Le donne si guardino dal lasciar tracce di rossetto sulle schede
di e con Tiziana Avarista, Carmen Giardina, Anna Maria Loliva, Federica Marchettini
regia di Nuccio Siano
Quattro italiane di oggi raccontano le battaglie e le vittorie delle italiane di ieri. Per la prima volta a Teatro si parla della grande avventura del voto alle donne in Italia. Non solo uno spettacolo, ma un progetto aperto nato nel 2012 destinato a svilupparsi nel tempo, con il contributo che pubblico e istituzioni vorranno dare in vista del 70° anniversario del suffragio universale in Italia.
“Stringiamo le schede come biglietti d’amore. Nelle lunghe file davanti ai seggi, le conversazioni che nascono tra uomo e donna hanno un tono diverso, alla pari” - racconta la giornalista Anna Garofalo. Mentre un fantomatico Vademecum dell'Elettore annota premurosamente: “Le donne si guardino dal lasciar tracce di rossetto sulle schede!”
E' il 2 giugno del '46. Tutto il popolo italiano è chiamato alle urne con suffragio universale, per scegliere fra Monarchia e Repubblica ed eleggere i membri dell’Assemblea costituente: per la prima volta, 12 milioni di donne italiane possono votare e essere elette.
Il paese è devastato da caos e povertà. La disoccupazione è alle stelle. Il divario fra nord e sud è catastrofico. Interi quartieri sono in macerie. Eppure nell'aria c'è un'energia nuova, carica di speranze, di promesse e di avventura.
Signorinette - che nel titolo evoca il sapore di cipria e profumi di tanti fotoromanzi, rotocalchi e film d'antan (l'indimenticabile Luigi Zampa in testa) - vuole, innanzitutto, raccontare questa speranza e questa avventura. Un invito a ritrovare, nel buio della crisi che stiamo vivendo, la luce di tante lotte e di tante conquiste che fanno parte della nostra storia e possono ancora contribuire a disegnare il nostro futuro.
Su 556 deputati eletti, 21 furono donne. Quattro di loro entrarono nella "Commissione dei 75" incaricata di scrivere la Carta Costituzionale: la democristiana Maria Federici (Fondatrice dell'ANFE Associazione Nazionale Emigrati), la socialista Lina Merlin e le comuniste Teresa Noce e Nilde Jotti.
Le loro biografie, la loro passione politica, l’efficacia delle loro azioni in quel parlamento sono davvero entusiasmanti: alcune di loro hanno origini umilissime, quasi tutte hanno combattuto in prima persona durante la resistenza, alcune imprigionate, hanno fondato giornali, sono state protagoniste nei sindacati, tra i partiti, hanno avuto figli, mariti, amori. Si sono battute per la parità salariale, per la tutela della maternità , per la cancellazione dell’N.N. dai documenti anagrafici, per l’equiparazione dei figli adottivi a quelli legittimi, per la partecipazione all’amministrazione della giustizia, contro un’immagine della donna che la voleva remissiva moglie e madre. Senza mai rinunciare a se stesse e non smettendo mai di lottare per ciò in cui credevano.
Attraverso un lavoro di ricerca durato più di un anno Tiziana Avarista, Carmen Giardina, Anna Maria Loliva e Federica Marchettini hanno selezionato articoli di giornali e riviste dell’epoca, foto, canzoni e cinegiornali che raccontano cosa accadde nel momento del fatidico primo voto alle donne e quale fu il lavoro delle madri costituenti. E’ stato un percorso emozionante, un viaggio nella memoria, tra ricordi personali e collettivi. Lo spettacolo che ne è nato, con la direzione di Nuccio Siano, vuole provare a essere un ritratto vivo dell’Italia del ’46 raccontata dal punto di vista delle donne, immergendo il pubblico nell’atmosfera straordinaria di quei giorni, vibrante di speranze e di azioni, appassionata e coinvolgente.
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