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Sessismo e narcisismo in Parlamento

Sessismo e narcisismo in Parlamento

Insulti alle donne e arroganza in bianco e nero. Uno sgurado a quello che è accaduto in Parlamento

Domenica, 02/02/2014 - I paladini della verità nella corsa alla distruzione di ogni contraddizione o dissonanza hanno superato perfino l’inadeguatezza verbale e il maschilismo del Cavaliere! Difficile crederci, ma i fatti degli ultimi giorni mettono il M5S in pol position rispetto ai fatti sgradevoli dell’ultimo ventennio. Non si salva proprio nessuno per i portatori della verità, e il peggio è che ancora una volta, in virtù del loro narcisismo, si salva invece quel potere che nessun cittadino onesto avrebbe mai voluto al governo. Non si può dimenticare che grazie alla logica del tutto o niente ci ritroviamo un governo di larghe intese. Dopo questa scelta la critica, se si può definire così il turpiloquio anche sessista e maschilista di questi ultimi giorni, dovrebbe essere solo rivolta all’interno di sé e non all’esterno. Questo però per un narcisista è impossibile, perché il Sé grandioso lo impedisce. Passare alle parole senza la capacità dialettica di darne almeno un valore simbolico, odora tanto di giudizio prefabbricato, di atteggiamento borderline di pretesa, da scissione verticale tra buono e cattivo, a dir tanto di adolescenza, di quella fase della vita in cui non possono esistere delle tonalità, ma soltanto il bianco o il nero, il disprezzo o l’idealizzazione della realtà e dell’altro. Nell’adolescenza, però, il senso della ricerca della verità è sovrano anche sulla vita stessa. In questo caso, invece, la verità è già posseduta, e quel che preoccupa, è che nessun altro la potrà mai possedere. Questo è il vero problema dei cittadini onesti: il pericolo di un ritorno al nero, un nero che fa paura, perché al posto della violenza fisica, intanto c’è una violenza che intacca la dignità delle persone, e ancora una volta delle donne, quindi la libertà di tutti. Nell’ambito psicologico esiste la scala di Fascismo o la scala di Adorno (il suo ideatore), atta a misurare il livello di rigidità mentale.

Dov’è finito lo spirito iniziale del movimento? Quell’impulso che risvegliava dal grigiore di questo ventennio le anime oneste e desiderose di riscatto? Coloro che non si rassegnavano, pur restando impotenti rispetto alla cultura della sopraffazione, a una corruzione senza limiti e all’uso di strumenti di cultura mafiosa. Il risveglio della coscienza, la freschezza di qualche idea è stata sotterrata dalla rigidità dell’arroganza, ormai non soltanto pericolosa ma funzionale allo stesso sistema tanto disprezzato. L’attacco senza limiti al sistema democratico -se pur criticabile come tutta la realtà terrena-, potrebbe determinare un’inevitabile alleanza, quella dei politici non inquisiti con i più corrotti.

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