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Siena / Le donne in prima linea in un orizzonte extra europeo:

Siena / Le donne in prima linea in un orizzonte extra europeo:

una Tavola rotonda su “Diritti delle donne e politiche di pari opportunità”

Mercoledi, 30/10/2013 - Più che un dibattito, si è rivelato un intenso pomeriggio di ascolto e di interessanti riflessioni sulla presenza delle donne sia nelle istituzioni europee che in alcuni paesi al confine dell’UE di recente attraversati da tensioni e insurrezioni.

Lo scorso 29 ottobre presso l’aula magna storica del Rettorato dell’Università di Siena, è stata “imbandita” una tavola rotonda su "Diritti delle donne e politiche di pari opportunità. Dall’Europa al mondo: un dibattito aperto", iniziativa organizzata dal Modulo europeo Jean Monnet "L’Unione europea e le pari opportunità" in collaborazione con il Crie - Centro di Eccellenza Jean Monnet e il Centro di informazione Europe Direct. All’evento sono stati invitati a partecipare studenti, universitari e delle scuole superiori, operatori del terzo settore e personale tecnico-amministrativo dell’Ateneo, con l’intento di estendere il raggio di osservazione sui recenti accadimenti in Europa così come in altre zone del mondo quali la Turchia e il Maghreb, in modo da mettere in luce il contributo dell’Unione europea all’affermazione dei diritti delle donne.



Un ricco programma che ha spaziato dalla condizione femminile in Europa, a livello professionale, politico e sociale, a partire dalle “madri” fondatrici fino al soffitto di cristallo che ancora oggi ne impedisce l’ingresso e la visibilità ai vertici. Introdotta da Ariane Landuyt (CRIE - Università di Siena), Federica Di Sarcina ha puntualmente sintetizzato la politica delle pari opportunità nella CEE/UE, compiendo un bilancio storico poi esteso anche al campo della presenza femminile nella ricerca scientifica da Serenella Civitelli (Università di Siena) che ha spostato l’attenzione sul loro difficile ingresso nel mondo accademico fin dalla loro originaria esclusione con la fondazione delle università. Con un tono deciso e puntellato dalla giusta ironia la relatrice ha mostrato come sia stato in passato un cammino sempre in salita quello che ha condotto all’accesso alla conoscenza scientifica - anche se oggi permangono ostacoli e pregiudizi tali da poter ancora considerare delle “privilegiate” coloro che si possono dedicare agli studi della cosiddetta scienza dura (non poteva mancare in chiusura un ricordo alle stelle che ora hanno accolto Margherita Hack!).

La serata è proseguita con un intervento più “tecnico” di Laura Grazi (Università di Siena) che si è interrogata su Quale “genere” di coesione? Le pari opportunità nei Fondi strutturali dell’UE, concentrandosi sulle politiche europee degli ultimi vent’anni a sostegno dell’integrazione con progetti per le città che prendano in considerazione nuove opportunità per le donne (NOW nel 1991, per poi concentrarsi sul progetto URBAN).

L’incontro ha quindi valicato le frontiere e condotto ben oltre la Comunità europea fin nel cuore degli ultimi conflitti che hanno interessato paesi a noi vicini: Daniela Dalmasso (PhD Università di Pavia) ha incantato la sala con immagini da lei scattate e vissute in prima persona ad Istanbul, centro di un paese che dal 1987 è in lista per una controversa adesione alla UE. La studiosa ha mostrato come l’iter sia stato scandito da ostacoli di varia natura che lasciano i negoziati ancora aperti, mentre le strade della città questa estate si sono animate di una protesta trasversale ma che ha messo sotto pesante accusa la dittatoriale politica governativa. Le foto mostrate ritraevano donne con e senza il velo tenersi per mano per protestare contro le violenze, contro quella involuzione innescata con la forza nella società turca, determinata dalla cecità di chi è al potere e respinta da chi ne subisce le conseguenze per cui ha scelto di scendere in piazza e resistere. Nonostante Erdoğan sia ancora lì a frenare il libero dispiegarsi della società civile, questa ha dato prova di essere unita e pronta a difendere i propri diritti, con le donne in prima linea!

Allora ha preso la parola Leila El Houssi (Università di Firenze), che ha fatto approdare gli uditori su un’altra sponda del Mediterraneo: lo sguardo si volge al Maghreb, in particolare su due ex-protettorati francesi, per cui la lente di ingrandimento si posa su Marocco e Tunisia, dove le donne stanno vivendo un momento storico altrettanto convulso e rivoluzionario. Il termine femminismo qui si incontra con le pratiche islamiche, così è stato coniato un apparente ossimoro, “femminismo islamico”, in realtà la militanza femminile prende altre forme ma non rinuncia a far sentire la propria voce. Non poche le protagoniste evocate, Fatema Mernissi e Asma Lamrabet, Nadia Yassine aprono un lungo elenco di combattive presenze agenti dall’altra parte di un mare ora tinto di rosso… anche dal sangue dei loro fratelli in fuga. In fuga da regimi che da decenni ne hanno controllato le esistenze, deciso le sorti e in-formato le coscienze, con l’uso sistematico della repressione, della violenza e della censura: tre armi puntate sulla popolazione civile per ottenere obbedienza! Nel 2011 qualcosa rompe il meccanismo, che non si è ancora ricomposto perché lì la rivoluzione è ancora in atto e le donne sono ancora una volta le protagoniste, ancora in prima linea… Una serata che dunque si è conclusa all’insegna dell’invito ad esserci, a ritrovarsi per non arrestare una marcia anche extra europea, di donne impegnate per un cambiamento dove non siano più considerate presenze “complementari”, ma che porti il loro contributo non solo nei momenti di insurrezione bensì nella costruzione di un’altra società possibile.

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