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Separazione consensuale annullata. Casa recuperata...

Separazione consensuale annullata. Casa recuperata...

Famiglia. Sentiamo l’avvocata - La signora, in considerazione del grave stato psicologico in cui si trovava, non solo ha rinunciato all’affidamento del figlio, ma anche all’assegnazione della casa

Napolitani Simona Lunedi, 03/02/2014 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2014

Laura, dopo aver ottenuto una ordinanza in sede di separazione con cui il Tribunale, in via temporanea, le affidava il figlio minore e le assegnava la casa coniugale, peraltro di sua proprietà, ha ceduto al comportamento maltrattante del marito, il quale la intimidiva con sms, mail e telefonate, incutendole uno stato di sottomissione e soggezione psicologica ed ha tramutato la separazione da giudiziale in consensuale.

Il problema non è nell’aver sottoscritto un accordo, ma nel merito dell’accordo: la signora, in considerazione del grave stato psicologico in cui si trovava, non solo ha rinunciato all’affidamento del figlio, ma anche all’assegnazione della casa.

Non basta. Si era impegnata a trasferire al marito la proprietà della casa coniugale.

Dopo circa un mese da questi accordi e dalla sottoscrizione della separazione consensuale, poi omologata dal Tribunale, Laura, in preda alla più nera disperazione, compie un gesto estremo, per fortuna viene però salvata dal figlio.

Ripresasi, anche psicologicamente, ha impugnato la separazione consensuale e ha chiesto al Tribunale che disponesse l’annullamento del verbale. Dopo una lunga causa, molto ben istruita e, quindi, dopo aver sentito i testimoni sulle condizioni psicologiche della signora al momento della separazione, sul comportamento da stolker del marito, e dopo aver disposto una Consulenza Tecnica, il Tribunale ha accolto la domanda. In particolare, nella relazione peritale si legge che è possibile ipotizzare - anche alla luce di un trattamento sanitario a suo tempo disposto - che Laura, all’epoca precedente e coeva alla separazione, non fosse nel pieno delle sue capacità, perché colpita da condizioni psichiche compromesse, al punto da inficiare la sua capacità di intendere e di volere. Il Tribunale, premesso che gli accordi di separazione consensuale sono da considerare come “negozi di diritto fa-miliare” e, quindi, sottoposti allo stesso regime dei contratti, ha dichiarato che la separazione consensuale sottoscritta dalla signora va annullata per vizio del con-senso. Laura potrà riavere la casa.



simonanapolitani@libero.it



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