A me questa sentenza fa venire i brividi: vedo un pedofilo (condannato come tale) che compra libri assumendo il ruolo di RIEDUCATORE di una ragazzina cattiva, della lolita dei Parioli.
Domenica, 25/09/2016 - Un’amica avvocata mi scrive “Barbara, leggi questa.” E io leggo “La decisione della giudice: 30 libri sull’identità femminile per risarcire la 15enne dei Parioli”.
(articolo su 27esimaora.corriere.it).
Non c’è che dire: sentenza originale. Bisogna vedere però se è originale in senso positivo o negativo. Per me, lo dico subito, è originale in senso negativo, perché la sentenza stabilisce “come risarcimento morale, alla 15enne romana finita in un giro di prostituzione ai Parioli, non 20.000 euro ma le poesie di Emily Dickinson o i romanzi di Virginia Woolf. I soldi no, i volumi di Sibilla Aleramo e Oriana Fallaci sì. La monetizzazione dei danni morali no, il dvd del film «Suffragette» o un’infarinatura di «La costruzione sociale del genere: sessualità tra natura e cultura», questi sì, per comprendere che il vero danno subìto, vendendo il proprio corpo a 15 anni, è la svalutazione della propria identità di adolescente.”
Tutto molto bello, in apparenza. Ma c’è da considerare alcuni punti fondamentali:
in ambito penale, l’imputato è stato condannato a due anni (2 anni per aver usato, da cliente, una minorenne… lascio a voi i commenti);
in ambito civile, l’imputato non deve risarcire la ragazzina con 20.000 euro per danni morali (come richiesto dalla curatrice speciale della minore, tramite l’avvocato), ma – appunto – deve fornirle libri e dvd.
Ora, per carità, trattasi di libri e film dvd indiscutibilmente di alto valore educativo, su un piano culturale e personale. Esempio: poesie di Emily Dickinson, romanzi di Virginia Woolf, volumi di Sibilla Aleramo, libri di Oriana Fallaci. Alzi la mano chi non apprezza questi scritti di donne impegnate, colte: geni della parola. Donne che danno un significato profondo all’essere donna.
Ma questo poteva essere un bel regalo del tribunale alla ragazzina. O della giudice. O della sua curatrice speciale. Non un’imposizione dettata da sentenza. Perché, scusate tanto, ma io lo sentenza – in questo modo – la vedo ribaltata contro di lei, contro questa ragazzina peccatrice che con la sua condotta immorale ha indotto sulla strada della perdizione l’uomo. E’ lei, quindi, che dovrebbe essere RIEDUCATA, non lui.
Certo, a lei serviranno anni di ri-costruzione di sé, con probabile aiuto e supporto di psicologhe, educatrici, della stessa curatrice. Ma l’educazione non si impone con sentenza. Le sentenze devono ricadere sui veri colpevoli.
Leggete tra le righe: lui assume il ruolo di chi fornisce materiale educativo, quindi di chi dovrebbe educare, quindi di chi dovrebbe ricondurre sulla giusta strada dell’etica sociale.
A me questa sentenza fa venire i brividi: vedo un pedofilo (condannato come tale) che compra libri assumendo il ruolo di RIEDUCATORE di una ragazzina cattiva, della lolita dei Parioli.
Da questa sentenza, ecco una volta di più la gogna pubblica per lei: la donna. Minorenne o adulta non conta. Abbiamo il PECCATO dentro. Dobbiamo essere rieducate e salvate dall’uomo.
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