Lunedi, 23/11/2009 - Nonostante i dati, i governi continuano ad ignorare la realtà e a strumentalizzare la violenza maschile sulle donne per approvare leggi razziste, xenofobe, e lesive dei diritti dei/delle cittadini/e, come il pacchetto sicurezza! Così facendo le istituzioni non soltanto deviano la discussione e l’attenzione dell’opinione pubblica su temi altri che non riguardano, né risolvono il problema, ma soprattutto perpetuano un atteggiamento discriminatorio per le donne, e in questo senso commettono una violenza di eguale entità, di chi ci uccide, ci stupra, ci costringe a vestire dei ruoli che non abbiamo scelto, limitando le nostre libertà.
In altri paesi del mondo, e in effetti anche in Europa, e ovunque si siano sviluppati movimenti di donne e dibattiti sul fenomeno, da anni ormai si parla di femminicidio.
Per femminicidio si intende qualsiasi violenza sulle donne in quanto donne, e per questo essa non dipende né dal passaporto, né dalla religione, né dalla situazione economica, ma è una violenza esercitata sulle donne dagli uomini, dalla cultura dominante (che è maschile), dalla società, da istituzioni e legislazioni che sono frutto della cultura patriarcale! Trattasi della costante situazione di discriminazione a cui le donne sono sottoposte dalle famiglie ai luoghi di lavoro, dalle concrete azioni quotidiane alle limitazioni poste alla nostra libertà di scelta.
Slogan quali l’”utero è mio e lo gestisco io”, oggi guardati con un ghigno o considerati retrogradi, esprimono in poche parole concetti chiave della vita delle donne: in Italia qualsiasi dibattito politico, partitico o istituzionale sui diritti delle donne, passa automaticamente attraverso la normazione dei nostri corpi e la violazione della nostra sessualità; sul controllo dei nostri desideri e delle nostre scelte; sul mantenimento di un “decoro” imposto sulla nostra pelle da secoli di cultura maschile, una cultura che vede le donne solo come mogli e/o oggetti sessuali che DEVONO DARE all’uomo, e la cui sessualità è vista come complementare a quella maschile ( concezione da cui deriva l’omofobia, la lesbofobia, la transfobia)!
Siamo stanche di vedere i nostri diritti calpestati e i nostri sogni spegnersi dentro le mura di casa, spesso insieme alla nostra dignità. Noi non abbiamo scelto, tocca a noi adesso decidere!
Repressivo e violento è imporci un modello familiare etero patriarcale, un’istituzione cioè per noi totalizzante e totalitaria, una prassi, inoltre, che equivale a quel 70% di violenze di cui si è detto prima.
Repressivo e violento è far credere che la nostra sicurezza passa per un rinvigorimento delle forze dell’ordine, non soltanto perché maggiore controllo è sempre uguale a maggiore violazione della nostra dignità, ma soprattutto perché sono proprio loro a garantire la conservazione di questo sistema, e non di rado, a non riconoscere la violenza e a rinviare a casa chi si rivolge loro a denunciare il convivente, il padre, il fratello, lo zio, il marito, ecc…
Repressivo e violento è per noi donne, vedere oggi legittimate tutte quelle ideologie fasciste e razziste che ci vedono come madri della patria, conservatrici di una razza pura che ci fa paura!
A questo continuo crescendo di leggi, decreti e politiche repressive, si aggiunge una politica indirizzata alla riduzione dell’informazione e dei servizi per le donne dovuta al pericoloso crescendo di medici obiettori in ospedali, farmacie e consultori. Per questo rilanciamo la campagna OBIETTIAMO GLI OBIETTORI (www.ogo.noblogs.org), e la raccolta di informazioni e dati sulla presenza degli obiettori e sui disservizi che ne conseguono.
Collettivo Malefimmine
Per info: malefimmine@gmail.com - www.malefimmine.noblos.org - www.myspace.com/malefimmine
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