un Occidente malato di relativismo e nichilismo, alla cui base persiste l’idea che la sua malattia mortale sia la modernità, la secolarizzazione, cioè la rivoluzione illuministica e umanistica, che ha provocato la divisione tra politica e religione e tra scienza e fede. La struttura istituzionale dell’Ue, con i suoi principi di laicità, di lotta contro qualsiasi forma di discriminazione (tra cui anche quella religiosa e di genere) incarnerebbe, sempre per l’arcivescovo metropolita di Bratislava, Stanislav Zvolenský, il mostro etico e culturale da combattere.

L’eurodeputata slovacca Anna Záborská ha centrato il suo intervento sulla normativa europea per quanto riguarda i diritti e l’etica della persona: “Non esistono diritti delle donne né degli uomini, né diritti speciali delle persone con un diverso orientamento sessuale. Esistono soltanto diritti naturali di ogni essere umano. (…) La Slovacchia non ha alcun obbligo legale nei confronti dell’Unione europea in materia di accettazione dell’ideologia di genere. Abbiamo la possibilità d’influenzare direttamente e cambiare il volto della futura legislazione europea, il che equivale a una nostra responsabilità specifica”. Parlando del proprio lavoro in seno al Parlamento europeo, l’eurodeputata, del Gruppo del Partito popolare europeo (Democratico Cristiano), ha rimarcato alcuni punti rilevanti, tra cui: 1) la natura del matrimonio tra uomo e donna oggi è minacciata dalle istituzioni europee. Queste tentano di ridefinire il concetto di matrimonio col pretesto della non-discriminazione basata sull’orientamento sessuale e sulla Carta dei diritti fondamentali; 2) la promozione della regolazione delle nascite, un punto cruciale trattato nella Humane Vitae, attraversa un momento critico per via della politica sanitaria relativa alla riproduzione, finanziata dall’Unione europea. Da tempo, la Záborská lancia proclami da Bruxelles, affinché i cristiani reagiscano in difesa della vita e della famiglia, e contro quei “signori” che la vogliono distruggere: “la famiglia cristiana non è un modello superato, ma è il trampolino per la rinascita dell’Europa”.

Bisogna dire che in Slovacchia, come in tutti i paesi dell’ex blocco socialista, la chiesa, a partire dal 1989, ha riconquistato un forte ruolo di depositaria della coscienza culturale e nazionale. Quanto le radici slavo-cristiane siano riemerse come collante di un rinnovato spirito conservatore e nazionalista nel Paese, lo testimonia una recentissima disputa tra la Commissione europea e la Slovacchia: la moneta di 2 euro che questo Paese era pronto a coniare nel giugno 2013 è stata bocciata da Bruxelles, poiché prevedeva l’effige dei monaci Cirillo e Metodio, simbolo dell’Europa slava cristiana, con le aureole e l’abito talare ricoperto da grandi croci. La moneta avrebbe dovuto celebrare il 1150° anniversario dell’arrivo della cristianità nella Grande Moravia. La Commissione europea ha però chiesto alla Slovacchia “di rimuovere i simboli religiosi” dalle monete, più precisamente “le aureole dai capi dei monaci e le croci dai loro paramenti”. Un cambiamento considerato necessario per Bruxelles e per qualche Stato membro (la “laica” Francia, che attribuisce massima importanza alla netta separazione tra Chiesa e Stato e la Grecia, che considera i monaci di origine greca Cirillo e Metodio come parte del proprio patrimonio spirituale e non accetta che la Slovacchia se ne appropri) per rispettare il principio del rispetto della diversità religiosa prescritto dall’art. 22 del Trattato sui diritti fondamentali dell’Ue.

La Conferenza Episcopale Slovacca ha subito preso posizione contro la “neutralità religiosa” imposta da Bruxelles, affermando che “la rinuncia ai simboli essenziali delle immagini dei santi Costantino-Cirillo e Metodio sulle monete commemorative è una svolta culturale e una mancanza di rispetto per la propria storia”. Dura la presa di posizione dell’arcivescovo di Bratislava, Zvolenský: “C’è un movimento in seno all’Unione europea che vuole la totale neutralità religiosa e non può accettare le nostre tradizioni cristiane”. Lo stesso arcivescovo si è lamentato di come stia crescendo in Europa il secolarismo militante, che cancella l’unico elemento comune tra i 28 Paesi dell’Ue diversi tra loro per cultura, lingua ed economia: la cristianizzazione. La vicepresidente del parlamento di Bratislava, Erika Jurinova, ha definito “assurdo” il diktat di Bruxelles, mentre per l’europarlamentare Anna Záborská togliere le aureole dall’euro è “come togliere la croce alla cattedrale di San Martino a Bratislava”. Sempre più incalzante è la retorica identitaria volta a riaffermare le “radici cristiane” (o “giudaico-cristiane”, come concessione agli ebrei) d’Europa.

L’Unione europea è stata accusata di essere in mano alle forze del demonio: “Ho bisogno di esprimere un sospetto grave e inquietante: che l’Ue sia sotto il controllo di Satana o del Satanismo”. A pronunciare queste parole è stato Rafael Rafaj del Partito Nazionale Slovacco di estrema destra. Crescono nei Paesi dell’Est europeo i fondamentalisti cristiani che considerano l’Ue come un agente di Satana e al centro di un complotto in chiave apocalittica. Katharina von Schnurbein, responsabile Ue per il dialogo tra gruppi laici e religiosi ha smentito che da parte della burocrazia di Bruxelles ci sia un’agenda anti-cristiana: “Posso assicurarvi che la Commissione non è l’Anticristo. (…) La Ue è spesso vista come se cercasse di cancellare ogni fede, ma non è così. Trattiamo con gente che crede e con gente che non crede” - ha detto al New York Times.

Alla fine, hanno vinto gli slovacchi. La zecca di Kremnica ha coniato la moneta con la presenza dei simboli religiosi. La moneta ha visto la luce il 5 luglio 2013. Nell’effige sono raffigurati i due santi con l’aureola e le croci sugli abiti. Compare, inoltre, la doppia croce del bastone pastorale, simbolo nazionale della Slovacchia.









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