Mercoledi, 03/05/2017 - Femminista, scrittrice e mamma, Serena Ballista (classe 1985) è nata e vive a Modena con la sua famiglia. È presidente dell'Unione donne in Italia Udi) dal 2014 e lavora come formatrice esperta in studi di genere. È autrice, insieme a Judith Pinnock, di alcuni libri didattici. Il suo primo pamphlet autopubblicato è stato Funambolika: monologo di un'aspirante femminista. L’abbiamo intervistata in occasione dell’uscita del suo primo libro di narrativa dedicato all'infanzia: Una stanza tutta per me (Settenove, Cagli PU 2017) illustrato da Chiara Carrer.
Questo è il suo libro numero cinque, ma è la prima volta di una pubblicazione dedicata ai bambini. Come arriva a questo approdo?
Sì, questa è la mia quinta pubblicazione. La prima dedicata all'infanzia ma anche la prima di narrativa. Come arrivo alla narrativa? E come arrivo all'infanzia? Tanto il mio percorso di studi quanto il mio lavoro è sempre stato strettamente intrecciato alla dimensione politica che, da un certo punto in poi della vita, ho deciso di abitare, quella del femminismo, quella del "donne non si nasce, si diventa": quella cioè della presa di coscienza di come se certamente ci si nasca con un corpo ben connotato dal puto di vista biologico, il fatto che quella connotazione, quella specificità, quella "differenza" rappresenti di fatto il secondo sesso non sia la conseguenza di un destino naturale, ma il frutto di una precisa e arbitraria costruzione culturale. Questa consapevolezza è diventata via via negli anni sempre più prorompente tanto da spingermi a trovare nuove strade, nuovi modi per manifestarla e trasmetterla: ecco, allora, che entra in gioco il mio desiderio di tentare con la narrativa e, chissà, con una narrativa che possa definirsi "politica" nel senso più ampio e nobile del termine. L'esigenza, poi, di rivolgerla all'infanzia nasce spontaneamente dal fatto che sono, tra le molte cose, anche mamma di due bambine piccole e sento forte dentro di me l'urgenza di trasmettere loro determinati saperi di cui faranno sin da ora ciò che riterranno opportuno fare.
Qual è il messaggio della storia 'Una stanza tutta per me'?
Il protagonista del libro è il complesso concetto politico-filosofico della stanza tutta per sé elaborato da Virginia Woolf nel suo celebre pamphlet del 1929, datato e modernissimo al contempo, che mi sono sforzata di rendere accessibile a bambine e a bambini di pochi anni. Questa è stata la sfida! Complice la divertente associazione tra la famosa scrittrice e un animale improbabile come il ragno (un'analogia implicitamente presente nel libro originale di Woolf) e complice l'identificazione tra Virginia e la piccola lettrice, che si ritroverà a sorpresa tra le pagine del libro, il messaggio che viene trasmesso è che nessuno può sentirsi felice senza una buona dose di autonomia e libertà, qui rappresentate da uno spazio fisico dove poter mettere in fila i propri pensieri ed escogitare chi si decide di diventare, e quindi di essere.
Scrivendo questo libro pensavi di rivolgerti più agli adulti o più ai bambini e bambine?
Il libro è per bambine e bambini e a loro è dedicato il tentativo di rimediare alla cancellazione storica dei protagonismi femminili e di far conoscere dei saperi chiave del femminismo internazionale nonostante la giovanissima età. Tuttavia è innegabile che, per quanto riguarda i libri rivolti a fasce di età prescolare, esiste sempre la mediazione dell'adulto che legge e che legge ad alta voce e che, spesso, interagisce con la piccola lettrice e il piccolo lettore magari rispondendo a domande e a curiosità. Quindi questo genere di libri non sono mai e solo per bambine e bambini, ma in un certo senso, sempre e comunque anche per adulti, adulti che devono imparare, ora come non mai, a essere all'altezza della situazione. Il sessismo lo conosciamo, ora, non abbiamo più scuse. Va annientato a colpi di libri. E quelli di Settenove, primo progetto editoriale italiano dedicato al contrasto alla violenza maschile sulle donne e agli stereotipi di genere, sono solitamente una garanzia.
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