Shirin NESHAT e la sua DREAMERS TRILOGY sulle donne iraniane
“DREAMERS” é un’opera video composta da tre cortometraggi che narrano il mondo dei sogni delle donne iraniane, in netto contrasto con la dura realtà della loro cultura
Domenica, 03/10/2021 - Il PRAC, Centro per l'Arte Contemporanea, ha inaugurato oggi il nuovo progetto espositivo “Dreamers trilogy: Illusions & Mirrors, Sarah, Roja” ideato dall’artista iraniana Shirin Neshat, artista fuori dagli schemi, curato da Graziano Menolascina ed Annina Nosei e supportato dalla Gladstone Gallery di New York e Bruxelles per gli spazi della prestigiosa Chiesetta Santa Maria ad Nives, nel cuore del Borgo Medievale di Ponzano Romano (RM).
Shirin Neshat è una delle artiste più celebri del mondo dell'arte contemporanea, protagonista di mostre nei maggiori musei internazionali, quali il Whitney Museum (NY, 1998), la Tate Gallery (Londra, 1998), il Castello di Rivoli (2002), l'Hamburger Bahnhof (Berlino, 2005), lo Stedelijk Museum (Amsterdam 2006), il National Museum of Contemporary Art (Atene 2009), ArteFiera e MAMbo di Bologna (2010, 2018) ( cfr. https://www.noidonne.org/articoli/shirin-neshat-grande-artista-iraniana-a-bologna-di-mcristina-nascosi-sandri-15290.php).
Donne senza uomini (2009) è stato il suo primo lungometraggio con il quale esordì nel cinema vincendo il Leone d'argento per la migliore regia alla 66a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Sempre a Venezia, ma nell’ambito della Biennale d’Arte, già nel 1999 Neshat aveva ricevuto il Leone d’Oro come migliore artista internazionale.
“Dreamers” é un’opera video formata da tre cortometraggi che narrano il mondo dei sogni delle donne iraniane, in netto contrasto con la dura realtà della loro cultura. Queste opere attingono dall’esperienza personale di Shirin Neshat donna ed artista originale che, nel suo percorso di vita e professionale, attraversa luoghi e culture senza mai volerne far parte.
I personaggi e le loro narrazioni sognanti sono proiezioni dell’artista stessa, in cui riflette i suoi sogni e i suoi incubi, esplorando le ansie alla radice dell’esperienza transculturale del migrante e del rifugiato, come un segmento crescente della popolazione del mondo contemporaneo.
Neshat ha acquisito dall’esperienza del lavoro del grande Man Ray l’uso di una lastra di vetro collocata davanti all’obbiettivo della fotocamera per distorcere l’immagine, una tecnica che la regista usa in “Illusions & Mirrors” per indicare lo spazio onirico deformato e indistinto, alterando così l’immagine del mondo reale.
“Illusions & Mirrors”, il primo video del 2013 della ‘suite’, ha come protagonista l’attrice Natalie Portman. Neshat rinuncia al linguaggio parlato e usa invece gli effetti visivi per creare un’atmosfera surreale. “Sarah”, del 2016, il secondo video è interpretata da Sara Issakharian, un’artista di origine iraniana. L’opera è ambientata in una fitta foresta, luogo misterioso e inconoscibile in cui si susseguono scene non lineari, mentre i cambiamenti di prospettiva della telecamera creano la sensazione perturbante che può dare un sogno ricorrente.
“Roja”, sempre del 2016, l’ultimo video, è focalizzato sull’Iran e sui sogni di Neshat. Sia “Roja” che “Sarah” rimandano alla sua biografia.
Il primo, nello specifico, può esser riferito all’inconscio che cerca di armonizzarsi con la sua identità, analizzando il suo rapporto con la cultura americana e la sua (possibile) identificazione con il paese d’origine che ormai non esiste più, se non come luogo della nostalgia e della memoria. Con questa pluri-opera Shirin Neshat ha inteso ricreare un insieme instabile e affascinante ad un tempo dello spazio del sogno, invitando il visivo fruitore a viaggiare con lei verso una vita interiore, una destinazione non definita che dall’incertezza.
Lascia un Commento