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Si fidi chi può!

Si fidi chi può!

Le idee di Catia Iori -

Iori Catia Martedi, 30/09/2014 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2014

 Un caro amico, empatico e intelligente, sostiene che quando intraprende un nuovo progetto, sia un viaggio, l’organizzazione di un evento o una semplice festa tra amici chiama a raccolta tutti quelli che gli stanno intorno e in nome dell’amicizia chiede un piccolo contributo, che si tratti di un’idea, di un impegno a fare, di un oggetto da portare. Movimenta tutti, ma proprio tutti e in nome dell’amicizia gran parte delle amiche che lo conoscono e per certi versi ne apprezzano la vitalità quasi dionisiaca e la tenace volontà, si cimentano,chi più chi meno nell’impresa del momento. A fatica noi donne riusciamo a sottrarci a un coinvolgimento cosi insistente perché pare quasi offensivo o antipatico rifiutare da subito e con decisione l’invito. È sempre mortificante per me accorgersi che oggi il legame con l’altro, e più spesso con noi donne, è sempre sciolto da tutto il resto. Ti si chiama perché sei carina, ti presenti bene, sei una brava cuoca, procuri fatturato, tuteli bene gli interessi di un capo concentrato su se stesso. Tu sai parlare, sai pazientemente curare la sua mamma e dare consigli preziosi agli adolescenti figli che gli sfuggono di mano. Insomma tu gli “servi” a qualcosa.



Anche nella relazione tra partner se è vero che ognuno può esprimere se stesso al di fuori di ogni regola è però altrettanto vero che devi dimostrare a qualcuno di farcela, aiutando quel lui a realizzarsi e a vivere al meglio. E qui è evidente che se tu tieni a quella relazione cadi pur sempre in un tranello molto vischioso in cui individualismo, egoismo e narcisismo sono lì che covano sotto gesti gentili e buone maniere. Sempre che vada bene, si intende. Non entriamo in relazione vera e profonda con l’altro, con i suoi limiti e le sue bellezze,in un dialogo che si alimenta di ascolto reciproco e di rispetto. Ne siamo consapevoli o ce la raccontiamo? Un ego più spesso maschile che ti strumentalizza e che funziona finché nutri la sua autorealizzazione e la sua visione del mondo, in una celebrazione narcisistica che non scalda nessuno dei due perché sterile e vuota.

Quando l’altro non ascolta, quando non vuole sentire ragioni, prestando il fianco a una violazione della propria personale integrità, bè allora vuol dire che non si mette in gioco. Rimarrà sempre fermo a se stesso e nulla vorrà sapere dell’altra parte di sé che solo la relazione autentica con l’altro può rivelare.

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