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SIENA / Una settimana “in volo” nelle LettureGeneriParole

SIENA / Una settimana “in volo” nelle LettureGeneriParole

Evocazioni e considerazioni al margine dopo un’intensa serie di incontri gene-razio-letti. E' la 22ma edizione di “Leggere è volare”

Domenica, 18/11/2012 - Quella appena trascorsa è stata una settimana densa di eventi culturali capaci di “riscaldare” il cuore pulsante della città medievale toscana, che in questi giorni ospita scrittori e autrici di diversa provenienza, giunti in territorio senese per interagire con i più giovani e confrontarsi con un ampio pubblico su progetti editoriali già realizzati o in cantiere. Un fermento travolgente, che si ripete da ventidue edizioni, ma quest’anno si distingue per l’attenzione rivolta alle tematiche di genere: ecco dunque raccolte le sensazioni e le suggestioni provocate durante queste serate promosse dall’assessorato alle Pari Opportunità della Provincia di Siena.

Il secondo appuntamento della mini-rassegna di genere, fiore all’occhiello della manifestazione “Leggere è volare”, ha preso spunto dal testo “L’età in più” di Marina Piazza (già noto alle lettrici di Noi Donne: http://www.noidonne.org/blog.php?ID=02838) per trasformarsi in un incontro di riflessione corale, che si è tradotto in un momento relazionale e intergenerazionale molto intenso. Se il libro si presta a più livelli di lettura, personale e collettiva, la sua presentazione ne ha rispecchiata la poliedricità d’intenti. La parola dell’autrice è stata preceduta da quella delle “persone-libro”, che hanno dato vita, corpo, anima e voce ad alcune pagine del saggio. Un esordio toccante, che ha lasciato senza fiato la stessa Piazza, la quale si è detta “emozionata” nell’aver vissuto questa esperienza del sentir “dire” le proprie pagine, cogliendo appieno la finalità delle “donne di carta” che si cimentano in questa forma di dono totalizzante. La “inusuale” presentazione è proseguita con un’altra suggestione lanciata da Bernardina Sani, insegnante di Storia dell’Arte Moderna, che ha reso con un’immagine le emozioni suscitate in lei dalla lettura: spente le luci della sala, è stato proiettato sul muro della libreria (Beccarelli, via Mameli, 14) un tappeto di segni di Paul Klee, proprio al fine di restituire il senso di quella narrazione “in fogli sparsi”, così come lampi sono i titoli dei suoi capitoli (1. Soglie, 2. Tappe… 4. Lavoro…). In questa occasione si è dunque rimasti fedeli alla lezione che scaturisce dal testo: un modo poetico di organizzazione della scrittura, che inizia e finisce in versi, nel tentativo di inoltrarsi con altri toni in una ricerca di sé che giunge ad interrogarsi sull’intero arco della vita e l’inesorabilità dell’invecchiamento (“non vuole essere un libro sulla vecchiaia” – tiene a precisare l’autrice, che pone al centro due parole-chiave del suo percorso, ridere e giocare). Il “mite disordine” della sala della libreria sembra riflettere quello dell’esistenza di una donna, che ne ha accettato le contraddizioni e nutre la sua ricerca del succo di tale avvolgente ambivalenza.



