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Simbolo del terremoto e della rinascita

Simbolo del terremoto e della rinascita

Onna / 1 - Nel piccolo borgo sono stati consegnati i primi nuovi alloggi e la Germania è impegnata ad aiutare la ricostruzione

Di Sabatino Guendalina Martedi, 01/12/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2009

Onna è il paese simbolo della tragedia del 6 aprile perché lì la furia del terremoto, con scosse pari al nono-decimo grado della scala Mercalli, è stata devastante più che altrove. Il piccolo borgo di 250 abitanti, posto al centro della conca aquilana, quella notte è diventato luogo di morte. Dolore e strazio incontenibile per gli scampati. Gli onnesi hanno perso tutto, il paese e le case, e il bene più caro: i propri familiari. Il boato del mostro, lo scossone, e 41 persone sono state strappate alla vita. Eppure Onna quella notte era bella, prima delle 3.32. “La luna rischiarava i vicoli: via dei Calzolai, via Oppieti, via dei Martiri, Via Ludovici, via della Ruetta, via delle Siepi. Dentro mille anni di storia e milioni di storie: uomini e donne che quel piccolo paese in fondo alla Valle dell’Aterno avevano costruito e amato”. Così scrive Giustino Parisse, caporedattore del Centro a L’Aquila, nell’articolo del 14 aprile 2009, ora pubblicato nel libro “Quant’era la mia Onna. Cronache dentro il terremoto” (Graphitype) che raccoglie i suoi articoli–testimonianza. Anche Parisse ha vissuto nel borgo natìo la sorte terribile della perdita: i suoi meravigliosi ragazzi Maria Paola e Domenico, e il padre Domenico non sono più. Ma gli onnesi non si sono arresi, e con lo strazio nel cuore si sono organizzati nell’associazione Onna Onlus per essere loro i protagonisti della ricostruzione del proprio borgo così com’era, e dov’era. Il centro storico contava 120 case, purtroppo tutte da abbattere tranne 4 agibili, e circa 15 abitazioni esterne al paese, che saranno abitabili dopo i lavori di ristrutturazione. I tedeschi ricostruiranno Onna. La Germania da subito ha dichiarato l’impegno di concentrare i suoi aiuti sul piccolo borgo. E’ una scelta solidale dettata da una tragica pagina storica che risale al giugno del 1944, quando i soldati della Wermacht in ritirata trucidarono 17 onnesi. La prima a cadere fu Cristina Papola, la ragazza di 17 anni che si ribellò ai soldati che avevano rubato un cavallo alla sua famiglia, per questo fu trascinata per i capelli per le vie di Onna e uccisa. Con lei, per rappresaglia, morirono altre 16 persone. Tra loro i fratelli Igino e Pio Pezzopane di 16 e 17 anni, a nulla valsero le implorazioni della madre per avere salva la vita almeno di un figlio. L’esecuzione avvenne in casa Ludovici, fatta crollare subito dopo con le mine. Altre dieci abitazioni furono fatte saltare. Sessantacinque anni per ricostruire. Il terremoto del 6 aprile ha distrutto tutto. L’ultimo ad essere estratto dalle macerie, per una sorte cinica, è stato Mario Papola, fratello di Cristina, che non è sopravvissuto alle ferite riportate nel crollo dell’abitazione. Ora Il 90% degli abitanti che ha perso la casa vive nella “Nuova Onna” in 47 costruzioni bifamiliari. Il 15 settembre scorso Berlusconi ha consegnato 94 alloggi confortevoli realizzati dalla Provincia Autonoma di Trento, finanziati dalla Croce Rossa e montati dalla Protezione civile umbra. La scuola materna è nata sul progetto di Giulia Carnevale, la studentessa di ingegneria morta sotto le macerie a L’Aquila, e finanziata dai fondi raccolti durante la trasmissione Porta a Porta. Il talk show di Bruno Vespa ha trasmesso in prima serata l’inaugurazione delle casette con il Presidente del Consiglio ospite in studio. Viceversa, alla stessa ora, la prima puntata di Ballarò sullo stesso argomento è slittata immotivatamente dal palinsesto del terzo canale. Gli onnesi hanno espresso la propria gratitudine a quanti si sono prodigati per la costruzione delle nuove case, perché sono stati i primi ad avere un tetto (in tutto il resto del cratere 45.000 aquilani sono senza casa), ma considerano le abitazioni provvisorie, solo un passaggio per ricostruire il paese dove vogliono tornare al più presto. L’ambasciatore Michael Steiner, il 26 settembre scorso, alla tavola rotonda organizzata da Onna Onlus ha illustrato il progetto di ricostruzione, un’ipotesi di lavoro che andrà discussa con tutta la popolazione: al primo punto la conservazione dell’identità dei luoghi senza snaturarli rispetto al 6 aprile. Ieri, la strage nazista. Oggi, la civile Germania accende la luce della speranza su Onna.



(30 novembre 2009)

 

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