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Sete di libertà

Sete di libertà

Iran - A Parigi l'annuale raduno della diaspora iraniana a sostegno della libertà. Le donne in prima linea.

Colla Elisabetta Martedi, 21/07/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2009

Il consueto raduno annuale della diaspora iraniana, a sostegno delle libertà democratiche e del rispetto dei diritti in Iran, si è svolto presso il vastissimo Parco delle Esposizioni di Villepinte a nord di Parigi - le stime parlano di circa 90.000 presenze - ed ha assunto quest’anno un significato del tutto particolare per le donne e gli uomini intervenuti, venendo a cadere proprio nei giorni successivi all’infelice epilogo delle elezioni politiche iraniane del 12 giugno.

Tutti abbiamo seguito con il fiato sospeso e con grande trasporto le manifestazioni pacifiche ma determinate di un popolo vitalissimo e desideroso di cambiamento, quello iraniano, in cerca di una nuova identità, che è riuscito a far pervenire al mondo, nonostante l’oscuramento delle reti internet e delle radio, l’allontanamento della stampa estera e perfino il black out dei cellulari, il suo grido silenzioso contro una votazione il cui esito (la rielezione dell’attuale premier Ahmadi Nejad e la sconfitta degli altri candidati - l’ex-premier Hossein Musavi e l’ex-speaker del parlamento Mehdi Karrubi) sarebbe frutto di pesanti brogli elettorali, secondo tante fonti interne al Paese. Corre voce, e non stupisce, di donne percosse perché, in questi giorni, non indossano lo hejab secondo tradizione: la strumentalizzazione del corpo delle donne è e rimane uno dei principali baluardi dell’ipocrisia e della violenza maschile, di regime e non. Ma proprio le donne erano il gruppo più numeroso a Parigi, dove il 20 giugno di ogni anno viene indetta una grande manifestazione, in ricordo della data dei sanguinosi scontri avvenuti a Teheran nei primi anni Ottanta, contro le degenerazioni del regime “religioso” dei mullah. Alla riunione di Parigi hanno partecipato decine di migliaia di iraniani, oltre ai delegati di numerose organizzazioni politiche ed umanitarie, intellettuali, cittadini e cittadine provenienti da Europa, America, Australia e Medio Oriente: una presenza massiccia che, sventolando bandierine e cartelli gialli con scritto In support of the Iranian people, ha invaso il Parco delle Esposizioni di Villepinte esprimendo sostegno al popolo iraniano ed all’amatissima leader del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana, Maryam Radjavi, eletta dal Parlamento in esilio come futuro presidente della repubblica per il periodo transitorio seguente all’auspicata caduta dei mullah, per la realizzazione di un cambiamento democratico in Iran (la cosiddetta terza via). All’arrivo di Maryam, il pubblico è in delirio: “Bisogna ricostruire una società dove siano ripristinate le libertà fondamentali e la parità nei diritti - afferma la leader con eccezionale carisma - dove alle donne sia consentito vestire come vogliono ed occupare posti di potere, dove non vi sia più discriminazione fra i sessi. Il fondamentalismo religioso è più pericoloso della bomba atomica dei mullah”. Parole di fuoco come l’ipocrisia mascherata da religione, contro le repressioni di questi giorni, contro il “saccheggio dei lupi”. Le donne iraniane, fra le più colte e culturalmente attive del Medio Oriente, da tempo chiedono la fine della censura e delle repressioni, insieme ad una riconosciuta libertà di esprimersi, lavorare, relazionarsi all’interno del proprio Paese. Certo ci sono anche donne in Iran che non vogliono il cambiamento, che parlano di “reprimere le donne malvelate”, così come sussistono incognite sull’avvento al potere dell’opposizione, ma il vento di tempi nuovi si è alzato e soffia inesorabile. Il ricordo dei “martiri” e delle prigioniere e prigionieri politici assume oggi per le donne una doppia valenza: non c’è bisogno di guardare lontano, si muore negli scontri di piazza anche in questi giorni. Attraverso interventi, mostre, musica iraniana e testimonianze dirette, il raduno parigino ha trasmesso con forza alle amiche ed agli amici giunti da ogni parte del mondo, la volontà del popolo iraniano di voltare pagina, la sua inestinguibile sete di libertà. L’appello alla partecipazione alla giornata di solidarietà è stato lanciato dall’Associazione Donne Democratiche Iraniane in Italia e raccolto dalla Casa Internazionale delle Donne, dall’AFFI e dalla rivista ‘noidonne’, che hanno inviato a Parigi rappresentanti anche in nome di tutti i movimenti ed associazioni da sempre impegnate nella lotta per la libertà e l’autodeterminazione delle donne.



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