Sironi e il restauro del grande murale alla Sapienza di Roma
Un team di donne ha seguito il restauro del murale di Sironi, “L’Italia tra le arti e le scienze”. Inaugurato alla presenza del Presidente Sergio Mattarella
Domenica, 26/11/2017 - Un team tutto al femminile ha seguito il restauro del murale di Sironi, “L’Italia tra le arti e le scienze”, iniziato nel 2015 e inaugurato il 23 novembre 2017 alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Paola Mastrocola, in un articolo intitolato ‘Non giocate con il passato’, pubblicato un mese fa nell’inserto domenicale del ‘Sole 24 Ore’ (29 ottobre 2017), invitava ad avere un atteggiamento più sereno e distaccato con il passato. L’articolo prendeva spunto dalle recenti polemiche sui monumenti “politicamente scorretti” sollevato negli Stati Uniti dalla rimozione delle statue di eroi sudisti e rimbalzato da noi quando il sindaco di New York ha espresso l’intenzione di togliere la statua di Cristoforo Colombo da Columbus Circle e il ìNew Yorkerì si è chiesto perché in Italia sopravvivessero ancora nei luoghi pubblici tante testimonianze del ventennio fascista. Il passato è quel che è - osservava Mastrocola – “Dovremmo ricordarlo, studiarlo, ma non stravolgerlo a nostro uso, non attualizzarlo (nel bene e nel male), e meno che mai rimuoverlo”. Queste sagge parole tornano in mente in occasione dello svelamento, avvenuto il 23 novembre 2017, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del grande dipinto murale di Mario Sironi (1885-1961), “L’Italia tra le arti e le scienze” (1935), che decora lo spazio absidale dell’Aula magna del Palazzo del Rettorato alla Sapienza Università di Roma. Il murale, con i suoi 140 metri quadri dipinti a fresco (e a secco) è la più vasta pittura murale realizzata da Sironi (che la considera pittura sociale per eccellenza) e una delle sue opere più emblematiche.
Raffigura l’Italia circondata dalle Arti e dalle Scienze. Sullo sfondo compaiono a sinistra la Vittoria alata armata di spada e sulla destra un arco di trionfo con un condottiero a cavallo (evocante Mussolini), mentre al centro campeggia un fascio con l’aquila e l’indicazione dell’anno XIV dell’era fascista (simboli tornati alla luce proprio in seguito al restauro).
Dopo la caduta del fascismo, sul finire del 1944, il murale viene occultato, per ovvie ragioni politiche, con una carta da parati inchiodata e incollata sulla superficie pittorica. Nel 1947 l’Università nomina una commissione per stabilire cosa fare dell’opera. La decisione è di salvarla dalla distruzione e nel 1950 una nuova commissione composta dall’architetto Marcello Piacentini, dal pittore Carlo Siviero e dallo storico dell’arte Mario Salmi decide di far restaurare il murale e celare i simboli del fascismo. Alessandro Marzano, docente presso la Scuola del Nudo dell’Accademia di Belle Arti di Roma, è incaricato di eseguire il restauro e la ridipintura. E questa è una novità importante, emersa dalle ricerche d’archivio effettuate per l’occasione, perché finora si credeva che a ridipingere (maldestramente) l’opera sironiana fosse stato lo stesso Carlo Siviero. In seguito alle ridipinture di Marzano il murale appariva opaco e sbiadito, pervaso da una tonalità plumbea.
Nel mutato clima politico degli anni Ottanta viene eseguito un primo restauro di carattere conservativo (1982) e si comincia a ragionare sulla possibilità di togliere le ridipinture. Una tappa fondamentale nella riscoperta del valore artistico del murale di Sironi si ha nel 1985 con la mostra “1935. Gli artisti nell’Università e la questione della pittura murale”, curata da Simonetta Lux e Ester Coen per il cinquantenario dalla costruzione della nuova sede dell’Università di Roma, realizzata come un campus, in soli tre anni (1933-35), sotto la direzione dell’architetto Marcello Piacentini. Finalmente nel 2015, nell’ambito delle iniziative promosse per l’ottantesimo anniversario della nuova Città universitaria, è stata avviata l’operazione di restauro che ha permesso di rendere giustizia all’opera di uno dei grandi maestri del Novecento. Oggi infatti il murale, grazie al restauro, che ha permesso di asportare le ridipinture fatte nel 1950 senza danneggiare la pittura originale, e grazie a un nuovo impianto di illuminazione, splende nella sua originaria cromia. La responsabilità scientifica del restauro spetta a Marina Righetti, direttrice del Dipartimento di Storia dell’arte e Spettacolo della Sapienza, e a Gisella Capponi, direttrice dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro (ISCR).
Le novità emerse con il restauro e le nuove ricerche documentarie sono presentate nella bella mostra “Sironi svelato. Il restauro del murale della Sapienza”, curata da Eliana Billi e Laura D’Agostino, allestita fino al 21 gennaio 2018 negli spazi del Museo laboratorio di Arte contemporanea nel Palazzo del Rettorato. La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato da Campisano Editore.
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