Mercoledi, 09/08/2023 - Le Giornate degli Autori a Venezia, sezione autonoma e parallela della Mostra internazionale d’arte cinematografica (30/8-9/9, dedicate ad Andrea Purgatori, presidente delle GdA recentemente scomparso) si muoveranno quest’anno su due importanti filoni: il bivio (cioè le scelte che la vita ci impone o che decidiamo di fare) e la parità di genere. Molto importante infatti la presenza al femminile sia delle registe dei film in concorso (molto meno sbilanciata di quella del Concorso Festivaliero, che conta solo 4 film di registe donne su 23 film selezionati, più una co-regia), sia di temi legati al femminile, come sottolineato con orgoglio dalla direttrice artistica delle GdA, Gaia Fourier.
Fiore all’occhiello della manifestazione sarà la presenza, da protagonista, della grande artista, fotografa e regista iraniana Shirin Neshat, alla quale le Giornate degli Autori consegneranno il 5 settembre il premio “Le Vie dell’Immagine”, assegnato per la prima volta da NABA Nuova Accademia di Belle Arti e Cinematografo in collaborazione con le Giornate degli Autori. Il riconoscimento, ideato per indicare ogni anno una personalità che fa delle Arti della Visione il suo fulcro creativo oltre i tradizionali steccati espressivi, trova in Shirin Neshat una sintesi esemplare, leggibile nella coerenza delle scelte e dei risultati celebrati in tutto il mondo.
L’artista sarà inoltre protagonista di uno speciale incontro con gli studenti della Scuola Nazionale di Cinema-Fondazione CSC e della NABA, in programma il 4 settembre alla Casa degli Autori (Sala Laguna) nell’ambito del programma di masterclass delle Giornate degli Autori.
“Venezia è stata la meta delle svolte più significative della mia carriera – scrive Shirin Neshat – Nel 1999 ho ricevuto il Leone d’Oro per la mia videoinstallazione “Turbulent” alla Biennale d’arte, poi dieci anni dopo, nel 2009, ho ricevuto il Leone d’Argento alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia per il mio primo lungometraggio Women Without Men. Ho scoperto le Giornate degli Autori nel 2017 grazie a Looking for Oum Kulthum. Ora, nel 2023, torno nel luogo in cui tutto è iniziato, dove per la prima volta ho attirato l’attenzione del mondo sia per la mia arte che per il mio cinema. Sono onoratissima di essere accolta come artista e regista che lavora all’intersezione tra cinema e arti visive, rifiutando di rinunciare all’uno per l’altro e credendo nella sperimentazione e nella rottura dei confini artistici. Sono grata a Giorgio Gosetti, a NABA e a Cinematografo per questo fantastico premio. Questo riconoscimento non è solo per me ma per la prossima generazione di registi e artisti che osano rischiare e sperimentare, che porteranno il cinema d’autore a un livello superiore e, soprattutto, non si lasceranno intimidire dal potere delle industrie artistiche e cinematografiche mainstream. Dedico il Premio ai giovani studenti che incontrerò a Venezia.”
Artista visiva e regista di fama internazionale, la Neshat ha saputo spaziare dalla videoarte al cinema. Nata in una piccola località nei pressi di Teheran, a 17 anni si è trasferita negli Stati Uniti per frequentare l'Università della California di Berkeley, dove ha iniziato il suo percorso artistico con la fotografia. Le è stato proibito tornare in Iran già dagli anni Novanta, per i contenuti delle sue produzioni che, in modo provocatorio, rappresentano le contraddizioni della condizione femminile nella società islamica e raccontano le differenze tra Occidente e Medio Oriente, come in "Women of Allah" (1993-97): ritratti di donne velate che abbracciano pistole.
Dopo aver esordito alla regia nel 1998 avviando una collaborazione con la filmmaker iraniana Shoja Azari con la quale ha realizzato la trilogia "Turbulent" (1998) - che vince il Premio Internazionale alla Biennale di Venezia nel 1999 - "Rapture" (1999) e "Fervor" (2000), dedicata al ruolo dei generi nella cultura islamica, la Neshat nel 2009 con "Donne senza uomini" si aggiudica il Leone d'Argento per la migliore regia al Festival di Venezia: è il suo primo film drammatico, dedicato alla memoria delle persone che, dalla rivoluzione costituzionale del 1906 fino al Movimento Verde del 2009, hanno dato la vita lottando per la libertà e la democrazia in Iran. Del 2021 è il recente film commedia “Lando f Dreams” diretto insieme a Shoja Azari.
“Quest’anno la scelta di una coraggiosa voce indipendente della grande cultura persiana - ha affermato il delegato generale delle Giornate, Giorgio Gosetti -assume un valore speciale e anche per questo vogliamo ringraziare Shirin che torna a Venezia dopo sei anni.”
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