Protagonista del terzo incontro della rassegna LettureGeneriParole è un’associazione dal nome evocativo: Serena è un gruppo di volontari/e che si propone di sostenere le donne colpite dalla diagnosi di tumore al seno e impegnate a combattere nel tentativo di riconquistare il proprio equilibrio psico-fisico, un momento inevitabilmente faticoso e estremamente delicato. Oltre a svolgere attività d’informazione e prevenzione, l’Associazione offre uno spazio di supporto per superare il senso d’isolamento con cui le donne colpite da tale malattia si trovano a dover fare i conti; a tal fine è stato sperimentato un percorso di arte-terapia attraverso il quale le donne hanno dato espressione alle loro emozioni, raccolte appunto nel libro che hanno presentato e letto in un’atmosfera dove l’arte avvolgeva gli uditori, si respirava e si udiva nelle loro parole (la presentazione è avvenuta nella splendida Sala Storica della Biblioteca degli Intronati, Via della Sapienza, 5). L’incontro è stato aperto dall’assessora alle Pari Opportunità della Provincia di Siena Simonetta Pellegrini, che ha espresso il suo ammirato sostegno a questa forma di percorso terapeutico. Fattore indispensabile affinché la “cura” comprenda la totalità della persona è la multidisciplinarietà dell’intervento, che coinvolge appunto oncologi, psicologi, fisiatri, fisioterapisti. Alcune di tali figure sedevano appunto intorno al tavolo della sala per comunicare l’intensità di un’esperienza condivisa, prime fra tutti hanno preso la parola le curatrici del testo “Il sole delle donne”: innanzitutto Dafne Rossi ha ricordato com’è nata l’idea di attingere al valore “maieutico” dell’arte per farne strumento di cura; quindi è intervenuta la Dott.ssa Paola Dei, che ha letto alcune pagine del libretto, una poesia ed un estratto da una favola, briciole evocative di un trascorso emotivo totalizzante. Segue l’intervento di Roberto Monaco, Presidente dell’Ordine dei Medici di Siena; quindi è il turno di Angelo Martignetti, oncologo dell’Associazione, che racconta di aver scritto di getto, in una sorta di ritorno in sé dai tratti catartici, la prefazione del testo, capace di racchiudere in forma poetica un’esperienza per molti versi indicibile – “Nessuno può capire”, questa è la frase spesso udita che racchiude il senso profondo di solitudine di chi vive in prima persona quel dramma. Con stupore le donne si sono scoperte pittrici, ballerine, scrittrici, non per professione, ma per seguire un codice dettato dall’anima, che nessuno appunto poteva capire, ma solo osservare nelle sue forme espressive. Nessuno certo può lenire quelle ferite, sostiene ancora la dottoressa Patrizia Funghi, quindi aggiunge in forma di prezioso aforisma che “bisogna scegliere di essere soli insieme”, per rispettare il pudore di chi vive questa terribile malattia, senza permettere alla solitudine di prevalere sulla lotta interiore. In quest’ottica, perfino le pagine vuote in fondo al testo diventano un “luogo” di silenziosa ricchezza, come d’altronde è ricco di suggestioni il silenzio che ha avvolto inizialmente le protagoniste di queste storie, rotto poi dalle parole liberatorie che in questo prezioso libricino hanno trovato accoglienza. Ecco che entrano in scena le donne autrici di alcune delle pagine, cui ora danno voce e suono, perché il messaggio conclusivo (interrotto soltanto da un breve attimo di commozione!) possa restare inciso nella memoria di chi ha partecipato a questa magnifica serata: “Vita, vita…questa volta sarò io a vincere”.



“Chiamiamo femmina, donna, colei che possiede la serie di caratteri sessuali primari e secondari che la rendono interessante per pubblicitari e pornografi;…” dice l’una, “Chiamiamo maschio, uomo, colui che, oltre ad avere altri caratteri sessuali primari e secondari diversi da quelli della femmina che lo condannarono alla seccatura di farsi la barba tutti i giorni…” continua l’altra donna di carta; poi una terza “La famigerata norma grammaticale che imporrebbe di rivolgersi con il femminile a un gruppo di sole donne, ma con il maschile a qualunque gruppo in cui vi sia anche solo un individuo di sesso maschile in una marea di donne, è l’espressione più lampante dell’ingiustizia sociale sedimentata nel linguaggio.” Con le voci delle “persone-libro” si è aperto il quarto appuntamento, dove l’ironia del libretto dal titolo accattivante, “Il genere spiegato a un paramecio”, ha generato un interessante scambio d’idee fra l’autrice e alcune rappresentanti del Centro culturale delle donne “Mara Meoni”, che in modo semi-serio si sono interrogate sul senso della differenza sessuale come avrebbe fatto un curioso paramecio. Ispirate dal modo in cui si articola il pamphlet di Daniela Danna, strutturato appunto in una serie di domande chiave per la definizione del concetto di genere, le protagoniste della serata sono tornate a confrontarsi sulla “storica” controversia che vede contrapporsi natura/cultura, differenza/uguaglianza, per giungere infine a convergere con le perplessità dell’autrice sui pericoli nascosti dietro qualsiasi insorgenza del neutro. Tutte condividono quello spirito di laicità femminista, di cui il testo si fa portavoce, con toni ironici e senza la pretesa di essere esaustivo: un invito a proseguire la lettura e ad approfondire il tema al calare del sipario su questa serata e su un’intera settimana carica di stimoli interpretativi.



Nei prossimi giorni la manifestazione proseguirà con un’agenda ricca di occasioni di riflessione e confronto, mentre l’incontro conclusivo della mini-rassegna di genere subirà un rinvio a data da destinarsi. Un volo attraverso le letture di genere che però si intende continuare e si propone di esplorare orizzonti sempre più ampi. Del resto, i confini spazio-temporali non sembrano un dato acquisito né predefinito nel momento in cui si decide di intraprende un viaggio nell’universo del genere…

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