Siena / “L’anima sgualcita”, il libro di Alessandra Cotoloni

Sgualcita è un’anima “piegata”, ma non spezzata. Non compromessa anche se violata, non solo nel corpo ma nelle pieghe più remote del suo intimo – “pieghe che si increspano confuse”. Lì si annida la violenza più difficile da stanare, perché l’annullamento di sé ha permesso a quel turbine distruttivo di entrare e travolgere l’io, fino a sgualcirla – “lei, che impeccabile resta”. Un’onda violenta l’ha investita, anche se nel romanzo di Alessandra Cotoloni non si assiste all’atto estremo del femminicidio, né la protagonista Clelia giungerà alla denuncia come approdo salvifico. Pieghe comuni a tante donne, anche se con risvolti differenti. Una storia narrata con particolare finezza dall’autrice che attraversa con delicatezza le sfumature di un’anima femminile, senza giungere ad odiare l’altro sesso, senza mai perdere la fiducia nelle relazioni di aiuto di chi le sta intorno.



Molteplici sono le visioni personali che pongono al centro di narrazioni il tema della violenza fisica e psicologica subita dalle donne, nel sociale e fra le mura domestiche: con questo romanzo Alessandra Cotoloni ha voluto dare il proprio contributo e ascolto a stati emozionali.

Di professione architetto, la scrittrice è parte del Gruppo Scrittori Senesi, nato all’inizio di quest’anno ma già attivo sul territorio con diverse iniziative.



L’autrice presenterà il suo romanzo "L’Anima Sgualcita" (Edizioni Progetto Cultura) il prossimo 15 Dicembre alle ore 17,45 presso la sala convegni di Palazzo Patrizi del Comune di Siena (via di Città).

Introdurrà l’incontro Mita Feri, scrittrice e curatrice della prefazione al testo; prenderanno parte alla serata Marianna Semeraro, assessora presso il Comune di Murlo, e Francesca Sanesi, pittrice e artefice della tela scelta per la copertina.

Altra componente del Gruppo Scrittori Senesi, la poetessa Angela Carlini darà voce ad alcune pagine del romanzo con la lettura di brani. Estratti in versi e prosa di cui si compone questo romanzo, che narra un’altra storia di violenza, ma il copione cambia ogni volta al cambiare della protagonista e dello sguardo narrante. La storia non è già scritta, non è un cammino segnato, ecco perché l’autrice può chiudere uno dei suoi canti con queste parole:

Tieni,

ti restituisco il libro,

in nessuno dei personaggi scritti

è il mio profilo tracciato.

Sono io che scelgo adesso

la mia trama.