Login Registrati
Seurat, Van Gogh, Mondrian a VERONA di Maria Cristina NASCOSI SANDRI e Andrea FAORO

Seurat, Van Gogh, Mondrian a VERONA di Maria Cristina NASCOSI SANDRI e Andrea FAORO

Seurat, Van Gogh, Mondrian Il Post-impressionismo in Europa, una grande mostra a Verona, alla Gran Guardia grazie alla passione per l'arte di una Donna, Helene Kröller-Müller

Giovedi, 12/11/2015 - Seurat, Van Gogh, Mondrian - Il Post-impressionismo in Europa

In mostra a Verona, fino al 13 marzo 2016





Si è appena aperta a Verona una esposizione di dipinti della collezione del museo olandese Kröller Müller, un percorso dedicato agli artisti della stagione post-impressionista, anticipatori delle Avanguardie.

“Seurat-Van Gogh-Mondrian. Il Post-impressionismo in Europa” comprende settanta capolavori provenienti dal Kröller Müller Museum di Otterlo (Paesi Bassi) e rimarrà in parete, al Palazzo della Gran Guardia di piazza Bra fino al 13 marzo 2016. Promossa dal Comune con il supporto della Fondazione Arena, la rassegna è organizzata da Arthemisia Group ed è curata da Liz Kreijn e Stefano Zuffi.

Il percorso espositivo, straordinario dal punto di vista espositivo e cromatico, esplica la svolta avvenuta tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, quando le tele di George Seurat e di Paul Signac diedero vita ad una pagina nuova nella storia dell’arte, quella del post-impressionismo che nasce in Francia a partire dal 1886, caratterizzato dalla tecnica del pointillisme, detto anche Divisionismo in Olanda e Belgio, per via della composizione “divisa” del colore, ma anche ben presente in Italia, specie grazie al grande ferrarese Gaetano Previati, trionfatore alla Biennale di Venezia di quegli anni.

Molti artisti in mostra son presenti grazie alla tenacia di Helene Kröller-Müller, moglie di un ricco industriale olandese che li collezionò, raccogliendoli in quello splendido contenitore che è il succitato Museo che porta il suo cognome da sposata.

La mostra si apre con “l’artista chiave” del post-impressionismo, Georges Seurat, pittore dalla vita breve – muore giovane chi è caro agli dei - e dallo stile raffinato che mise a punto una complessa teoria scientifica sui rapporti tra luce e colore, grazie agli studi che si andavano facendo in quegli anni.

La risultante fu, a dispetto della scientificità – come ha tenuto a chiarire il curatore Zuffi in sede di vernissage - di straordinaria poesia, grazie alla serena immagine del mondo che l’artista offre, soprattutto nei paesaggi, che divengono protagonisti dell’opera d’arte, al posto della figura umana, come nella Domenica a Port-en-Bessin (1888), caratterizzati dalla presenza delle acque di fiumi, mari e canali, dalla luce che scintilla, dai riflessi delle imbarcazioni e delle case, dalla profondità degli orizzonti. Accanto a Seurat, Paul Signac utilizza la tecnica del pointillisme, applicandola a paesaggi accesi dai toni luminosi e più solari, spesso legati alla Costa Azzurra, come La Sala da pranzo (1886-87) con cui mostra come questa tecnica si presti anche a rivelare emozioni nascoste e l’intimità dell’anima – doppio, peraltro, è il punto di vista, vicino e lontano, che dà una doppia lettura del testo pittorico.

Un pagina particolare è quella del Simbolismo, accompagnato da un ritorno a temi mistici e religiosi, diverso da quello di Redon o Alberto Martini; l’interprete più autorevole di una rinnovata sensibilità cristiana alle soglie del Novecento è Maurice Denis.

In questi stessi anni anche Vincent Van Gogh vive intensamente una nuova stagione: alla paziente analisi, l’artista contrappone una stesura fremente, tradotta in pennellate dense e appassionate, che va oltre l’Impressionismo. Il suo strumento è il colore, steso con colpi forti e carichi, talvolta quasi spremuto direttamente dal tubetto sulla tela, per proporre una nuova, materica intensità. Attraverso un gruppo di otto dipinti e due disegni di Van Gogh, tutti risalenti al periodo trascorso in Francia (1887-1890), la mostra mette a confronto la visione serena di Seurat con quella tormentata di Vincent: capolavori come Il seminatore (1888) – ispirato all’Angelus di Millet - ed il Paesaggio con fasci di grano e luna che sorge (1889) sono punti di partenza fondamentali per lo sviluppo dell’Espressionismo europeo. Ma capolavoro assoluto è il suo autoritratto, pieno di luce e mistero, eppur così puntuale, focalizzato ed esposto come un ‘ meraviglioso solitario’.

L’ultima sezione dell’iter artistico è dedicato alla scelta radicale di Piet Mondrian che negli anni della Prima Guerra Mondiale compie il passaggio all’Astrattismo, scelta finale e definitiva, suddividendo il campo della tela in riquadri di colore, da nero marginati e perimetrati. Presenti quattro opere storiche, a partire dal 1913, tra cui Composizione n. II (1913), Composizione a colori B (1917), Composizione con griglia 5: losanga, composizione con colori (1919), Composizione con rosso, giallo e blu (1927).

Riti di passaggio di lusso, queste opere esposte che però ebbero il merito di ‘traghettare’, grazie a questi grandi così diversi tra loro eppur assimilabili, la comunicazione, anziché la mera seppur splendida riproduzione, le premesse, dunque, delle rivoluzioni totali nel campo dell’arte, la nascita delle Avanguardie.

Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®