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Simposio internazionale Mariologico

Simposio internazionale Mariologico

Si è scolto a Roma il XIX Simposio Internazionale Mariologico su 'Liturgia a pietà mariana'

Sabato, 09/11/2013 - Mi ha guardata malamente il taxista, quasi avessi bestemmiato, quando ho risposto la mariologia alla sua domanda su quale materia principale si studiasse al Marianum; come se per lui la mariologia fosse un attentato contro la Madonna. Ero giunta a destinazione e non potevo continuare il dialogo, ma ho partecipato al XIX Simposio Mariologico (LITURGIA E PIETA’ MARIANA, Roma, 1/4 ottobre 2013), continuando a pensare allo sguardo e all’opinione di quel taxista. Come collegare la sua fede e quella di tanti profani con gli studi internazionali di alto livello sui temi mariologici-liturgici emersi dopo il Concilio Vaticano II? Sarebbe stato possibile un incontro tra la fede delle persone qualsiasi e quella di relatori, professori nelle facoltà teologiche, specialisti in mariologia?

Impossibile nello spazio di un articolo la sintesi di tutti gli interventi e chiediamo perdono ai presidenti, ai moderatori, alle moderatrici, ai traduttori, alle traduttrici, agli organizzatori e alla segreteria se non li citiamo con il loro nome e cognome; per questo rimandiamo alla pubblicazione degli Atti. Con le precedenti domande in testa, invece, ripassiamo i nomi e gli argomenti relazionati, per verificare se alla fine troveremo una risposta.

Gilles Routhier (Université Laval-Canada) ha trattato il tema “Movimento liturgico e Movimento mariano al Concilio Vaticano II. Esclusione o reciprocità?”. L’analisi delle differenze tra i due movimenti (il mariano soggettivo, personale, latino, popolare, dei santuari; il liturgico oggettivo, sacramentale, nord-europeo, dei monasteri) è stata molto interessante, tanto da spiegare bene l’estraneità e l’opposizione dei due movimenti e delle tante anime della Chiesa e ancora più importante è sembrato l’apporto del Concilio, che, invece, è riuscito a farli incontrare. Il professore ha ricostruito le fasi, i dibattiti, i protagonisti( il cardinale Frings- Ratzinger, il cardinale Ottaviani, Mgr. Franic, P.Balic, Mgr.Garrone, Mgr. Philips ecc) e i documenti (De Beata in De Ecclesia; il cap. VIII della Lumen Gentium, Marialis cultus, Sacrosantum Concilium).

Fabrizio M.Bosin (P.F.T. Marianum) ha ripreso l’argomento, ma da un altro punto di vista, come dice il titolo; “La questione liturgica e la questione mariana nei Diari e nelle Memorie dei Padri e periti conciliari”. Nei documenti personali il professore ha trovato espresse le tensioni e le preoccupazioni dei rappresentanti dei diversi gruppi. Qualche frase per capire la forza della diversità:”Salvare la Madonna!”; un padre viene descritto dalla parte opposta come un “giocoliere da fiera che vende tappeti e bretelle; alcuni documenti conciliari vengono giudicati come una “lotta tra un gatto e un leone” e qualcuno arriva a definire la mariologia come “un cancro”. Non sono stati certo incontri tranquilli!

Silvano Maggiani (P.F.T.Marianum-PIL S.Anselmo) ha trattato”Incidenza delle Costituzioni conciliari nel culto cristiano a Maria”, partendo dallo spirito del Concilio, voluto da Giovanni XXIII, che auspicava un rinnovamento della vita cristiana. I documenti conciliari dimostrano come Maria abbia una chiara funzione in questo senso, se il culto mariano si ancora alle sacre Scritture.

Corrado Maggioni(P.F.T.Marianum-PIL S. Anselmo) in “Il contributo della Marialis Cultus per la comprensione dell’assioma Lex orandi-Lex credendi” si è soffermato sul documento per dimostrare come, nonostante alcuni ambiti ancora in ombra, abbia saputo risolvere l’assioma(verità accettata senza dimostrazione) proponendo una Lex vivendi: libri liturgici rinnovati e una pietà popolare ancorata alle scritture.

