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Si chiama Elvira la pellicola dei nostri sogni - di Rita Felerico

Si chiama Elvira la pellicola dei nostri sogni - di Rita Felerico

Con 'Elvira 150' Napoli celebra Elvira Notari, la prima regista italiana: film, mostre, incontri fino al 30 aprile. L’anno elviriano si concluderà a dicembre 2025 presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli

Giovedi, 10/04/2025 -

“Custodi di sogni. I tesori della Cineteca Nazionale”, iniziativa promossa e finanziata dal Centro sperimentale di cinematografia di Roma che si è svolta dal 31 marzo al 6 aprile, ha reso voce ad una figura ammirata - fino ad ora - solo da un ristretto pubblico di conoscitori: Elvira Notari. E proprio a questa grande e poco conosciuta artista è dedicata “Elvira 150”, un’altra importante iniziativa promossa dal Comune di Napoli nell’ambito del progetto Cohousing Cinema Napoli, ideato e organizzato da Parallelo 41 produzioni con Centro Sperimentale della Cinematografia - Cineteca Nazionale, in collaborazione con Cineteca di Bologna. Il programma prevede iniziative fino al 30 aprile 2025.

Nata a Salerno il 10 febbraio del 1875, Elvira Notari (Maria Elvira Giuseppa Coda) si trasferì ben presto con la famiglia a Napoli che divenne il suo spazio ideale di lavoro e di vita. Della sua passione costante e coltivata con grande professionalità rese partecipi e seppe coinvolgere con il medesimo entusiasmo il marito, Nicola Notari, ex pittore specializzato nella coloritura di pellicole cinematografiche con aniline, che sposò nel 1902 e il figlio Eduardo, fin da piccolo sul set con il nome ‘Bebè’.

Con la sua casa di produzione, la Dora Film, ha prodotto più di 60 lungometraggi, documentari e docufilm molti dei quali sono andati persi; la sua attenzione era centrata sulla necessità di raccontare la vita della Napoli degli anni ’20, ’30, la cruda realtà di ‘certi’ quartieri, le difficoltà di sopravvivenza , la miseria, la mancanza di lavoro nella sua città e l’assenza dello Stato nel voler migliorare le condizioni di vita civile e sociale e naturalmente delle rapporti umani che si andavano ad instaurare in un quadro così estremo di difficoltà.

Per questo motivo fu censurata e osteggiata dal regime fascista che imponeva la narrazione di un’altra Italia, che non tollerava l'uso del dialetto e la presentazione realistica di storie ambientate in ambienti popolari piene di sangue, tradimenti e femminicidi. Imprenditrice, produttrice, cantatrice di una cultura popolare e più vicina nella sua drammaturgia alla sceneggiata, Elvira rimandava ad un'immagine di donna tendenzialmente libera di esprimere la sua sessualità e sensualità. Il suo film “’E peccerella”, proiettato nella rassegna “Custodi di sogni” a Roma, colpisce per la modernità e la forza iconica della protagonista. Le sue storie si snodano su questa passionalità, sul filo del desiderio detto e non detto, vissuto come peccaminoso, ma a volte come unica arma per essere e imporsi nella propria vita. Ai desideri di ribellione si intrecciano gli insegnamenti dei valori della famiglia, le paure della trasgressione e la voglia di riconoscersi in un comune ideale sociale spesso violentato dalla prepotenza del potere. 

La Cineteca nazionale del Centro sperimentale di cinematografia di Roma conserva tutti i film superstiti di Elvira Notari, che ha anche digitalizzato restaurato e che sta portando in tutta Italia e all'estero per far riscoprire la sua opera e rendere omaggio al genio indimenticabile e multiforme di una donna in avanti sui tempi. Di tutta l'immensa. produzione di Elvira Notari sopravvivono oggi solo pochi titoli: due film sceneggiata e due frammenti di documentari che riprendono feste religiose destinate agli emigrati campani negli Stati Uniti a New York. Infatti Elvira Notari aveva stabilito la succursale americana della Dora film, realizzando una vera e propria emigrazione culturale. Questi frammenti si potrebbero definire “cartoline audiovisive”, spedite lungo quel ponte che Elvira, pur non essendo mai andata in America, seppe creare tra Napoli e New York.

Chi mi ha parlato per prima di Elvira, una pioniera, che si è imposta con la sua personalità e spessore professionale in un settore precluso alle donne e ancor oggi impervio percorso femminile, è stata una grande artista e attivista napoletana: Teresa Mangiacapra, Niobe del gruppo delle Nemesiache, gruppo storico e entrati nella storia del femminismo. Teresa si era già occupata di cinema scrivendo nella rivista Manifesta e come responsabile della direzione artistica della rassegna del cinema al femminile di Sorrento e quando nel 1987 la sorella – artista / anima delle Nemesiache – Lina Mangicapre riuscì a creare il Premio Cinematografico Elvira Notari all’interno del Festival di Venezia, ne ha presieduto la giuria fino al 2002, anno della scomparsa di Lina e anche dopo un anno, nel 2003, quando fu ripreso con il nome di Premio Lina Mangiacapre , fino alla sua morte, il 9 maggio del 2018.

Nel mese di aprile, per la prima volta a Napoli, è organizzata una mostra dedicata ad Elvira Notari e alla sua epoca, con documenti e fotografie provenienti dai Fondi Correra e Martinelli, in collaborazione con l’Archivio Fotografico della Cineteca di Bologna presso l’Archivio di Stato di Napoli. Infine, a chiudere con prestigio internazionale l’anno elviriano, nel mese di dicembre 2025, l’Accademia di Belle Arti di Napoli organizzerà una lectio magistralis di Giuliana Bruno, Emmet Blakeney Gleason Professor of Visual and Environmental Studies at Harvard University, accompagnata dall’intervento e dal contributo di studiosi e artisti.

Elvira riposa a Cava de’ Tirreni, dove è morta il 17 dicembre del 1946; rivedere il suo film “'E peccerella” in un emozionante bianco e nero non ha solo significato immergersi in un mondo di immagini definite realistiche o precorritrici del neorealismo, ma se è vero che il cinema è la storia, la piccola enciclopedia delle nostre società, Elvira entra in questa storia a tutto diritto.


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