Sindaci nel mirino delle mafie. Presentato a Roma il Rapporto 2013 di Avviso Pubblico
“Avviso Pubblico” ha presentato a Roma il rapporto del 2013. Al primo posto la Puglia. Il “primato" è del Sud ma quest’anno preoccupano anche il Nord e il Centro.
Venerdi, 21/03/2014 - A Roma oggi la presentazione del rapporto annuale di Avviso Pubblico, l’associazione che collega gli amministratori locali contro le mafie. Sono 351 gli atti d’intimidazione e di minaccia nei confronti di amministratori e funzionari pubblici censiti nel 2013, un numero esorbitante, un vero e proprio bollettino di guerra. L’aumento delle minacce è pari al 66% da quanto venne redatto la prima volta nel 2010. Spari, minacce verbali, aggressioni, auto incendiate, omicidi, c’è di tutto contro gli amministratori, che vivono in trincea e che sono costretti spesso a dimettersi per la paura o che avvertono la solitudine e la mancanza della presenza dello stato nei territori.
Il fenomeno non riguarda solo le regioni del sud, ma tutto il territorio nazionale. La Puglia occupa il primo posto con il 21% dei casi, segue la Sicilia con il 20% e la Calabria con il 19%, ma sono in sensibile aumento anche gli episodi nelle regioni Centro-settentrionali. Si nota l’aumento del fenomeno nel centro con l’8,3%, nel Lazio in particolare, dove si è passati dai 5 casi del 2010 ai 15 del 2013, facendo registrare un aumento superiore al 60%, ponendo la regione al sesto posto della classifica nazionale. Si registra una novità che denota un certo allarme e cioè l’entrata in classifica della Toscana che si colloca al nono posto e che non era presente nel 2010. Il nord viene toccato con il 12% dei casi censiti con l’Emilia Romagna e il Veneto al settimo posto, e Lombardia e Piemonte al nono posto, nessuna di queste regioni compariva nell’elenco del 2010.
La natura e le cause delle minacce sono comunque diverse. Accanto alle intimidazioni che hanno una probabile origine criminale e mafiosa, vi sono anche quelle compiute da persone disperate, che sottoposte alle tensioni dell'attuale crisi economico-finanziaria, sfogano la loro rabbia sui rappresentanti politici che hanno nel territorio, e che sentono più vicini.
Alla presentazione erano presenti insieme al Presidente di Avviso Pubblico Roberto Montà, Federico Cafiero de Raho, Procuratore di Reggio Calabria, Agnese Moro, Viviana Matrangola, figlia di Renata Fonte, assessora del comune di Nardò, assassinata nel 1984. Rosy Bindi, Presidente della Commissione parlamentare antimafia che ha dichiarato: “Gli amministratori locali sono anche l’espressione di una comunità più grande, sono classe dirigente che fa il proprio dovere con sacrifico avendo a cuore il bene comune del nostro paese”, e la neo Ministra per gli Affari regionali Maria Carmela Lanzetta che ha aggiunto: 'Spesso mi sento chiedere se sono stata un sindaco anti ‘ndrangheta, ma io rispondo che sono stata eletta sindaco e basta e che il compito di un sindaco è quello di attuare buona amministrazione”.
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