Salvatore Perrella (Preside del P.F.T. Marianum) ha relazionato su “L’apporto del magistero pontificio contemporaneo allo sviluppo e all’approfondimento del culto cristiano a Maria”, partendo da alcune domande basilari: Perché Maria è importante per il Cristianesimo? E perché il culto mariano e la pietà mariana del cattolicesimo sono così contestati e\o sottostimati?

Aurelio Garcìa Macìas (P. Uni. San Damaso-Madrid) ha trattato “Il culto cristiano a Maria tra liturgia e pietà popolare nella ricezione conciliare. Singolarità, reciprocità, sviluppo” e Giorgio Bonaccorso (Istituto Liturgia Pastorale S. Giustina- Padova) ha affrontato il tema “Dire il nome, vedere il volto-Maria e la presenza di Cristo nella liturgia”. E’ stato interessante ascoltarlo, perché le sue approfondite osservazioni intorno al volto e al nome, come luogo della presenza e della trascendenza, hanno dato significato ad ogni creatura con un nome e un volto.

Cettina Militello(P.I.L. S. Anselmo e P.F.T. Marianum) ha effettuato un attento e critico esame di “Maria nel mistero della Chiesa nella liturgia della riforma conciliare”. Se ha notato una “povertà sconvolgente” e un’”ossessione della verginità” sul messale prima del Concilio, ha trovato delle novità solo su qualche Prefazio nel messale riformato. Tanta rigidità, radicalizzando il ragionamento, spiega fino al femminicidio e fa capire perché le femministe abbiano manifestato al duomo di Bologna contro il passo del testo liturgico, dove la disobbedienza di Eva è messa in contrapposizione con l’obbedienza di Maria. L’argomento Maria nella liturgia è stato ripreso da Klaus Peter Dannecker(Deutsches Liturgisches Institut-Trier) nella relazione “La madre del Signore come modello del culto spirituale nei testi eucologici”(l’eucologia è un ramo della teologia ed è lo studio della preghiera, affrontato da vari punti di vista). Daniele Sabaino (Università Studi di Pavia-Fac. Musicologia Cremona) ha relazionato su “L’incidenza della riforma nei canti e nell’innografia dedicati a Santa Maria”e Vincenzo Francia (P.F.T.Marianum) è intervenuto “sull’arte mariana postconciliare”: una riflessione utile a “Interpretare il tempo in cui viviamo”, mettendo in primo piano la questione femminile. Carmelo Dotolo (P.U.Urbaniana) in “Liturgia e pietà mariana alla prova della postmodernità”, ha analizzato il nostro tempo, dove la “dissoluzione del religioso” convive con una “riscoperta delle credenze e pratiche religiose”. Esigenza di una “fede che si fa stile di vita”.

Il Simposio si è chiuso con un Indirizzo di Enzo Bianchi, che ha consegnato il premio “René Laurentin-Pro Ancilla Domini”, XIII edizione, a Giancarlo Bruni, definendolo un “monaco itinerante” dai numerosi meriti per la sua lunga e ampia ricerca teologica, in particolare nella mariologia ecumenica. “Un servitore dell’unità” ha detto infine. Dopo un intermezzo musicale del chitarrista solita E.Gentili, il premiato Bruni ha tenuto una indimenticabile Lectio magistralis e tutti i nodi problematici emersi nell’intero simposio si sono sciolti di fronte alla sua interpretazione di Maria. Fin dalla prima affermazione quel “monaco”, capelli e barba bianchissimi, ha offerto una proposta valida per il presente e il futuro: “Maria chiave di lettura delle forme dell’unità, grazia della scrittura”. S’intravvedono novità nella chiesa!

Sicuramente i numerosi partecipanti da tutto il mondo avranno trovato stimoli nuovi per i loro studi teologici o di altro tipo, ma da semplice cronista, anch’io ho capito qualcosa, in risposta alle domande iniziali: tutti gli studiosi presenti avrebbero incontrato volentieri quel taxista e preso sul serio il suo punto di vista, animati come sono da una incontenibile passione di fede e di scienza, capace di apertura a qualsiasi domanda. Ho avuto l’impressione di trovarmi fra uomini, portatori di una nuova virilità, fratelli fra loro. Effetto degli studi di mariologia e della relazione con Maria? Anche il taxista avrebbe apprezzato e forse, ascoltando, avrebbe superato ogni rigidità.

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