Molti e molto belli alcuni dei film sull’argomento del Giorno della Memoria e la Shoah visibili sulle piattaforme o, si spera, covid permettendo, che usciranno nei cinema non troppo in...là
Martedi, 02/02/2021 - Se ne vuole segnalare qui, brevemente, alcuni di giovani e sensibili registe. “Quello che conta” è un cortometraggio italiano di 20', girato nel 2019 da Sofia Vettori e Alex Class. Un racconto narrato dal punto di vista di un bambino con parole, immagini ed animazione che ripercorre un tratto della nostra storia come è stata vissuta in un piccolo paese toscano.
Si riferisce al bombardamento di Firenzuola, in un 'iter' che segue la storia della famiglia della giovane regista ma che, ben presto, diventa una riflessione su quello che veramente conta nella vita ed una presa di coscienza sulla fortuna che diamo per scontata – come dice Sofia - che abbiamo a vivere in un Paese in pace da almeno 70 anni. “Les enfants du 209 rue Saint-Maur - I bambini di Rue Saint-Maur 209" (doc) è un film del 2018 di Ruth Zylberman che ha scelto un edificio parigino di cui non sapeva nulla, il 209 di Rue Saint-Maur. Per diversi anni ha indagato con l’obiettivo di ritrovare i vecchi inquilini del palazzo, per poter ricostruire la storia di quella che era stata una piccola comunità ebrea durante l’occupazione nazista. Ha ritrovato alcuni degli ex-abitanti del 209 nelle periferie di Parigi, a Melbourne, New York e Tel Aviv e ha filmato i loro racconti.
E’ un 'docu' davvero di grande impatto, una sensazione che cresce man mano si dipana un ‘plot’ che raggiunge livelli di umanità pressoché incredibili, all’inizio, quasi sommesso.
“È stato scoprendo il censimento del 1936 che mi sono accorta che un terzo dei 300 abitanti del 209 di Rue Saint-Maur erano ebrei. Dei 52 deportati, nove erano bambini. I suoni, gli odori, gli oggetti familiari dei luoghi dove abbiamo vissuto impregnano la nostra memoria. Per quelli la cui condizione di sopravvivenza è stata di nascondere ciò che ha spezzato la loro vita, una rampa di scale, il pavimento di un cortile, un corridoio o una finestra sono tante piccole pietre verso un passato ritrovato che, anche se in forma frammentata, essi saranno capaci di trasmettere” ha dichiarato la regista.
Basato su un romanzo, quasi autobiografia di Christine Nöstlinger, "Fly Away Home" è divenuto il film "La primavera di Christine", della regista Mirjam Unger, del 2016.
L’azione si svolge a Vienna, nel 1945: la polveriera della Guerra e l'occupazione dell'Armata Rossa sono visti (e narrati) in soggettiva dallo sguardo innocente e birichino, quasi spavaldo di Christine, una bambina di nove anni – bravissima l’interprete, l’attrice ora quindicenne Zita Gaier.
Lei non sa cosa significhi vivere in tempo di pace, così come i bambini europei di oggi non conoscono gli orrori della guerra, per fortuna. In una città bombardata, senza soldi, Christine e la sua famiglia si trasferiscono in una vecchia villa alla periferia di Vienna. Adesso hanno un tetto sulla testa, ma niente di più. Dopo la resa dell'esercito tedesco, i soldati russi hanno in mano la città ed i viennesi sono in preda al terrore. Tutti, tranne Christine… che ‘diverrà’, da grande, una delle migliori scrittrici ed illustratrici austriache e tedesche di libri per bambini (e per adulti), Christine Nöstlinger.
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