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Singles per scelta

Singles per scelta

Idee - "unica via di fuga forse da un maschile sempre più violento, intimidatorio o castrante oppure sul versante opposto debole, inadeguato, infantile"

Iori Catia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2008

Sto incontrando per motivi professionali parecchie donne mie coetanee alle prese con separazioni coniugali, divorzi, interruzioni di convivenza. Eppure una delle domande più frequenti che assillano il quotidiano di chi non si è mai sposata è lo stereotipo quesito del perché una donna, carina, colta, professionalmente affermata “scelga” di non accompagnarsi. Insomma il tormentone continua. E mi colpisce sempre la lettura delle storie di donne singles che si dichiarano sinceramente libere e felici. Non per egoismo come certi benpensanti finiscono per pensare, non per paura come tanti psicologi hanno il vezzo di etichettare. Semplicemente per scelta. Come unica via di fuga forse da un maschile sempre più violento, intimidatorio o castrante oppure sul versante opposto debole, inadeguato, infantile. Insomma deludente. Condivido in pieno l’analisi che Maria Rita Parsi sostiene nel suo libro in cui si riflette sul quel binomio ambivalente che fa delle donne l’oggetto costante del desiderio maschile e al contempo le trasforma “nel popolo più perseguitato della Terra” (insieme al grande esercito dei bambini). E allora in un un’epoca in cui Elisabeth Badinter non avrebbe più nulla da dirci perché troppo ancorata ad un’utopia di rapporto paritario, io credo invece che le donne tutte insieme debbano provvedere a evidenziare la loro differenza di stile, di sensibilità, di obiettivi. Il mondo ha bisogno del coinvolgimento incisivo e responsabile delle donne. Ma anche della loro ferma determinazione a non scimmiottare il peggio del maschile egocentrato ma a privilegiare l’accoglienza, l’organizzazione della scuola, la formulazione delle leggi che governano la società. Il rispetto dell’ambiente. Dalla qualità della vita che sfugge all’incessante competizione tutta maschile, ai rapporti di solidarietà tra diversi e tra donne per permettere a tutti di acquisire pari dignità e diritti. E poi lasciatemelo dire: è il tempo di OBAMA, di un uomo che mette al centro della suo visione la centralità della vita : il nodo allora non è se le donne vinceranno sugli uomini ma se sapranno amare e rispettare se stesse al punto di allearsi tra loro per ottenere il pieno riconoscimento della loro “pari diversità”. Una speranza che accompagna ogni mio pensiero.



(9 dicembre 2008)

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